tag:blogger.com,1999:blog-24673839381170409152024-02-08T03:09:03.351-08:00L'amore docile di un servoLucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.comBlogger47125tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-50239740313646697822016-12-30T01:12:00.003-08:002016-12-30T01:12:22.498-08:00OLTRE LA REALTÀ<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
46</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Come
cambia rapidamente il tempo in questi giorni d'autunno.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Guardo
fuori dalla finestra e piove a dirotto.<br />Un fiume d'acqua scorre
contro i vetri e io resto lì ad aspettare.<br />Sotto, lungo la strada
un mondo intero pare affollarsi: passanti che corrono sotto gli
ombrelli, auto che sfrecciano come motoscafi alzando ondate di acqua
nera, foglie che cadono.<br />Io, nell'angolo della finestra osservo e
quasi mi nascondo, per morire qualche istante soltanto per me.<br />Mi
assale una tristezza senza fine.<br />Un dolore che mi vince e non so
gestire.<br />Poi...sento aprirsi la porta di casa.<br />È il mio
signore che torna dal lavoro.<br />Asciugo il mio viso e la mia
tristezza nel polsino della camicia e mi avvicino all'ingresso per
salutare il mio re.<br />Eccolo: bellissimo come sempre, come in ogni
mia fantasia.<br />È tutto bagnato, lui non è come quegli sfigati che
usano l'ombrello.<br />Lui è forte, potente, massiccio e non teme
certo qualche goccia di pioggia.<br />Io intanto mi attivo subito per
togliergli di dosso l'impermeabile ed asciugarlo.<br />Poi ovviamente
il mio rispetto e la mia umile prostrazione ai suoi piedi.<br />Le mie
labbra baciano le sue Dr Martens nere, lucide, un po' infangate.<br />Ma
ciò ai miei occhi le rende ancora più affascinanti.<br />Allento con
cura i lacci, sfilo il piede del mio padrone, lo bacio con amore e lo
aiuto a calzare le sue ciabatte da casa.<br />Riscaldo i suoi piedi con
le mie mani e poco importa se io, a terra, mi gelo le gambe.<br />Lui
sembra apprezzare le mie premure, poi mi scavalca quasi fossi un
ostacolo e sparisce nelle sue stanze.<br />Io resto in ginocchio
nell'ingresso, in quella fioca luce che sembra quasi accompagnarmi
verso l'oblio.<br />Poi...</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">...<br />“Ma
Sig.Luca, quante volte glielo devo dire che tutto questo insieme di
sogni o come le chiama lei ,visioni, non sono altro che delle false
proiezioni in cui si rispecchia, ma non appartengo alla
realtà.”<br />“Deve immaginare questi momenti come dei miraggi che
a volte, posso essere talmente realistici dal risultare
veritieri.”<br />“Ma sono solo fantasticherie della sua
mente.”<br />Io:”ma dottoressa, come può essere tutta una semplice
finzione?”<br />“Come è possibile che io ne rimanga così succube
da farmi condizionare a tal punto.”<br />“Mi aiuti la prego, mi
aiuti a capire, sono disperato e non riesco a trovare il bandolo
della matassa.”<br />“Mio caro Luca”, continua la psicologa,”lei
è ancora così giovane e sensibile.”<br />“È un'anima pura per
così dire.”<br />“E forse, proprio per questo, le sue fantasie la
turbano tanto.”<br />“Ma deve stare tranquillo, vedrà che col
tempo imparerà a convivere con i suoi demoni.”<br />“Tutti abbiamo
nella nostra testa questo genere di retaggio psicologico che ci
proviene dal passato.”<br />“Chi per cause familiari, chi per un
trauma infantile, altri per una delusione o chissà, i motivi posso
essere infiniti.”<br />“Ma alla fine portano tutti al medesimo
risultato: ovvero la personalità specifica di ognuno di noi.”<br />“E
pensi, Luca, pensi davvero a quanto questo patrimonio è differente e
vario da individuo a individuo.”<br />“Così anche lei, a pieno
diritto, ha il suo piccolo mondo interiore, che a questa età si sta
affacciando nella sua esistenza.”<br />“Luca, essere schiavo di un
altro uomo, non sarà forse la mancata accettazione del suo essere
gay?”<br />“Provi a pensarci con calma.”<br />“Rifletta e ritorni
con la mente a tutti i sogni e alle fantasie sessuali che mi ha
raccontato in questi mesi.”<br />“Non è poi così improbabile o
azzardata questa analisi.”<br />“Anzi direi abbastanza semplice,
non trova?”<br />“Lei non si approva e quindi si punisce, si
umilia, si fa calpestare, lascia il suo esistere nelle mani di un
uomo che lei vede come una sorta di dio terreno da adorare.”<br />“Un
idolo moderno, con tutto il suo corredo di stereotipi alla moda, da
venerare.”<br />“Ma che lei ovviamente non potrà mai raggiungere,
perché non è all'altezza.”<br />“Perché lei è convinto di non
valere niente, arrivando persino a sostituirlo in sua assenza con i
feticci tipici di ogni trattato di psichiatria.”<br />“I piedi, le
scarpe, gli indumenti intimi del suo padrone...”<br />“Cosa sono,
Luca, se non delle ancore di salvezza a cui aggrapparsi al
bisogno?!”<br />“Luca, rifletta davvero questa volta sulle mie
parole, e la smetta di sognare ad occhi aperti.”<br />“Per il
nostro prossimo incontro, la prego di ragionare seriamente su quanto
le ho detto.”<br />Io:”dottoressa, ha ragione, le prometto che
cercherò di essere razionale e di lasciare queste follie ai sogni
della notte.”<br />“Luca, cerchi piuttosto di imparare a conviverci
con serenità, perché queste illusioni fanno parte di lei.”<br />Sulla
porta dello studio stringo la mano alla dottoressa, dandoci
appuntamento alla prossima settimana.<br />Scendo a piedi le scale del
palazzo così da poter riflettere e ancora sono turbato.<br />Tutto un
sogno dunque!<br />Tutto frutto della mia mente!<br />Tutto una
fantasia!<br />Esco e sono nella folla.<br />Solo! Ancora una volta
solo!<br />Una fiumana che quasi mi scavalca.<br />Un passo e senza
volerlo inciampo e per un pelo non vengo investito da una grossa moto
nera ruggente.<br />Mi rialzo e cerco di scusarmi per l'imprudenza con
il centauro.<br />Neppure una parola da sotto il casco scuro.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
tempo sembra infinito in quei rapidi secondi.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Solo
il rombo del motore e lo “sgasare” nervoso,mi riportano al
presente.<br />Osservo meglio il motociclista e noto che ha qualcosa di
famigliare.<br />Giubbotto in pelle, sotto cui si intravede una
maglietta bianca.<br />Jeans attillati e ai piedi un paio di Dr Martens
nere, lucidissime.<br />Tremo...<br />Ma non è tutto frutto della mia
mente?<br />La sua destra tiene in pugno un secondo casco e me lo
lancia con forza.<br />Riesco a pararlo incassandolo nel petto.<br />Una
sola parola è necessaria:”sali!”<br />E con un rombo potente della
sua Kawasaki W80, divoriamo l'asfalto che ci separa dalla realtà.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span>Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-74631547862419972892016-12-29T04:40:00.003-08:002016-12-29T04:40:41.419-08:00SUO FINO ALLA FINE<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
45</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sono
solo!<br />Mi rendo conto solamente oggi che, escludendo il mio
signore, non ho nessuno al mondo.<br />Praticamente un
orfanello.<br />Consapevolmente so che, se dovessi morire da un momento
all'altro, nessuno se ne accorgerebbe.<br />Tranne certo il mio
padrone, ma solo perché gli creerei il problema di dover cercare un
sostituto.<br />Ma per tutto il resto, sono solo!<br />Così, tristemente
amareggiato, e con il cuore gonfio di commozione, mi rivolgo al mio
re, per trovare una risposta, mentre lui è tutto intento col suo
tablet in altre conversazioni.<br />Oso:”signore, posso
disturbarla?”<br />E lui ruggendo:”schiavo, ora non mi scocciare!
