domenica 30 ottobre 2016

L'ELISIR DEL SUO SERVO

Capitolo 4


Buongiorno mio principe.
Forse ciò che narrerò oggi al mio signore, non sarà di facile accesso per chi nasce padrone della propria vita e non deve cercare disperatamente un riferimento che lo guidi e lo indirizzi.
Il suo schiavo, mio signore, pensa al suo padrone sempre e ogni sua azione è volta al solo benessere del suo re.
Così ieri, vedendo la sua scarpiera ancora una volta piena e con le scarpe premute a rovinarsi, non ho resistito a prendermene cura.
Così, aperta l'anta superiore, ho estratto le scarpe nere invernali, che avevo già pulito e lucidato con la mia lingua a fine stagione e le ho riposte in una scatola.
Il loro aroma è di pelle, di cuoio, di potere, di rispetto e sicurezza.

Tutto ciò che manca nella vita del suo schiavetto, motivo per cui ho osato avvicinarmi ad esse, con il massimo rispetto.
Poi ho allargato le altre, quelle estive e che amo sommamente.
Ho osato sfiorarle appena, per dare spazio a ciò che merita la mia più totale adorazione.
Un aroma soffuso del suo umore di maschio, di sudore misto a gomma, asfalto e calore, di vita rinchiusa e sepolta mi ha colmato le narici come in estasi.
Avrei voluto toccarmi il sesso già bagnato e turgido, ma ora sono il servo del mio padrone e queste cose non sono più ammissibili senza autorizzazione. Poi ho spostato le altre sneakers blu del mio principe da cui è sprigionato un aroma più speziato, delizioso nella sua intensa voluttà.
Dunque le sue ciabatte di sempre, che ho amato fin dalla prima volta.
Fin da quando il mio signore bellissimo, già conscio del mio desiderio, mi disse:”non le leccare perché le ho usate in palestra e sono luride e può essere molto pericoloso.” Ed io a disobbedire alla prima occasione, nutrendomi di tutto ciò che era sotto quelle suole e che lei ora vede come nuove.
Io, suo servo e schiavo, ora non potrei più disattendere un suo comando, pena una punizione esemplare, ma all'epoca, fui fiero di cibarmi di quello strato di sudiciume e muffe che si erano depositate dopo l'uso nello spogliatoio, addirittura rimuovendolo col mio spazzolino da denti, la' dove la sola lingua non era efficace.
Perdoni mio principe il mio abbandono nel racconto, abbia compassione di me.
So che per lei tutto ciò è pura una follia.
Ma lei deve essere fiero e orgoglioso, poiché per ogni suo passo su questa terra, esiste ora un servo che vive e si nutre di ciò che lei calpesta e disprezza.
Lei è il mio padrone.
Io il suo servo devoto che vive di ubbidienza e sottomissione.



Schiavo Luca

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