giovedì 27 ottobre 2016

PREFAZIONE

Narrare emozioni, sentimenti, stati dell'animo, è da sempre uno dei temi principali dell'autore di “L'amore docile di un servo”, che questa volta sceglie di raggiungere il pubblico utilizzando uno pseudonimo che gli permette di esplorare il mondo del racconto erotico e più dettagliatamente una sfera ancor più nell'ombra: ovvero il racconto gay.
Dal titolo stesso, il tema dell'amore è centrale e filo conduttore di tutta l'opera, che se pur di modesta concezione, per mezzo di ridotti capitoli narrativi, ci permette di avvicinare una nuova realtà, che per i più potrebbe rappresentare una vera e propria scoperta.
Il sentimento narrato tuttavia, è malato e degenerato all'interno di una dipendenza morbosa ove i ridottissimi personaggi, rappresentano ognuno un carattere e un modo di essere: a volte docile, altrimenti crudele, rassegnato e ancora terribilmente meschino e subdolo.
Tutto questo si mescola, confondendosi in una realtà rarefatta, ma che potrebbe essere quella della porta accanto e dove si sta consumando tutta la narrazione a nostra insaputa.
Luca, il personaggio principale, è un giovanissimo ragazzo gay che si affaccia a questa realtà con tutta la sua innocenza e delicatezza: da qui il suo amore docile.
Un fanciullo ancora innamorato dell'amore forse, ma che porta nel suo cuore un passato misterioso che non ci è dato conoscere, se non nelle più disperate immagini in cui lo troviamo abbandonarsi nelle sue riflessioni più intime.
Momenti, questi, ove davvero il personaggio principale si apre intimamente, rendendosi conto lui stesso del suo essere delirante.
Ma la sua riflessione è senza scampo, poiché ripiegata attorno all'unico concetto che è capace di guidare il suo agire: l'amore e il sacrificio.
Lo osserviamo invocare più volte aiuto, ma invano, poiché nessuno potrà entrare così profondamente nel suo mondo tanto da salvarlo da se stesso.
Un soccorso che non troverà neppure nelle pagine finali del libro, ove forse ci si aspetterebbe un atto di clemenza da parte dell'autore.
Vige invece in tutta l'opera, un profondo senso di rassegnazione, che porta il giovane Luca a consegnare il suo corpo, la sua anima, la sua mente ed il suo cuore ad un ragazzo più grande di lui, che se ne approprierà con la forza, soggiogandolo in una logica perversa e dalla quale non avrà più scampo.
Ecco come il nostro personaggio in breve diventa lo schiavo sessuale di quest'uomo spregiudicato e crudele, avido e affamato, sprezzante e che non è capace di distinguere nel tenero Luca altro se non una macchina per il proprio piacere e benessere.
Un sodalizio, che fin dalle prime pagine, lo porta ad accettare compromessi e imposizioni disumane e irreali, a volte estremizzate in sogni ed allucinazioni che nascono proprio dalla mente malata del “padrone” capace di escogitare le perfidie più sadiche, pur di portare all'umiliazione e all'annientamento psicologico il povero Luca.
Racconto indagatore di una realtà esistente e non soltanto immaginata ove l'autore si sofferma specialmente ad approfondire, per mezzo di immagini a volte sordide e truculente, un lato oscuro e spesso nascosto della nostra società consumistica.
La crudeltà del “padrone” si tinge di sangue per saziare quella fame di sesso e trasgressione che è ormai tragicamente ordinaria e contemporanea.
Una violenza, quella narrata, che troppo spesso si consuma nelle nostre mura domestiche e che non è detto essere esclusivamente fisica, ma la cui brutalità si manifesta, sempre più frequentemente, per mezzo di una sottomissione psichica non visibile ad occhio nudo.
Tristemente, a questa drammatica e delirante aberrazione, si contrappone un debole, la cui unica arma è l'amore incondizionato di uno schiavo capace di accettare qualsiasi sopruso perpetrato dal suo “padrone”, arrivando addirittura a giustificarlo o peggio, sublimandolo come atto di suprema appartenenza.
Ed in più occasioni verrebbe voglia al lettore di allungare una mano all'interno del foglio stampato per aiutare il povero Luca, per abbracciarlo, per confortarlo, per fagli capire che non è quella la strada che lo porterà al raggiungimento dell'amore che tanto brama.
Ma ciò non è possibile, poiché il suo destino è già tracciato dalla mano dell'autore che l'ha collocato insieme a tutte quelle vittime che oggi pagano con la loro vita un amore sbagliato o unilaterale.
L'amore docile di un servo” rappresenta infatti tutto questo stato di disperato abbandono comune a tanti e che per il nostro personaggio principale ha inizio nel momento stesso in cui decide di consegnare la sua vita nelle mani del suo carnefice.
Luca, schiavo nell'anima, schiavo per amore, schiavo per disperazione, cerca il riscatto, invoca la sua disperata supplica nell'atto estremo di accettare anche il sacrifico totale per il suo “padrone”.
Soltanto lui è capace di questo gesto superlativo, arrivando a cancellare se stesso ed il proprio egocentrismo a favore del suo carceriere, assumendo su di sé un martirio inutile, ma pur sempre in nome di quell'Amore a cui è capace di ricondurre ogni suo sacrifico.
Un Amore che è più grande di lui, immenso, ma che purtroppo lo schiaccerà inesorabilmente.
Un sentimento greve e doloroso che lo rende cieco e succube, incapace di osservare la cattiveria e bramosia che lo circonda.
A tratti erotico, altre volte dalle tinte più soffuse, il racconto prosegue per episodi sino alla fine in un crescendo di avvincenti avventure che catturano la curiosità del lettore.
Scopriremo solo verso le ultime battute della narrazione, per mezzo di una sapiente successione di colpi di scena orchestrati dall'autore, che tutto questo “meraviglioso incubo”, non è altro che una componente narcisistica autodistruttiva di cui il vero personaggio principale, è vittima e carnefice allo stesso tempo.
Luca, il “padrone” e tutte le altre comparse dello spettacolo, scompaiono per lasciare il palcoscenico all'uomo moderno, nudo e privo di raziocinio, ma vittima delle sue emozioni.
Racconto capace di affascinare e stupire anche grazie ad un linguaggio più leggero che l'autore riscopre proprio per questa esperienza letteraria, pur sempre restando scrupolosamente attento a non eccedere nella volgarità e nel cattivo gusto.
Un'espressione del vissuto tradotta nella contemporaneità di gesti e parole che fanno parte di un lessico fast food ormai fin troppo abusato, ma che è diventato parte integrante dei nostri moderni dizionari.
Una nuova sfida che l'autore ha saputo cogliere con coraggio, scandagliando un mondo misterioso e affascinate, ricco di suggestioni e colpi di scena.


Milano 27 ottobre 2016


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