Non vedi che sono impegnato?”<br />Ricaccio indietro le lacrime che
si sono affacciate ai miei occhi e chino a terra lo sguardo per non
mostrare al mio dio la miseria che mi affligge e che è parte della
mia sostanza di schiavo.<br />Resto però vicino a lui, o meglio mi
acciambello ai suoi piedi come potrebbe fare un cane, in segno di
umiltà e appartenenza.<br />Ma nella mia testa di servo, continuo ad
arrovellarmi su quei pensieri di morte che non mi lasciano neppure se
contemplo la meravigliosa figura estatica del mio padrone.<br />E
giaccio in un mare angoscioso di inquietudine.<br />Dopo un tempo che
non so contare, il mio padrone lancia il suo cellulare sul tavolo e
mi chiama:”schiavo, avvicinati e abbassa le mutande!”<br />So già
cosa vuole il mio signore.<br />Così, allento i pantaloni, gli slip e,
avvicinandomi a portata di mano, sollevo il mio pene e adagio i miei
piccoli testicoli nella grande mano aperta del mio re, che li
pretende nel suo pugno.<br />Ormai questa è diventata una abitudine
serale a cui il mio signore non vuole rinunciare.<br />Ed io mi
consegno volentieri a lui poiché è il mio padrone ed è maschio,
mentre io sono solo uno schiavo, il cui sesso non ha senso.<br />Tra
poco il dolore che la sua mano imporrà alle mie palle, si diffonderà
come un incendio fin nei recessi più lontani del mio corpo.<br />Io
attendo in silenzio, ma con consapevolezza, sapendo che quel
supplizio non si farà certo attendere.<br />Il suo pugno si chiude
lentamente e all'interno i miei testicoli si giocano uno spazio
sempre più ridotto fino a risultare inesistente.<br />Mi divincolo
appena, perché è impossibile restare immobili sotto questo
tormento.<br />Ma ciò disturba il mio padrone:”schiavo! Stai fermo e
subisci!”Mi grida.<br />Ma un signore non può certo sapere quanto
vorrei gridare il mio dolore.<br />Ed io mortificato senza fiato:”mi
ppppperrrdoni ssssignnnnore.”<br />Anche le parole escono dalla mia
bocca distorte dal male.<br />Ma non posso altrimenti.<br />Accetto
questo martirio pensando che in fondo è il giusto e legittimo
tributo che devo al mio signore per poter stare con lui.<br />Soprattutto
dopo avermi salvato la vita.<br />Lo amo sopra ogni cosa, pertanto il
mio destino è nelle sue mani.<br />E in questo caso, anche il mio
futuro sessuale.<br />Ma che poi, pensandoci bene, non esisterà
mai.<br />Poi lentamente, come è iniziato, il dolore si attenua e la
mano del mio signore allenta la presa e mi libera.<br />Io, follemente,
vorrei riconsegnare ciò che resta dei miei testicoli nella sua mano
per una seconda sessione di dolore, per fargli davvero comprendere
quanto io gli appartenga.<br />Quanto io sia davvero pazzo per il mio
signore bellissimo.<br />Ma lui è già distante e quel palmo, che poco
prima mi torturava, ora torna a stringere il suo tablet.<br />Però nel
frattempo distrattamente mi parla:”schiavo, prima mi stavi
dicendo???”<br />Io, forse perché stravolto da quel supplizio di
castrazione, quasi dimentico anche dove mi trovo.<br />Ma il mio
padrone domanda e attende una risposta.<br />Così ricordo il mio
angoscioso enigma e invoco il mio idolo.<br />“Signore, ecco, mi
domandavo: cosa sarà di me quando morirò?”<br />“E lei, mio
signore, troverà un nuovo schiavo per i suoi piedi?”<br />Incuriosito
dalle mie inquietudini, mi osserva in viso, quasi stupito da queste
domande tanto profonde.<br />“Schiavo!” Mi dice:”hai intenzione
di lasciarmi? Stai per schiattare?”<br />“Ti ho già salvato una
volta, guarda che non ho intenzione di fare il bis.”<br />Ed io:”no
signore mio. Non credo, ce ne sia bisogno per ora.”<br />Lui
ribatte:”in fondo non ci sarebbe da stupirsi, con la vita che
fai.”<br />“Ha del miracoloso che tu sia ancora vivo.”<br />“Tra
ciò che ti faccio ingoiare a forza e quello che butti giù da solo
quando lecchi le mie scarpe, devi avere un fegato grosso come un
pugno.”<br />“Ma finché dura, non vedo perché preoccuparsi. Non
trovi schiavo?”<br />“Il tuo predecessore, non era durato tanto. Si
vede che tu sei nato proprio per essere schiavo!”<br />“Voi schiavi
dovete avere degli anticorpi davvero speciali.”<br />E ride della sua
battuta il mio signore<br />Proseguo:”ma vede padrone”, oso,”io
non sono in pensiero perché dovrò morire.”<br />“Se poi ciò
avverrà per lei, la mia fine sarà bene accetta e avrà un
senso.”<br />“È ciò che verrà dopo che mi lascia questi
interrogativi.”<br />“Schiavo”, quasi pietoso il mio signore,”ma
che pensieri tristi ti affliggono.”<br />“Come sei riflessivo in
questo periodo.”<br />“Dopo ciò che è successo sei diventato
ancora più cupo su certi argomenti.”<br />“Invece di vedere il
lato positivo, pensi sempre al peggio.”<br />“Ma perché?”<br />Io:”mi
perdoni signore, mi dispiace, dimentichi quello che ho detto.”<br />E
faccio per lasciare la stanza ancora più abbattuto.<br />“Schiavo”,
mi richiama il mio padrone,”resta qui ai miei piedi.”<br />“Ciò
che dici ti fa onore e non devi sentirti sbagliato per questo.”<br />“Oggi
mi sento in vena di consolarti, schiavo.”<br />“Alle volte mi fai
davvero pena.”<br />“Innanzi tutto devi pensare che la tua misera
esistenza, fino a quando avrai la fortuna di viverla al mio servizio,
sarà stata spesa al meglio.”<br />“E poi con me non ti manca
nulla, vero schiavo!?”<br />Il suo tono non ammette repliche e
ringrazio il mio signore per la generosità che mi dimostra
sempre.<br />Il mio padrone è sicuro di sé anche quando si avventura
su argomenti a lui poco congeniali.<br />“Sul dopo...schiavo, ma che
domande ti fai?”<br />“Già il tuo presente è patetico, cosa te ne
frega di cosa ne sarà di te dopo la tua morte?”<br />“Vede
padrone...” oso<br />“Taci schiavo! E ascolta!”<br />“Sicuramente
tu morirai prima di me, pertanto ti voglio rassicurare.”<br />“Mi
sembri molto turbato da questo argomento.”<br />“Vedrai che poi
sarai più sereno.”<br />“Ho deciso che dopo la tua morte gli
organi ancora sani del tuo corpo li donerò per la ricerca o per
operazioni di trapianto.”<br />“Così almeno faremo del bene a
qualcuno, visto che questo tuo corpo già ora è uno spreco.”<br />“Quindi
cerchiamo di farne buon uso almeno a tempo debito.”<br />“Ma questa
volta secondo natura e non come aveva intenzione quel pazzo criminale
del tuo addestratore.”<br />“Ciò che resterà poi lo farò
cremare.”<br />“Ma signore, ecco...io preferirei... oso...”<br />“Tu
non preferisci nulla, schiavo!”<br />“Tu sei mio e decido io cosa
fare di te! Chiaro!?”<br />Io:”certo signore, mi scusi.”<br />Dicevo:”ti
farò bruciare e ridurre ad una manciata di polvere e
cenere.”<br />“Poi...vediamo...”<br />“Ecco, ti potrei mettere in
quel posacenere sul tavolo e usarti per spegnere le mie "paine".<br />“Lo
sai che ogni tanto mi viene voglia di fumare.”<br />“Come nelle
sere del poker coi ragazzi, quanto farebbe comodo della sabbia lì
dentro.”<br />“Siamo degli animali in quelle occasioni!”<br />“Ma
è bello così, non trovi, schiavo? Ogni tanto lasciarsi
andare...”<br />Ed io:”signore, non sta a me giudicare, io sono
solo un servo.”<br />Il mio padrone continua:”tu poi sai bene
quanti mozziconi devi buttare via quando alla fine pulisci
tutto.”<br />“Così, potresti essermi utile anche da morto.”<br />“Non
trovi sia una bella idea?”<br />“Fare di te della misera sabbia
entro cui noi maschi potremo spegnere il piacere del nostro
vizio.”<br />Sono alle lacrime e il mio padrone si accorge della mia
condizione.<br />“Piangi schiavo?”Mi chiede forse
impietosito.<br />“Signore”, singhiozzando,”sono commosso.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Non
pensavo, dice sul serio?”<br />E lui:”certo che sono serio!”<br />“Anzi,
serissimo!”<br />Pensando che io sia turbato negativamente da ciò
che mi ha appena detto, mi scruta attentamente.<br />Mentre io col
cuore gonfio di riconoscenza rispondo:”grazie padrone!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Grazie
signore!”<br />“Grazie! Grazie con tutto me stesso!”<br />“Nessuno
si è mai preoccupato tanto per me!”<br />Il mio padrone mi guarda
esterrefatto, poi torna alle sue cose.<br />Forse ha già dimenticato
tutto, ma io voglio sperare di sbagliarmi.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-58438832895224131182016-12-28T01:37:00.001-08:002016-12-28T01:37:02.266-08:00SALA OPERATORIA <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
44</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Mi
sveglio di soprassalto.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Uno schiaffo sul viso potente e risoluto
mi riporta alla realtà.<br />Una luce accecante a pochi centimetri dal
mio viso non mi permette di capire dove sono, anche se dopo i primi
attimi di stordimento mi rendo conto di essere nella sala operatoria
che il mio addestratore si è costituito per i suoi loschi traffici
umani e di cui io ora sono l'ultima cavia di una lunga serie di
vittime.<br />Sono disteso sopra al lettino metallico come un pezzo di
carne sul bancone del macellaio, pronto per...<br />“Svegliati
merda!” Mi aggredisce.<br />“Adesso iniziamo a divertirci!”<br />E
una risata mefistofelica rimbomba per la piccola stanza e nella mia
testa.<br />Sono nudo, legato al lettino mani e piedi oltre ad una
serie di cinghie di cuoio che mi stringono al piano gelido.<br />Al
braccio entra una flebo, al dito un misuratore cardiaco, sul viso una
maschera respiratoria che tra poco erogherà dell'etere per spedirmi
nel mondo dei sogni.<br />Il mio addestratore è il peggiore dei sadici
