lunedì 31 ottobre 2016

SERENITÀ

Capitolo 5



Buongiorno mio principe,
Grazie della sua presenza signore, sono consapevole di non meritarla.
Soprattutto in questi giorni ove non sono un servo utile al mio signore. Mi accorgo di essere un peso, di essere triste e malinconico. Ma è tutta colpa mia e della tempesta che si è abbattuta su di noi e di cui soltanto io sono stato la causa.
Ed ora sono a raccogliere i pezzi di ciò che è rimasto.
Il mio signore è buono e mi consola ed ha pietà del suo piccolo schiavo.
Tuttavia io non posso dimenticare le mie colpe.
Ma è anche giusto e saggio il comando del mio padrone:”portare serenità nel mio servire.”
È giusto perché non posso e non devo ripiegare me stesso nell'errore. Sarebbe la mia morte.
Mio principe, a volte sento che le parole che vorrei pronunciare non hanno più suono e muoiono ancora nella mia bocca per paura di essere ascoltate.
Perché so che mi porterebbero ad una difesa di cui non posso avanzare alcun diritto.
Sarò una nuova persona per il mio padrone.
Sarò un servo fedele mio sire.
Lo prometto!
Grazie per la fiducia che mi dimostra nell'affidarmi la cura dei suoi piedi, permettendomi di estirpare quei calli che le creano malessere.
Sarà come estrarre il male che io ho portato dentro di noi.
Sarò io a togliere questo suo fastidio, liberandola.
Come desidero che ritorni in noi la bellezza del sorriso e dell'amore.
Grazie anche per permettermi di leccare le sue scarpe.

Ho visto che in questi giorni ha indossato quelle che più adoro e che pulisco incessantemente con la mia saliva.
Grazie mio signore.
Posso solo ringraziare ogni sua premura per un servo che davvero non è nulla.
Mi inchino ai suoi piedi e alle sue scarpe con sottomissione perenne.



Schiavo Luca

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