Narrare
emozioni, sentimenti, stati dell'animo, è da sempre uno dei temi
principali dell'autore di “L'amore docile di un servo”, che
questa volta sceglie di raggiungere il pubblico utilizzando uno
pseudonimo che gli permette di esplorare il mondo del racconto
erotico e più dettagliatamente una sfera ancor più nell'ombra:
ovvero il racconto gay.
Dal
titolo stesso, il tema dell'amore è centrale e filo conduttore di
tutta l'opera, che se pur di modesta concezione, per mezzo di ridotti
capitoli narrativi, ci permette di avvicinare una nuova realtà, che
per i più potrebbe rappresentare una vera e propria scoperta.
Il
sentimento narrato tuttavia, è malato e degenerato all'interno di
una dipendenza morbosa ove i ridottissimi personaggi, rappresentano
ognuno un carattere e un modo di essere: a volte docile, altrimenti
crudele, rassegnato e ancora terribilmente meschino e subdolo.
Tutto
questo si mescola, confondendosi in una realtà rarefatta, ma che
potrebbe essere quella della porta accanto e dove si sta consumando
tutta la narrazione a nostra insaputa.
Luca,
il personaggio principale, è un giovanissimo ragazzo gay che si
affaccia a questa realtà con tutta la sua innocenza e delicatezza:
da qui il suo amore docile.
Un
fanciullo ancora innamorato dell'amore forse, ma che porta nel suo
cuore un passato misterioso che non ci è dato conoscere, se non
nelle più disperate immagini in cui lo troviamo abbandonarsi nelle
sue riflessioni più intime.
Momenti,
questi, ove davvero il personaggio principale si apre intimamente,
rendendosi conto lui stesso del suo essere delirante.
Ma
la sua riflessione è senza scampo, poiché ripiegata attorno
all'unico concetto che è capace di guidare il suo agire: l'amore e
il sacrificio.
Lo
osserviamo invocare più volte aiuto, ma invano, poiché nessuno
potrà entrare così profondamente nel suo mondo tanto da salvarlo da
se stesso.
Un
soccorso che non troverà neppure nelle pagine finali del libro, ove
forse ci si aspetterebbe un atto di clemenza da parte dell'autore.
Vige
invece in tutta l'opera, un profondo senso di rassegnazione, che
porta il giovane Luca a consegnare il suo corpo, la sua anima, la sua
mente ed il suo cuore ad un ragazzo più grande di lui, che se ne
approprierà con la forza, soggiogandolo in una logica perversa e
dalla quale non avrà più scampo.
Ecco
come il nostro personaggio in breve diventa lo schiavo sessuale di
quest'uomo spregiudicato e crudele, avido e affamato, sprezzante e
che non è capace di distinguere nel tenero Luca altro se non una
macchina per il proprio piacere e benessere.
Un
sodalizio, che fin dalle prime pagine, lo porta ad accettare
compromessi e imposizioni disumane e irreali, a volte estremizzate in
sogni ed allucinazioni che nascono proprio dalla mente malata del
“padrone” capace di escogitare le perfidie più sadiche, pur di
portare all'umiliazione e all'annientamento psicologico il povero
Luca.
Racconto
indagatore di una realtà esistente e non soltanto immaginata ove
l'autore si sofferma specialmente ad approfondire, per mezzo di
immagini a volte sordide e truculente, un lato oscuro e spesso
nascosto della nostra società consumistica.
La
crudeltà del “padrone” si tinge di sangue per saziare quella
fame di sesso e trasgressione che è ormai tragicamente ordinaria e
contemporanea.
Una
violenza, quella narrata, che troppo spesso si consuma nelle nostre
mura domestiche e che non è detto essere esclusivamente fisica, ma
la cui brutalità si manifesta, sempre più frequentemente, per mezzo
di una sottomissione psichica non visibile ad occhio nudo.
Tristemente,
a questa drammatica e delirante aberrazione, si contrappone un
debole, la cui unica arma è l'amore incondizionato di uno schiavo
capace di accettare qualsiasi sopruso perpetrato dal suo “padrone”,
arrivando addirittura a giustificarlo o peggio, sublimandolo come
atto di suprema appartenenza.
Ed
in più occasioni verrebbe voglia al lettore di allungare una mano
all'interno del foglio stampato per aiutare il povero Luca, per
abbracciarlo, per confortarlo, per fagli capire che non è quella la
strada che lo porterà al raggiungimento dell'amore che tanto brama.
Ma
ciò non è possibile, poiché il suo destino è già tracciato dalla
mano dell'autore che l'ha collocato insieme a tutte quelle vittime
che oggi pagano con la loro vita un amore sbagliato o unilaterale.
“L'amore
docile di un servo” rappresenta infatti tutto questo stato di
disperato abbandono comune a tanti e che per il nostro personaggio
principale ha inizio nel momento stesso in cui decide di consegnare
la sua vita nelle mani del suo carnefice.
Luca,
schiavo nell'anima, schiavo per amore, schiavo per disperazione,
cerca il riscatto, invoca la sua disperata supplica nell'atto estremo
di accettare anche il sacrifico totale per il suo “padrone”.
Soltanto
lui è capace di questo gesto superlativo, arrivando a cancellare se
stesso ed il proprio egocentrismo a favore del suo carceriere,
assumendo su di sé un martirio inutile, ma pur sempre in nome di
quell'Amore a cui è capace di ricondurre ogni suo sacrifico.
Un
Amore che è più grande di lui, immenso, ma che purtroppo lo
schiaccerà inesorabilmente.
Un
sentimento greve e doloroso che lo rende cieco e succube, incapace di
osservare la cattiveria e bramosia che lo circonda.
A
tratti erotico, altre volte dalle tinte più soffuse, il racconto
prosegue per episodi sino alla fine in un crescendo di avvincenti
avventure che catturano la curiosità del lettore.
Scopriremo
solo verso le ultime battute della narrazione, per mezzo di una
sapiente successione di colpi di scena orchestrati dall'autore, che
tutto questo “meraviglioso incubo”, non è altro che una
componente narcisistica autodistruttiva di cui il vero personaggio
principale, è vittima e carnefice allo stesso tempo.
Luca,
il “padrone” e tutte le altre comparse dello spettacolo,
scompaiono per lasciare il palcoscenico all'uomo moderno, nudo e
privo di raziocinio, ma vittima delle sue emozioni.
Racconto
capace di affascinare e stupire anche grazie ad un linguaggio più
leggero che l'autore riscopre proprio per questa esperienza
letteraria, pur sempre restando scrupolosamente attento a non
eccedere nella volgarità e nel cattivo gusto.
Un'espressione
del vissuto tradotta nella contemporaneità di gesti e parole che
fanno parte di un lessico fast food ormai fin troppo abusato, ma che
è diventato parte integrante dei nostri moderni dizionari.
Una
nuova sfida che l'autore ha saputo cogliere con coraggio,
scandagliando un mondo misterioso e affascinate, ricco di suggestioni
e colpi di scena.
Milano
27 ottobre 2016
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