e mi tiene sveglio fino all'ultimo raccontandomi cosa vuole fare di
me, deliziandosi in anteprima con le parole delle azioni di cui si
macchierà tra poco.<br />E sarà il mio sangue quello che tingerà le
sue mani.<br />Mentre si infila dei guanti in lattice mi spiega quanto
sia redditizio oggi giorno il mercato del trapianto di organi e di
come reperire un rene, un fegato o un cuore, non sia poi così
difficile, se ci si muove con i giusti mezzi e tanto denaro.<br />Sudo
freddo e cerco gli occhi del chirurgo che già si è sostituito nello
sguardo folle del mio addestratore.<br />Mi spiega pazientemente, quasi
fosse una persona completamente differente dal carceriere di poco
prima.<br />Sembra quasi che mi parli con dolce compartimento.<br />Ma
forse soltanto perché in me ora vede un guadagno e tanto, tanto
denaro.<br />Denaro che io gli potrò fruttare.<br />Mi dice
rincuorante:”adesso cominciamo con l'anestetico, poi inizieremo
l'intervento vero e proprio, ma con calma.”<br />“Queste cose vanno
fatte con delicatezza.”<br />“Partiremo asportando un rene, un
polmone, buona parte del midollo spinale e sostituendo i tuoi
testicoli con due protesi in silicone.”<br />“Tutte cose di cui
puoi fare tranquillamente a meno...almeno per alcune
settimane.”<br />“Poi, se tutto va come deve andare, ti spegnerai
lentamente e allora la tua morte sembrerà normale.”<br />“A questo
punto potrò dire al tuo padrone che sono affranto dal dolore per la
tua scomparsa e farti riportare qui in modo da completare l'opera e
asportare il resto.”<br />“Un peccato certo rinunciare al tuo
cuoricino, così tenero di fanciullo, ma non posso correre
rischi.”<br />“Siamo già nel mirino della "polizia" e
bisogna stare attenti a come ci si muove.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Intanto
nella stanza attigua si sentono dei passi sommessi.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
“chirurgo”:”bene, sta arrivando il mio assistente Erik,
possiamo cominciare “<br />Io vorrei gridare, ma sono terrorizzato e
so che non posso fare nulla.<br />Sono legato, imbavagliato e mezzo
intontito dall'etere.<br />Ci vedo doppio quando ad un tratto un ombra
si palesa alle sue spalle.<br />Un ombra alta e che io riesco a
riconoscere.<br />È il mio padrone. Il mio signore.<br />Il mio re. Il
mio bene più prezioso.<br />Ma tremo, perché forse questo mio destino
è tutto concordato tra loro e ora lui è qui solo per vedere come
procedono i lavori.<br />Invece mi sbaglio clamorosamente, poiché il
mio principe alza la voce e rivolto al mio carceriere lo aggredisce
dicendo:”ma che cavolo state combinando in questo posto.”<br />“Mi
avevi detto che volevi dargli una lezioncina di comportamento, ma
questa è una sala operatoria in piena regola.”<br />Le immagini sono
confuse dai vapori dell'anestetico.<br />Intravedo i loro due corpi che
si strattonano, che vogliono sopraffarsi l'un l'altro.<br />Le voci
rimbombano nella mia testa:”delinquente, assassino.”<br />E
l'altro:ӏ solo un gioco di ruolo, devi credermi, stavo
mettendogli paura.”<br />“Certo, gli mettevi paura mandandolo al
creatore ed asportando i suoi organi per rivenderli.”<br />“Magari
te li hanno già pagati, brutto figlio di puttana!!!”<br />Il mio
signore lo spinge contro il muro e brandendo un bisturi dal tavolo
operatorio glielo punta alla gola e lo costringe a vuotare il
sacco:”cosa cazzo volevi fargli?”<br />“Cosa volevi dal mio
schiavo?”<br />“Ti ho sentito mentre dicevi che sei un trafficante
di organi!”<br />“Pezzo di merda che non sei altro!”<br />“E
volevi farmi pure passare da scemo!”<br />“Adesso liberi
immediatamente Luca da questo cazzo di tavolo.”<br />“E poi ti dico
io ciò che farai!!!”<br />“Tu e quel cazzo di finocchio che hai
per casa!!!”<br />“Vi faccio vedere i traffici che farete in
carcere per un tozzo di pane!!!</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">…</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sono
i lampeggianti delle volanti della polizia che attorno alla villetta
degli orrori, salutano il rombo dell'Audi del mio padrone, mentre
ritorniamo a casa.<br />Lungo la via un agente, che prima ci aveva
interrogato per la deposizione d'accusa, ci ferma.<br />Si abbassa al
livello del finestrino e rivolto a me:”Luca, sei stato molto
coraggioso e anche lei signore, un eroe.”<br />“Entrambi avete
salvato un sacco di vite umane e sicuramente grazie a voi riusciremo
ad aggiungere un tassello importante nella lotta contro questa
criminalità sommersa.”<br />Io sono stravolto e accenno un sorriso,
quasi non capendo più il senso di tutto quello che è accaduto.<br />Ma
so di essere seduto accanto ad un eroe.<br />“Buon viaggio
ragazzi!”<br />E l'agente si scosta lasciandoci passare.<br />È notte
fonda quando rientriamo a Brescia.<br />Il mio signore non ha aperto
bocca e lo vedo molto pensieroso e turbato.<br />Non oso disturbare la
sua docile intimità così eloquente.<br />Appena in casa accenno ad
inginocchiarmi per aiutarlo a togliersi le scarpe, ma la sua mano mi
ferma decisa.<br />“Non sei abbastanza stanco stasera?” Mi chiede
dolcemente.<br />Io non ho parole e mi immobilizzo davanti a lui.<br />Poi
soltanto due parole:”riposati ora! Va!”<br />Con gli occhi pieni di
lacrime lo guardo mentre pronuncio solamente:”grazie signore.”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-34971607061636406372016-12-27T11:01:00.004-08:002016-12-27T11:01:50.643-08:00DOMENICA MATTINA <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
43</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Dopo
una nottata trascorsa al limite di un supplizio interminabile e di
cui le mie braccia portano ancora i segni, vedo le prime luci di una
nuova alba e attendo di essere liberato.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">La notte, dolorosa e
sofferta per le corde che mi legavano, si è tinta di un ulteriore
elemento inquietante quando, verso le tre del mattino, si sono
sentiti degli inequivocabili rumori riconducibili ad una intensa
attività sessuale.<br />Il mio pensiero e la mia gelosia sono subito
corse al mio signore mentre lo immaginavo alle prese con Erik nella
ricerca di un piacere che io non potrei mai dargli.<br />Poi, a mente
più lucida e ricordando la disposizione delle camere della casa, mi
è venuto in mente che proprio sopra la mia testa c'era la camera da
letto del mio addestratore.<br />Di conseguenza, la più probabile
ipotesi, poteva più facilmente essere ricondotta a lui ed Erik,
intenti in un amplesso acrobatico.<br />Ma solo rivedendo il mio
padrone, avrei potuto dare una risposta a questo interrogativo
notturno.<br />Ancona nel silenzio del primo mattino, ecco aprirsi la
porta e il mio addestratore avvicinarsi silenzioso a piedi nudi,
quasi come una pantera che si aggira per la gabbia pronta a saltare
sul pezzo di carne lasciato apposta per essere squartato.<br />Ora è
davanti a me e per liberare le mie braccia anchilosate dal calorifero
a cui sono state appese e quasi disarticolate, si sporge, premendo il
suo sesso morbido racchiuso nei sui slip contro il mio viso.<br />La
mutanda è bagnata e mi ricopre tutta la faccia, quasi
soffocandomi.<br />Un odore intenso di sesso, urine e sperma mi invade
le narici.<br />Un aroma che conosco fin troppo bene, ma che ora, dopo
aver servito il mio padrone, mi disgusta.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Allo
stesso tempo però mi consola, confermando quell'ipotesi di amore
clandestino che ha tormentato la mia notte.<br />Cado a terra come un
sacco di patate e gemo per il dolore alle braccia.<br />Lui impietoso,
non solo mi insulta, ma inizia a prendermi a calci
dappertutto.<br />Solamente in posizione fetale riesco a sopportare i
colpi e le botte che ricevo.<br />Intanto mi offende e mi
insulta:”figlio di puttana! Che figura mi fai fare!” “Sei un
miserabile!” “Sei una merda!”<br />Io non oso
controbattere.<br />Taccio.<br />Mi chiudo in me stesso e vorrei spegnere
l'interruttore della mia vita.<br />I calci finiscono, ma non ho il
coraggio di aprire il nido protettivo fatto delle mie stesse
carni.<br />Ma non devo attendere molto, ci pensa il mio carceriere a
ridarmi una forma umana.<br />Mi fa mettere in ginocchio e dice:”merda,
apri la bocca! Devo pisciare!”<br />Così inizio la mia bevuta,
aspra, amara, tossica poiché il mio addestratore è fumatore e nelle
sue urine si concentrano tutti gli scarti delle infinite sigarette
che succhia avidamente fino al filtro.<br />Vorrei vomitare piuttosto
che ingerire quel veleno.<br />Addirittura mi risulta difficile
ingoiare, ciò che invece mi è congeniale col mio padrone.<br />Ho
paura di rigettare il piscio sul tappeto, di non farcela.<br />Ma poi
tutto si svolge come vuole il mio addestratore.<br />Mi afferra la gola
con la sua forte mano.<br />La stringe e la rilascia più volte come
fosse una molla fatta di cartilagini.<br />Così si rilassa la
muscolatura e finalmente il liquido può scorrere dentro di me con
naturalezza.<br />Lasciata la presa e terminata la pisciata, la mia
gola inizia a farmi male. Male per davvero.<br />La stretta del suo
pugno è stata brutale e il mio collo e la laringe ora ne pagano le
conseguenze.<br />Ma questo problema, riguarda solamente me e il mio
futuro.<br />Sempre che io ne possa avere ancora uno, domani.<br />Ora il
mio addestratore siede sul divano in pelle e mi fa cenno di
strisciare da lui.<br />Ubbidisco.<br />Poi, poche parole:”ora
parla!”<br />“E cerca di essere convincente!”<br />La mia arringa
di difesa, ha più i tratti di una invocazione pietosa.<br />E non nego
che i miei occhi siano a terra a fianco dei suoi piedi, tanto mi
sento inferiore e in difetto.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Mi
appello a lui chiamandolo padrone, anche se il mio vero ed unico
padrone è altrove.<br />Inizio, non so come:”padrone, io non valgo
nulla, non merito niente e non sono niente.”<br />“Lo so, i suoi
insegnamenti non sono stati vani e mi hanno reso consapevole della
mia nullità.”<br />“Padrone, lei mi ha cresciuto e mi ha forgiato,
ha piegato le fibre del mio corpo come ha voluto per farmi diventare
uno schiavo adatto a servire altri uomini.”<br />“Padrone, io le
devo tutto, perché la mia vita ora ha un senso e prima non valeva
assolutamente nulla.”<br />“Padrone, da quando mi ha ceduto al mio
attuale signore, la mia esistenza è cambiata, il mio esistere è
vero, la mia giornata ha uno scopo.”<br />“Padrone, io sono felice
grazie a ciò che lei ha fatto di me.”<br />Bruscamente mi
interrompe:”MA ALLORA CHE CAZZO VUO!!!???”<br />Riprendo
tremante:”Padrone, io ecco, vede, Padrone, io credo.”<br />“Mi
sto incazzando”, sbotta!!!<br />Di nuovo:”Padrone, io, io...”<br />“IO
AMO IL MIO SIGNORE!!!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
con quell'affermazione sento il mio cuore scoppiare.<br />L'addestratore
trasecola prima di stamparmi il secondo pugno sul muso.<br />Io penso
di svenire sul colpo, ma lui mi afferra come una bambola di
pezza.<br />Tonando:”TU NON SAI COSA STAI DICENDO!!!”<br />“TU,
SCHIAVO DI MERDA, STAI BESTEMMIANDO!!!”<br />“NON TI RENDI NEPPURE
CONTO CHE HAI DETTO LA CASA PIÙ SBAGLIATA CHE POTEVA PASSARE PER LA
TUA MISERA TESTA DI CAZZO!!!”<br />“MA ADESSO CI PENSO IO A
CAMBIARTI I CONNOTATI!!!”<br />“NON TI PREOCCUPARE!!!”<br />“SEI
FINITO, IMBECILLE CHE NON SEI ALTRO!!!”<br />E detto questo, dopo
aver premuto a terra un pulsante che apre una porta segreta nella
parete di fondo, nascosta da una libreria, mi trascina in una seconda
stanza che non è più una camera, ma una vera e propria sala
operatoria.<br />A questo punto perdo i sensi e svengo a terra ai piedi
del mio addestratore.<br />Cosa ne sarà di me!?</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-80039638982647291472016-12-26T05:20:00.003-08:002016-12-26T05:20:57.939-08:00SABATO SERA <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
42</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Il
mio padrone parcheggia la sua Audi davanti alla casa del mio
addestratore.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Nel frattempo è giunta sul suo cellulare una
fotografia tutta per me, che il mio signore non esita a mostrarmi con
una certa soddisfazione e che traspare dal sorriso sulle sue
labbra.<br />Sopra ad un tavolo sono disposti ordinatamente: un grosso
cazzo di gomma, un plug anale nero, pinze per capezzoli, corde,
manette e due differenti frustini.<br />Sono percorso da un brivido di
terrore, poiché conosco perfettamente ognuno di quegli oggetti e il
dolore che provocano sul corpo.<br />Taccio e restituisco il cellulare
nella mano aperta del mio padrone che lo reclama.<br />Anche lui guarda
l'immagine sorridendo e senza chiedermi cosa ne pensi risponde al
messaggio:”Luca ringrazia del pensiero.”<br />Penso: cosa dovevo
aspettarmi da lui, un mazzo di fiori forse?<br />E sono infelice ma
rassegnato.<br />So che è già tutto scritto e deciso.<br />Alla scena
manca solo la mia sofferenza fisica e il mio dolore, ma tra poco
anche questo tassello verrà colmato.<br />Il mio padrone scende
dall'auto e mi prende per il collo tenendomi sollevato da terra,
quasi fossi una bottiglia di champagne da portare in dono.<br />La sua
mano mi stringe la trachea e fatico a respirare tanto che mi sento
paonazzo in viso.<br />Ma per fortuna il mio addestratore apre in
fretta il cancello automatico e si avvicina a grandi passi per
salutare il mio re.<br />Io vengo dimenticato per qualche secondo,
tempo necessario per riprendere vita e trovare un contegno
adeguato.<br />Sono ai loro piedi, tanto vale restarci e baciare le
scarpe di entrambi in segno di sottomissione.<br />Poi, saprà Dio,
cosa ne sarà di me.<br />Il mio addestratore ci fa cenno di seguirlo
in casa dove troviamo Erik, il nuovo schiavo personale del mio
addestratore, che lui ama definire: compagno.<br />Ma tutti sappiamo
che non è così semplice come sembrerebbe.<br />Ed Erik infatti si
inginocchia e bacia le scarpe del mio padrone in segno di
rispetto.<br />Erik è un bel ragazzo, più vecchio di me di una decina
di anni, ma molto curato e dai lineamenti delicati.<br />È moro, alto,
snello, lieve nei movimenti tanto da sembrare un ballerino.<br />E ciò
affascina molto il mio addestratore che lo guarda con una certa
soddisfazione.<br />Lui e il mio padrone si appartano qualche istante
lasciandomi solo con Erik.<br />Poco dopo è il mio signore a dirmi di
raggiungere il mio addestratore nel suo studio.<br />Così, a
malincuore abbandono entrambi per l'ignoto.<br />Il mio addestratore mi
attende ed io non devo farlo innervosire ulteriormente,
tergiversando.<br />Lui è un uomo di media statura, molto più basso
del mio signore, ma decisamente massiccio e muscoloso.<br />Un viso
dalla carnagione olivastra che tradisce le sue origini del sud ed un
antenato arabo.<br />Ed in effetti basta poco per immaginarlo a capo di
una guarnigione berbera.<br />Ma restiamo ai fatti.<br />Entro nella
stanza e la sua mano mi afferra al braccio come una tenaglia e mi
sbatte a terra sul tappeto.<br />Si avventa su di me e mi schiaccia il
viso con la suola delle sue sneakers logore dicendo:”schiavo di
merda mostra al tuo addestratore cosa sai fare! Schiappa!”<br />E la
mia lingua meccanicamente inizia il suo lavoro di pulizia tra le
zigrinature di gomma della suola che lui preme sul mio viso fino a
calpestarmi a terra.<br />In questa posizione mi parla con voce
profonda:”ho saputo che hai fatto qualche casino.”<br />“C'era da
immaginarselo da un tipo come te.”<br />“Avremo due giorni per
capire per benino cosa hai combinato e cosa ti frulla per la
testa.”<br />“Per ora voglio solo darti un piccolo assaggio,
facendoti provare queste nuove mollette gialle che ho comprato
apposta per i tuoi capezzoli.”<br />E dicendo questo mi preme un
ginocchio sui genitali facendomi sussultare e mi appende le due
innocue pinzette ai seni.<br />Ma confesso che non sento dolore.
Probabilmente i miei tentativi autolesionistici coi quali, da solo,
mi torturo i capezzoli per ingrossarli e renderli più femminili,
danno i loro frutti.<br />Poi mi dice:”merda, ora ti alzi e con Erik
e il tuo padrone andiamo in pizzeria.”<br />“Al ritorno sono certo
che avrai qualcosa da dirmi.”<br />Così ci avviamo tutti insieme
verso “L'antica lanterna”, ove, durante il mio apprendistato da
schiavo, lavoravo come cameriere per pagare il mio addestratore.<br />La
gestione è sempre la stessa e il proprietario, mi riconosce subito
dandomi una pacca sulla spalla.<br />Ora le pinzette iniziano a farsi
sentire, ma dissimulo il fastidio per non disturbare i padroni che
intanto se la spassano.<br />Erik si accorge per primo del mio
turbamento dicendomi:”Luca, conosco bene quella smorfia che hai
sulle labbra.”<br />“Penso che il mio padrone ti abbia applicato le
sue nuove mollette gialle.”<br />“Sbaglio?”<br />Il dolore si fa
strada a morsi:”si Erik, mi sembravano innocue, ma credo di aver
sottovalutato la situazione.”<br />Lui:”lo credo anche io, il
dolore che provocano è crescente e all'inizio non si sentono
neppure, ma lascia che ti scavino la carne e vedrai...”<br />E se la
ride sotto i baffi perché per una volta non è lui il bersaglio del
nostro comune addestratore.<br />Io sto già sudando freddo, inizio ad
accusare dei tremori, oltre ad essere teso come una corda di
violino.<br />Il mio padrone vede il mio disagio e chiede:”tutto
bene, schiavo?”<br />Io balbettando:”ssssiiii ssssiiiignore
tttttuutttto bene, gggggrazie.”<br />Lui:”meno male, mi sembrava di
vederti turbato.”<br />E se la ridono tra loro.<br />Intanto
l'addestratore fa cadere il tovagliolo a terra e
comanda:”raccoglilo!!!”<br />Piegarmi a terra è deleterio e le
mollette mi tagliano la pelle fragile dei capezzoli.<br />Il dolore si
fa ingestibile e prego che la cena finisca rapidamente per tornare a
casa.<br />Ma ciò sembra un miraggio irraggiungibile.<br />Dolce, caffè
e limoncello.<br />Poi forse sarà il momento dei saluti.<br />Io sono
allo spasimo e ora anche il mio padrone sa cosa mi sta paralizzando
dal male.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
mio addestratore gli ha mostrato una terza molletta che aveva in
tasca lodandone le “indiscusse qualità”.<br />Se la ride col mio
addestratore e intanto se la prendono con calma.<br />Poi finalmente a
casa e di nuovo a rapporto.<br />Le pinze mi vengono strappate senza
essere aperte.<br />Nessun segno di pietà.<br />Non resisto e grido per
il dolore, a cui segue un pugno dritto in faccia che temo mi abbia
spaccato il setto nasale.<br />Ma fortunatamente è solo un'impressione
e lo spavento a farmi apparire tutto più grave del reale.<br />Mi
tocco e il mio naso sembra sano.<br />Ora il mio addestratore mi
aggredisce verbalmente diventando particolarmente
aggressivo.<br />“Pezzente! Cosa ti è saltato in mente di fare il
filosofo col tuo padrone?”<br />“Mi ha detto che gli hai fatto dei
discorsi strani e che non sei felice di essere schiavo?”<br />“Ma
che cazzo dici, imbecille!”<br />“Che ti sei messo in
mente!”<br />“Attento bene a quello che dici, perché come ti ho
creato ti distruggo!”<br />E detto questo mi lega i polsi dietro la
schiena agganciandomi al calorifero in una posizione da slogare le
spalle.<br />Mi stringe ancora la corda, in modo da reggere a lungo e,
uscendo dalla stanza dice:”buona notte schiavo!”<br />“Domattina
parleremo nuovamente.”<br />“E spero saprai essere
convincente.”<br />Sbatte la porta lasciandosi al buio e ad una notte
interminabile.<br />Attraverso la porta sento il mio padrone che viene
invitato in soggiorno per due chiacchiere e poi sarà ospite del mio
addestratore.<br />Se sarò fortunato lo rivedrò domattina.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Già
mi manca il suo viso.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-19588772068280285462016-12-25T11:54:00.003-08:002016-12-25T11:54:27.824-08:00CORSO DI AGGIORNAMENTO <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
41</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Sabato
pomeriggio e partiamo per Parma.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ormai siamo alla resa dei
conti.<br />Tra poco il mio padrone mi riconsegnerà nelle mani crudeli
del mio addestratore perché io possa fare il mio “corso di
aggiornamento”.<br />Purtroppo per me, so già in cosa consisterà
questo addestramento aggiuntivo.<br />Ma tutto è già stato deciso dal
mio signore di concerto con il mio addestratore che immagino mi stia
aspettando a "braccia aperte".<br />Il mio padrone intanto è
tutto eccitato mentre pigia il suo piede sull'acceleratore e la sua
bellissima Audi Q5 aggredisce l'asfalto e il mio stomaco arriva in
gola.<br />Qualcosa mi dice che sarà un viaggio breve, ma
intenso.<br />Fortunatamente il mio signore ha deciso di farmi sedere
al suo fianco e non accartocciato nel porta bagagli, peraltro
minuscolo.<br />Siedo alla destra del mio signore e lo ammiro, lo
adoro, lo amo.<br />Non ci sono diversi modi per descrivere il mio
sentimento: è totalizzante e mi rende felice, nonostante io stia
annegando in un mare di angoscia.<br />Mi dice:”dopo tanti sacrifici,
non sei emozionato di rivedere il tuo addestratore?”<br />Si, perché
in effetti il viaggio è stato preceduto da una serie di operazioni
preparatorie di cui alcune davvero poco simpatiche.<br />Il mio
addestratore infatti mi ha ordinato una rasatura totale di ogni pelo
del corpo, in modo da essere liscio come una donna.<br />Ciò
sicuramente per rendere più dolorose alcune torture e facilitare
eventuali medicazioni estemporanee.<br />Inoltre un uomo senza pelo,
che uomo è?<br />Non è più un maschio, ma un fantoccio, una
femminuccia.<br />Che in questo caso ha le mie fattezze.<br />Dopo la
depilazione è stata la volta di una bella pulizia esterna e
soprattutto interna per mezzo di un grosso clistere depurativo di due
litri col quale ho svuotato completamente il mio intestino tra dolori
e crampi che non mi hanno ancora abbandonato completamente, ma che
cerco di sopportare in silenzio.<br />Dopo il clistere salino, un
messaggio sul cellulare del mio padrone, gli ha chiesto come ultimo
atto preparatorio, di indurmi più volte il vomito perché svuotassi
anche lo stomaco.<br />E questo è stato forse il passaggio più
difficile, poiché in tal senso sono mio malgrado abbastanza
forte.<br />Il mio proprietario però si è adoperato con tutta la sua
astuzia per prepararmi a puntino.<br />Dopo aver provato ogni mezzo,
arrivando ad infilarmi in gola di tutto tra cui anche un lungo
attrezzo che usa per rabboccare l'olio della sua moto, alla fine è
stata sufficiente una telefonata.<br />Si, una telefonata a Giada che,
dopo essere arrivata in soccorso del mio padrone ed aver compreso il
problema, ha lasciato, con sua somma grazia, tutta la situazione
nelle bellissime mani del mio signore.<br />E ciò nel vero senso della
parola!<br />Così, mi sono ritrovato con la testa tra le gambe
divaricate di Giada e col naso a pochi centimetri dalla sua “fica
odorosa”.<br />E forse già questa esposizione prolungata avrebbe
sortito l'effetto sperato, se solo fossi rimasto lì a studiare da
vicino un po' più a lungo "l'origine del mondo".<br />Tuttavia
il mio padrone andava di fretta.<br />Aperta e penetrata dalle dita del
mio signore, la vagina di Giada inizia a sciogliersi in una soluzione
gelatinosa che lui raccoglie in un bicchiere sottostante.<br />Allungata
dalla saliva di entrambi, più volte rabboccata a forza di sputi,
alla fine il mio cocktail è pronto.<br />Il mio padrone e la dea si
godono la scena, mentre io devo ingurgitare quel beverone
terrificante e dal puzzo indescrivibile.<br />Persino loro, che ne
hanno elaborato la ricetta, faticano a guardarmi disgustati.<br />Il
mio signore intanto “filma” la mia performance, per poi inviare
il video al mio addestratore.<br />Il bicchiere è maleodorante e
melmoso.<br />Il mio padrone mi comanda:”ciak si gira! Bevi
schiavo!”<br />Io non posso venire meno.<br />Mi avventuro e inizio ad
ingoiare, ma il contenuto è tanto denso che si ferma in gola.<br />A
questo punto cerco il respiro che si mescola degli umori vaginali di
Giada.<br />Il conato di vomito è istantaneo e mi tuffo nel wc con
tutto il capo svuotando fino alla fine ogni minimo residuo di cibo
presente nel mio corpo.<br />Il mio padrone intanto se la spassa
ridendo con Giada, complimentandosi con se stesso per quella perfida
idea che ha permesso di raggiungere l'obbiettivo.<br />Ovviamente poi
la dieta a seguire è stata ferrea.<br />Acqua, nulla di più.<br />Così
ora sono qui, a fianco del mio signore, sulla sua Audi sportiva, ma
ancora sottosopra e più vuoto delle mie tasche.<br />Il mio padrone
guida con disinvoltura e parla al cellulare con i suoi amici, tanto
che la mia presenza è irrilevante, tranne quando, arrivati
all'autogrill, facciamo sosta.<br />Il mio signore odia i bagni
pubblici, ma per fortuna ha il suo schiavo che all'occorrenza diventa
il suo pisciatoio personale.<br />Nascosti sul retro, eccolo abbassare
la zip dei suoi jeans e infilare il suo membro nella mia bocca.<br />Tutto
è molto veloce e meccanico.<br />Io bevo avidamente e pulisco ogni
goccia.<br />Ormai non temo rivali e sono felice di servire il mio
padrone al meglio.<br />E anche lui è soddisfatto del mio operato.<br />Lo
capisco senza ulteriori commenti da parte sua.<br />Si riparte e dopo
poco in serata siamo a Parma.<br />Intanto il mio cuore è gonfio di
agitazione.<br />Penso a mille cose e non so nulla su ciò che mi
attende.<br />Il mio signore guida ed è silenzioso.<br />Anche lui sarà
assorto nei suoi pensieri?<br />Chissà a cosa pensa un uomo come
lui?<br />Quali interrogativi muovono il suo cervello?<br />Io non posso
certo capire, ma solo ammirarlo di sfuggita, sprofondando nel sedile
che sembra inghiottirmi tanto è morbido e accogliente.<br />E come è
vera e reale la differenza tra noi.<br />Lui, il mio padrone, bello,
potente, fiero e orgoglioso alla guida di un bolide per cui tutti ci
ammirano invidiosi.<br />Io, da solo, un miserabile che elemosina il
fango calpestato da altri uomini per sopravvivere.<br />E chino il capo
verso le gambe, perché il mio signore non veda le lacrime che stanno
rigando il mio volto e scavando la mia anima.<br />Ormai ho imparato a
piangere senza farmi sentire.<br />Un lamento che grida solo dentro me
stesso, ma che si spegne senza disturbare nessuno.<br />Il mio signore
per primo, che ha diritto di godere una vita degna di tale
nome.<br />Parma!<br />Il cartello autostradale mi salva dai miei
pensieri.<br />“Ci siamo!”esordisce il mio padrone.<br />“Schiavo
prendi il mio cellulare e avvisa il tuo addestratore che siamo
arrivati.”<br />Squilla a vuoto...<br />Poi la sua voce severa incontra
la mia:”Bene, ti stavo aspettando!”<br />Balbetto e chiudo la
comunicazione restando in silenzio.<br />È scuro fuori dal finestrino
e notte fonda nella mia anima.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-62650758350958327042016-12-16T10:55:00.003-08:002016-12-16T10:55:28.868-08:00UN NUOVO PAIO DI SCARPE<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
40</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Vi
sono mattine, come questa, in cui alzandomi dal letto vengo subito
raggiunto da un profondo senso di nausea.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Mi sollevo e mi avvicino
alla cucina per fare colazione, ma anche solo la vista del cibo
acuisce ancora di più il mio malessere e non riesco neppure ad
aprire la bocca per ingerire un goccio di latte.<br />Il mio padrone è
già al lavoro, io inizierò tra poco a prendermi cura della casa e
delle sue cose.<br />Insomma il mio compito di schiavo che si completa,
oltre che nell'occuparmi della persona e del benessere del mio
signore, anche per mezzo di uno scrupoloso e attento servizio
tuttofare.<br />Così, svogliatamente, mi allontano dalla cucina, ma so
già dove andrò a parare per trovare consolazione.<br />Ancora con lo
stomaco sottosopra, mi avvicino a quella che ormai considero la mia
seconda casa: ovvero la scarpiera del mio padrone.<br />Apro i cassetti
e vengo subito investito da quell’odore virile di cuoio ben
ingrassato, gomma, pellami trattati ad arte, ma anche sudore, umori
maschili e fatica sportiva, che ormai fanno parte integrante del mio
organismo.<br />Sono le essenze più vicine al mio padrone, quegli
odori che si mescolano con il suo incedere, con le attività che
svolge, con la vita che ogni giorno lo fa essere il mio senso
esistenziale.<br />E con questi odori mi rianimo.<br />Il mio corpo trova
una nuova vita, inspirando profondamente in modo da immergermi tutto
alla ricerca di quella certezza a cui mi aggrappo e da cui traggo la
forza necessaria per guardare avanti.<br />Osservo le scarpe del mio
padrone e cerco il posto vacante, lo spazio in cui ieri sera erano
adagiate quelle che oggi sono state prescelte per accompagnare i suoi
piedi bellissimi in giro per il mondo.<br />Come le invidio dentro
me!<br />Vorrei io stesso essere quelle scarpe che ora si piegano e si
torcono, ed avvolgono amorevolmente al loro interno i piedi del mio
signore.<br />Cerco e trovo il posto libero nella scarpiera e per
esclusione, come se in testa avessi una sorta di archivio visivo,
concludo che oggi il mio padrone stia indossando le sue Church’s
nere a coda di rondine.<br />Scarpe bellissime e preziose di un cuoio
lucido e lavorato a specchio in cui mi rifletto la sera, quando le
pulisco, trovandomi persino bello, ma ciò soltanto perché la mia
immagine riluce in esse, migliorandosi.<br />Accarezzo il vano ove
poggiano quelle suole invisibili, quasi ricercando anche solo un
piccolo granello di terra da portare alla bocca, da ingerire, per
avere un se pur misero contatto col mio signore.<br />Tutte le
calzature del mio re sono meravigliose: scarpe di marca, costose e
con un loro carattere ben definito.<br />Persino le scarpe del mio
padrone mi mettono in soggezione, tanto lo rappresentano, ma
inevitabilmente ne sono attratto e schiavo.<br />Penso al mio signore e
sospiro.<br />Penso a lui e lo amo.<br />Tocco le sue calzature e mi
sento vuoto, proprio come queste scarpe che tristemente oggi sono
chiuse in questo armadio.<br />Proprio come me, sigillato in questa
casa ad attendere il rientro del mio signore.<br />Ricerco nella
scarpiera le sue ciabatte, quelle che fino a poco prima erano sotto i
suoi piedi.<br />Le stringo contro il mio viso, leccando disperatamente
ove poggiano le sue dita, il tallone e la pianta, ricercando quel
sudore che deve essersi depositato tra ieri ed oggi, poiché questo
rito è quotidiano.<br />Il mio stomaco si apre solo ora e sento
crescere un languore che per me<br />è diventato insaziabile: la fame
del mio signore.<br />Un desiderio che è interno alle mie carni, che
si fa strada in me e che ha necessità di nutrirsi di ciò che è il
cibo di uno schiavo.<br />Confesso che questo alimento, indispensabile
alla mia sopravvivenza, non è altro che il sudiciume che il mio
signore calpesta sotto le suole delle sue scarpe.<br />Un cibo che non
è alimento per nessuna specie vivente, ma lo è per me, che vivo e
spero di poterne sempre reperire a sufficienza per il mio
sostentamento.<br />Ecco perché ogni altra leccornia, ha perso
qualsiasi interesse al mio palato, in confronto a ciò che posso
trovare sotto le suole del mio padrone.<br />Mi rendo conto che questa
affermazione sia sconvolgente e allucinante, ma tra un buon piatto di
pasta e il sudiciume calpestato dal mio signore, non avrei nessun
dubbio su cosa prediligere per il mio stomaco.<br />E credo che il mio
signore sia consapevole di questa mia unica esigenza vitale.<br />A
volte infatti al suo rientro, il mio padrone, guardando le sue
scarpe, magari infangate o polverose, mi dice:”questa sera,
schiavo, c'è parecchio cibo per te!”<br />E se la ride, forse
immaginandomi con la bocca piena di quella melma che insozza le sue
suole.<br />Ma io in quel momento invece già pregusto il mio pasto,
che se è una punizione nella mente del mio re, è invece per il mio
corpo la massima aspirazione.<br />Lascia le sue scarpe sporche ovunque
mentre io stesso lo aiuto a indossare le ciabatte da casa o altre
calzature laddove debba uscire nuovamente.<br />Oppure, quando mi
consegna la sacca da calcio, per prima cosa ricerco sono le sue
scarpette coi tacchetti.<br />Ed ogni volta, con mia grande letizia, le
trovo avvolte da uno strato di fango e terra che certamente non andrà
perduta inutilmente.<br />Ma sarà la mia cena, il mio pasto di
schiavo, il mio premio, oppure nella testa del mio signore, la mia
ennesima umiliazione.<br />Ma al momento ho per le mani le sue
ciabatte, nulla di più.<br />Così mi devo accontentare di una magra
colazione, leccandone le suole, ove solamente un po' di polvere e
qualche sassolino mi daranno la forza oggi per restare in piedi.<br />Ma
di colpo, la porta alle mie spalle, spalancata con voluta violenza,
mi schianta contro il mobile della scarpiera, spalmando il mio viso
contro le ciabatte del mio padrone.<br />È lui dietro di me e con tono
seccato mi dice:”schiavo, ecco dove ti eri cacciato!”<br />“Dovevo
immaginarmelo!”<br />Ed io:”padrone, ma come mai a casa oggi?”<br />Lui
perentorio:”ho preso un giorno di ferie, e oggi intendo fare spese,
mi è proprio venuta voglia di comprare un nuovo paio di scarpe.”<br />E
lo dice con lo stesso tono di quando, con i suoi amici, parla di
mollare una ragazza per una, a suo dire più “fica”.<br />Per il
mio padrone, tutto ha il medesimo peso, all'infuori di se stesso
ovviamente.<br />Una persona, un oggetto, un essere vivente, un sasso,
tutto è uguale nella sua mente e ovviamente non vale nulla.<br />Ed io
dove mi colloco in questa scala di valori?<br />Logicamente all'ultimo
posto, sotto le suole delle sue scarpe.<br />Dopo il sudiciume di cui
mi nutro.<br />“Schiavo!” richiamando la mia attenzione:”oggi
andiamo in centro da Gianni, ha un negozio di calzature che ti farà
impazzire.”<br />“E tu sarai il mio valletto personale
nell'aiutarmi a scegliere un nuovo paio di scarpe degno del tuo
padrone.”<br />“Signore”, balbetto,”non so come
ringraziarla.”<br />E lui sorridendo:”sono certo, schiavo, che
troverai il modo!”<br />...</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Arriviamo
in centro nel pomeriggio e subito il mio signore bellissimo si dirige
verso il negozio di “Borghetti”, la boutique di scarpe più in
vista della città.<br />Non vuole perdere tempo il mio padrone,
oppure, più realisticamente, non gradisce farsi vedere in giro con
un essere inferiore quale io sono.<br />E come biasimarlo...<br />Lo
osservo dalla mia piccolezza e mi domando perché abbia voluto
portarmi con se.<br />Lui è così bello, forte, sicuro e possente,
mentre io, ecco... lasciamo perdere...<br />Entriamo nel negozio e
subito osservo venire incontro al mio padrone il proprietario che,
con un saluto caloroso e una stretta di mano lo accoglie
dicendo:”finalmente posso rivedere il mio miglior cliente.”<br />E
il mio signore:”Gianni, sei sempre il solito adulatore. Non
cambierai mai, anche se forse è vero, ho talmente tante scarpe tue
che potrei farti concorrenza!”<br />“Ma d'altronde il tuo è il
miglior negozio della città e per i miei piedi, voglio solo il
meglio!”<br />Entrambi ridono di gusto.<br />Poi il proprietario mi
squadra dall'alto in basso con fare schifato, come a chiedersi: ma
cosa è questa cosa?<br />Il mio padrone intuisce il suo disgusto e lo
rassicura:”Gianni porta pazienza, è solo il mio schiavo personale
non farci caso.”<br />“Non vale nulla, anche se questa volta, mi
piacerebbe che fosse lui a servirmi.”<br />“Dagli uno dei tuoi
grembiuli neri e qualche dritta su cosa deve fare.”<br />Io intanto
sono con la testa tra le nuvole.<br />Il negozio è davvero una
meravigliosa raccolta dei capi più belli di calzature maschili
d'alta moda.<br />Church's shoes, Louis vuitton, Cesare Paciotti,
Alessandro Dell'acqua, Tod's, Gucci, Prada.<br />Insomma tutto ciò che
ho sempre sognato e non ho mai potuto vedere tanto da vicino.<br />Il
negozio dei balocchi per uno schiavo che non ha neppure il senso di
esistere.<br />Scarpe che non avrò mai il diritto di indossare, sono
un servo, ma che desidererei almeno poter lucidare con la mia lingua,
una volta nella vita.<br />In questo momento sono grato con tutte le
mie fibre al mio signore.<br />Anche questa esperienza meravigliosa è
merito suo e ne sto godendo grazie alla sua generosità.<br />Mentre il
mio padrone sceglie con Gianni i modelli da provare, sedendosi poi ad
attendere, sprofondando in una poltrona di cuoio anticato, il
proprietario mi prende per la collottola, quasi fissi un cane, e mi
trascina sul retro del negozio.<br />Mi dice severo:”faccio questo
solo perché sono molto amico del tuo proprietario!”<br />“Sappi
che tu e quelli come te mi fanno ribrezzo e per conto mio ti
schiaccerei come uno scarafaggio sotto le suole delle mie scarpe!”<br />Io
remissivo:”comprendo signore! Le chiedo perdono per ciò che
sono!”<br />Lui:”taci merda! Prendi questo grembiule e legatelo in
vita.”<br />“Poi porta questa pila di scatole al tuo
padrone.”<br />“Sono i modelli che ha scelto.”<br />“Inginocchiati
ai suoi piedi e aspetta!”<br />Ubbidisco e raggiungo il padrone.<br />Lui
ironico mi osserva:”schiavo, ma come sei bellino vestito da
calzolaio.”<br />“Non trovi Gianni?”<br />Non arriva risposta, ma
solo un segno di assenso col capo.<br />Nel frattempo inizio ad aprire
le confezioni ed a mostrare i modelli al mio padrone, che ovviamente
li vuole calzare subito: è impaziente.<br />Lui si alza in piedi sopra
di me che, come uno straccio, cerco di aiutarlo.<br />E consumo mani e
ginocchia gattonando attorno a lui per cambiare i modelli,
infilandoli e sfilandoli dai suoi piedi meravigliosi.<br />Nel
frattempo entrano in negozio altri clienti, una giovane coppia e il
proprietario ci lascia per andare da loro.<br />Ormai padroneggio
abbastanza bene la materia.<br />Il mio signore è bellissimo ed ogni
calzature gli dona alla perfezione.<br />Impossibile non
apprezzarlo.<br />Io poi ne sono estasiato e lo ammiro.<br />Lui è ben
consapevole di tutto questo e gioca con la mia miserevole vita,
qualche volta calpestando le mie dita, altre volte con piccoli calci,
oppure avvicinando le scarpe al mio viso per vedere se si intonano
col colore della mia pelle, visto che spesso dovrò fare da
poggiapiedi.<br />Il mio padrone diventa sempre più perentorio e mi
umilia pesantemente arrivando a calpestare il mio corpo per provare
la bontà delle scarpe, camminando sulla mia schiena.<br />Tutto ciò
davanti al proprietario, alla giovane coppia di clienti ed alcuni
passanti che osservano la scena dalla vetrina con morbosa
curiosità.<br />Il mio padrone è sicuro di sé, non si vergogna di
usarmi come una pezza da piedi, anche perché è ciò che sono.<br />Io
intanto ho perso il senso del pudore e lascio che il mio signore
faccia di me ciò che desidera.<br />Lo amo e sono disposto a tutto per
lui e per farlo felice.<br />La mia schiena è a pezzi, ma non rinuncio
ad essere calpestato e umiliato a terra.<br />Fino a quando il mio
padrone si sofferma, seduto in poltrona, ad osservare meglio un paio
sneaker di Yves Saint Laurent con borchie e fibbie.<br />Io sono a
terra davanti a lui, come una pelle di vacca, col viso a pochi
centimetri dai suoi piedi.<br />E attendo.<br />Mi comanda:”schiavo,
fammele riprovare!”<br />Per aiutarlo non mi risparmio di certo e
lascio che le punti contro la mia bocca per poterle indossare
comodamente.<br />Poi ancora una passeggiata sulla mia schiena per
concludere l'acquisto.<br />“Gianni”, esordisce,”anche questa
volta le tue scarpe sono davvero inimitabili.”<br />“E questa volta
non ti ho fatto neppure lavorare!”<br />Senza bisogno di nessuno
comando, intanto rimetto in ordine le altre scarpe sparse attorno,
restando sempre in ginocchio.<br />Il proprietario intanto parla con la
giovane coppia di clienti, ma dopo poco li sento dire:”vorremmo
anche noi essere serviti dal suo garzone.”<br />Il mio padrone e il
proprietario all'unisono:”e perché no!?”<br />Così entrambi ora
si godono la scena, mentre il ragazzo, un gran pezzo
d'uomo,sicuramente giocatore di rugby, si siede in poltrona al posto
di comando.<br />La sua ragazza cinguetta sul bracciolo, mentre lui già
mi preme le sue sneakers sudice contro la bocca perché io gliele
tolga.<br />Tutti si godono la scena piacevolmente eccitati da questa
perversione inattesa.<br />Io ormai sono come un tappetino sotto i
piedi enormi del ragazzo che, per divertire la sua compagna e farsi
ancora più maschio, mi sta facendo letteralmente a pezzi.<br />Ma
anche questo è il destino di uno schiavo.<br />Il mio padrone e il
proprietario, dal bancone, se la ridono di gusto, mentre tra
loro:”sai, forse dovresti mandarmelo in negozio una volta ogni
tanto.”<br />“Penso che incrementerei parecchio le vendite!”<br />E
il mio padrone:”si, hai ragione Gianni, vedo che il mio schiavo ci
sa fare con i clienti.”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-80759368730460406702016-12-15T10:20:00.001-08:002016-12-15T10:20:04.397-08:00COCK CAGE <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
39</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Oggi
è una giornata particolarmente impegnativa.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il mio signore
infatti questa sera ha ospiti e mi ha comandato di occuparmi di tutto
ciò che riguarda una speciale accoglienza per i suoi amici della
squadra di calcetto di cui è capitano.<br />Non ci vuole molto ad
immaginare quanto io sia agitato per l'evento.<br />Principalmente
perché devo assolutamente far fare bella figura al mio padrone, e
poi perché vedrò girare per casa una dozzina di bellissimi ragazzi
forti, affamati e odorosi di sesso come è tipico di questa età.<br />Un
odore che conosco fin troppo bene e che invade le mie narici ogni
volta che raccolgo da terra gli slip usati del mio padrone o mi
adopero per svuotare la sua sacca da ginnastica.<br />Un profumo, lo
definirei, perché mi ci immergo pienamente come nella più deliziosa
fragranza di bouquet.<br />È l'odore della gioventù, di quella
arroganza che fa credere ai giovani uomini di essere
immortali.<br />Un'essenza che li richiama l'un con l'altro, a cibarsi
di quella sicurezza che ostentano, ma ancora non posseggono.<br />Godo
di quell'aroma e me ne nutro, finché posso.<br />Ma per il momento la
mia mente deve essere concentrata sulla preparazione della serata e
dimenticare tutti questi pensieri "filosofici".<br />Corro
tutto il giorno per occuparmi di ogni incombenza, dal cibo alla
spesa, alla birra, che ovviamente non deve mancare!<br />Ne porto a
casa due casse in modo da essere sicuro che i ragazzi ne abbiano in
abbondanza.<br />Poi sistemo ogni cosa, cucino e preparo la casa
spostando qualche mobile del soggiorno per fare spazio alla truppa di
baldi giovani scatenati.<br />Non è la prima volta che il mio padrone
ospita i suoi amici, pertanto so esattamente cosa devo fare e cosa si
aspetti.<br />E penso, forse presuntuosamente, che il mio signore sia
sereno nell'avermi affidato questo compito.<br />Così la mia giornata
si consuma rapidamente e mi trovo nel tardo pomeriggio senza essermi
riposato un solo istante.<br />Ma d'altronde è giusto così, sono uno
schiavo, una sorta di animale da fatica e quindi devo lavorare per il
mio signore.<br />Nel frattempo è arrivato il mio padrone
dall'ufficio, bellissimo come sempre e raggiante, poiché immagino
stia già pregustando la serata con i suoi compagni.<br />Mi prostro ai
suoi piedi, li bacio in segno di saluto e lo rassicuro circa i miei
sforzi per rendere la sua festa impeccabile.<br />Lui osserva tutto e
si sincera che abbia davvero la situazione sotto controllo poi mi
dice:”schiavo, mi sembra che sia tutto ok!”<br />Orgoglioso mi
sento davvero gratificato dal mio padrone e, nel prendere in consegna
la sua ventiquattrore, gli lascio la sacca per il campo già pronta
con tutte le sue cose pulite e ordinate.<br />Sta per uscire quando
all'improvviso:”schiavo, mi stavo dimenticando il tuo regalo!”<br />Io
resto impietrito e immobile davanti al mio re, mentre lo vedo aprile
la valigetta ed estrarre un pacchetto di cartone.<br />Mi dice:”pensa
che arriva nientemeno che dalla Cina.”<br />“L'ho ordinato apposta
per te da tempo e finalmente è qui!”<br />“Anzi, direi che
possiamo anche vedere se funziona a dovere.”<br />E mentre lo dice sì
toglie il giubbotto in pelle, mostrando i suoi pettorali scolpiti,
tenuti a bada malamente da una maglietta bianca finissima.<br />Io mi
sento davvero una nullità davanti al mio signore e non riesco a
dissimulare un piacere che si allarga in mezzo alle mie gambe.<br />Ma
taccio e attendo il mio padrone che sta scartando con le sue lunghe
dita il mio "regalo".<br />Intanto mi parla:”non aspettarti
nulla per te ovviamente, sei soltanto uno schiavo e non devi
possedere nulla.”<br />“Si tratta di uno strumento che a questo
punto è davvero indispensabile perché io possa continuare ad averti
al mio servizio.”<br />Così la mia mente immagina: forse il mio
padrone mi ha comperato un collare con la targhetta per il mio nome,
proprio come si fa con i cani.<br />E questo sarebbe davvero il
coronamento del mio sogno.<br />Un legame fisico e visibile tale da
confermare a me stesso e al mondo che io gli appartengo e che il mio
padrone vuole marchiarmi come sua proprietà.<br />Ma la delusione è
grande quando, scartato il pacchetto, il mio signore esclama:”ecco
qua il tuo nuovo cock cage!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Confesso
la mia ignoranza nel vedere quello strano attrezzo in acciaio inox
tra le sue mani, ove riconosco solamente un piccolo lucchetto, come
elemento famigliare.<br />Ma cosa è questo cock cage?<br />Interrogo il
mio padrone con lo sguardo, quasi attendessi una vera e propria
rivelazione.<br />Ed il mio interrogativo è tanto palese che il mio
signore mi guarda come se avesse davanti un bambino a cui dover
spiegare come funziona la vita.<br />Mi dice:”che schiappa di
schiavo!” “Non sai proprio nulla!”<br />“Sei davvero tanto
ignorante!”<br />E si gingilla tra le mani quello strano oggetto fino
a quando non me lo pone davanti alla faccia in una forma
inequivocabile.<br />“Schiavo!” Mi esorta,”ma non vedi che è una
gabbia da mettere sul tuo uccello!?”<br />“Adesso riesci a capire
come funziona o devo farti un corso accelerato?”<br />Ora è davvero
tutto molto più evidente e mi rendo conto che tra poco questo strana
macchina di tortura, sarà ancorata ai miei genitali.<br />Il mio
padrone esclama:”schiavo! Nudo!”<br />Tolgo i pantaloni e gli slip
mostrando il mio sesso eccitato al mio signore.<br />E lui:”forse la
taglia che ho scelto per il tuo cazzo miserabile è un po' più
piccola del necessario, ma cercheremo di farlo andare bene lo
stesso.”<br />“Poi una volta indossato sarà un problema tuo
gestire questa gabbietta.”<br />E ride sadicamente il mio padrone
mentre prova a fare entrare il mio membro nella feritoia in cui verrà
serrato.<br />Ma nulla, bisogna intervenire diversamente.<br />Il mio
signore seccamente mi comanda:”schiavo, porta del ghiaccio e uno
straccio!”<br />Corro e ritorno da lui con l'occorrente.<br />Il mio
padrone prende il ghiaccio e il canovaccio arrotolandolo attorno al
mio pene dicendo:”tienilo ben stretto attorno al tuo cazzo fino a
quando te lo dico io!”<br />“Non ho voglia di gelarmi le mani per
colpa tua!”<br />Ubbidisco e dopo poco sento il mio sesso sgonfiarsi
e ridursi ad un misero cencio di pelle.<br />Il freddo mi attanaglia
l'inguine, mi sta gelando paralizzandomi, ma abbiamo raggiunto lo
scopo.<br />Il mio padrone pare soddisfatto nel vedere il mio sesso
totalmente annichilito.<br />Ridendo:”che misero cencio!!!” “Mi
fai pena!!!”<br />“Davvero schiavo, mi fai pena!!!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Mi
sento profondamente umiliato, ma va bene così, è il mio
destino.<br />Ora il mio sesso è pronto e il mio padrone non perde
tempo.<br />Inoltre il mio re si è accorto che il cock cage è dotato
anche di un catetere che deve essere inserito nell'uretra e che mi
permetterà di tenerlo indossato perennemente.<br />In punta, un
piccolo rubinetto, mi consentirà, su ordine del mio signore, di
urinare.<br />Tremo pensando che tra poco il mio padrone attraverserà
il mio pene con il catetere fino alla vescica.<br />Immagino già il
dolore, il tubo sembra enorme in confronto al piccolo foro sulla
punta del mio cazzo.<br />Ma non devo attendere molto per scoprire la
sofferenza verso cui sono proiettato.<br />Le bellissime dita del mio
signore afferrano il mio glande dilagandolo e trafiggendolo con il
tubo di gomma che, lubrificato appena, entra faticosamente sotto la
spinta inferta dal mio padrone.<br />Il dolore è terrificante e sento
un bruciore devastante dentro il pene, come se fosse immerso nella
benzina.<br />Fuori il mio sesso è già imprigionato dalla gabbia in
acciaio inox e, a manovra conclusa, mi ritrovo spaventato e
ansimante.<br />Il mio padrone è severo ora:”schiavo, ma sei proprio
una femminuccia!”<br />“Che cosa vuoi che sia!”<br />“Su, un po'
di coraggio!”<br />Detto questo, avvicina l'anello che stringe i miei
testicoli al resto del meccanismo, chiudendo il tutto con il
lucchetto.<br />“Ecco fatto!” </span></span></span>
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
facendo penzolare la chiavetta davanti ai miei occhi dice:”adesso
te le scordi le tue belle seghe di nascosto a base di slip usati e
calzini puzzolenti!” “merda che non sei altro!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ora
non ho scampo e il mio piacere sarà davvero soltanto un ricordo.<br />Ma
il mio padrone ha deciso questo per me ed io lo devo
accettare.<br />“Bene!” Esclama il mio signore!<br />Ora posso
finalmente andare al campo.<br />“Ai miei piedi schiavo!”<br />E mi
inchino a terra, tra i dolori più atroci, perché il catetere è
rigido e ancora devo abituarmi a questi nuovi movimenti.<br />“Schiavo,
tra poco torno con la squadra!”<br />“Ti voglio nudo e metti bene
in vista il tuo nuovo regalo.”<br />“Voglio che lo vedano tutti!”<br />E
sbattendo la porta se ne va, lasciandomi da solo con una tristezza e
desolazione inconfessabile.<br />...</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ore
21.00 suonano alla porta ed in breve la casa è invasa dagli amici
del mio padrone.<br />Loro, inizialmente imbarazzati nel vedermi nudo e
con questo strano attrezzo appeso ai genitali, ben presto prendono
confidenza e quasi non fanno più caso alla mia umiliante
situazione.<br />Tra loro intravedo gli amici più intimi del mio
signore: Gio e Diego che si avvicinano complimentandosi con me,
ovviamente in modo sarcastico, per il gioiello che porto in mezzo
alle gambe, colpendolo con degli schiaffi.<br />Il mio padrone deve
essersi certamente fatto bello raccontando loro questa sua nuova
sadica bravata.<br />Ma io gli appartengo e pertanto devo accettare
questa cocente umiliazione.<br />Io intanto mi inchino davanti agli
ospiti fino a terra: remissivo e ubbidiente, mettendomi a totale
disposizione come sempre.<br />Alcuni mi scrutano, sghignazzando circa
la mia condizione, altri sono incuriositi e studiano da vicino la
gabbia che imprigiona la mia virilità a stento tenuta a freno.<br />Gli
umori dei ragazzi e la vista di quei corpi mi porta al delirio e il
mio cazzo non sente ragioni, si ingrossa e chiede spazio.<br />Ma il
cock cage non concede sconti ed anzi reclama il suo contributo di
sofferenza.<br />Schiacciato e spremuto, il mio membro si contorce
strappando i testicoli a cui la gabbia è ancorata.<br />Il dolore è
straziante, ma devo sorridere per gli ospiti e per il mio padrone che
mi sta osservando.<br />Il catetere interno poi mi uccide dal male e
temo addirittura mi possa perforare la vescica.<br />Ma non posso fare
nulla se non continuare a servire tartine, pizzette, aperitivi e
birre che i ragazzi stanno divorando davanti ai miei occhi, come se
la mia presenza fosse la cosa più normale del mondo.<br />Alcuni, i
più audaci, mi scherniscono facendomi cadere a terra, umiliandomi
chiamandomi 'puttanella', altri spremendo i miei capezzoli già
devastati dalle mani del mio padrone e che presto si arrossiscono di
sangue.<br />Altri ancora, con le loro scarpe, mi prendono a calci
contro la mia gabbia, acuendo un dolore già allo spasimo.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Mentre
Gio, Diego e il mio signore bellissimo se la ridono tra loro.<br />Ma
tutti si divertono e ciò garantisce il successo della festa.<br />E il
mio padrone è soddisfatto, lo vedo sorridente e orgoglioso del suo
potere ammaliatore.<br />Lo guardo ed io stesso ne sono affascinato,
innamorato, estasiato.<br />Lo sento alzare la voce in mezzo al gruppo
dicendo, da buon padrone di casa:”ragazzi se vi serve il bagno,
Luca è a vostra completa disposizione.”<br />E dopo poco il mio
signore si avvicina, mi solleva brandendomi per il collo dicendo:”e
ora te ne vai nel cesso e ti succhi tutta la piscia dei miei amici è
chiaro!?” “Non ne devi perdere una goccia!!!”<br />Indicandomi le
casse di birra ormai agli sgoccioli ride:”vedo che i ragazzi
avevano sete.”<br />“Hai fatto bene, schiavo, a prendere qualche
bottiglia in più.”<br />“Ed ora immagino che anche tu sarai
assetato, dopo tanto lavoro.”<br />Così, mi indica il bagno e mi
ordina di accovacciarmi a terra vicino al wc.<br />Prima di lasciarmi
mi rassicura:”ora ci penso io agli ospiti, tu occupati dei loro
bisogni.”<br />E già sulla porta si affaccia uno dei compagni di
squadra del padrone.<br />“Devo pisciare, cazzo!” Esordisce
ridendo, mezzo ubriaco.<br />Il mio padrone:”avanti Zago, sarai il
primo a dissetare il nostro schiavo.”<br />Rivolto a me:"apri
bene la bocca e inizia a bere!!!<br />Così, nel corso della serata
tutti o quasi si serviranno di me per le loro funzioni corporali.<br />Chi
con un cazzo esemplare, chi normodotati, altri piccoli e circoncisi,
ma tutti passando per la mia bocca, messa per l'occasione a loro
disposizione.<br />Non so dire quanta urina sia scesa quella sera nel
mio stomaco, ma se la rapporto alle casse di birra, sicuramente un
quantitativo ragguardevole.<br />Verso le tre del mattino la festa è
finita e il silenzio regna nella casa.<br />A fine serata il mio
padrone viene a raccogliermi da terra.<br />Sono sfinito, maleodorante
e pieno fino all'orlo, tanto da non resistere oltre.<br />Anche il mio
signore deve pisciare e non fa certo i complimenti.<br />Prende la mia
testa tra le mani, la schianta contro il muro e piscia dentro di me,
senza curarsi di ciò che ho già subito.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Esclama:”non
ne potevo più di tenerla in serbo per te!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sorridendo:”guarda
quanti sacrifici fa il tuo padrone pur di darti da bere!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Non
posso ringraziare il mio padrone perché ho ancora la bocca piena, e
non solo...<br />Il cock cage intanto è ancora chiuso e non posso
urinare per liberarmi.<br />Mi sembra di impazzire e temo di non
farcela più a resistere.<br />Il mio padrone mi fa sedere sopra ad un
secchio e finalmente mi permette di aprire la valvola che chiude la
mia tortura.<br />La mia piscia esce lentamente con uno spruzzo sottile
e rumoroso di cui provo vergogna davanti al mio re.<br />Ma anche
questo sicuramente fa parte del disegno di umiliazione che il mio
signore aveva già in serbo per me.<br />Finisco di svuotarmi
riempiendo il secchio e mi sento un uomo libero, se pur i miei
genitali, d'ora in avanti, saranno chiusi in gabbia.<br />E la mia
prigionia nelle chiavi strette nel pugno del mio padrone.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-48154226721392226972016-12-14T11:54:00.002-08:002016-12-14T11:54:41.757-08:00SIA FATTA LA SUA VOLONTÀ <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
38</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">È
sera quando il mio signore bellissimo mi chiama a se, come sempre, in
tono perentorio:”schiavo, ai miei piedi, subito!”<br />Non ho
particolari aspettative, so già quali sono i miei compiti e ciò che
il mio padrone desidera da me.<br />Servizio pulizia piedi, crema
emolliente, massaggio plantare e poi in genere mi concede libertà
fino a quando non devo servirgli qualcosa da mangiare o bere per un
piccolo spuntino serale davanti alla TV.<br />Insomma, il normale
servizio a cui devo attendere come schiavo personale del mio
principe.<br />Non sono stanco di questo mio lavoro, anzi ne sono
onorato, anche se a volte mi intristisce osservare che il mio padrone
non mi vede neppure mentre mi sottometto per il suo esclusivo
benessere.<br />È come se ormai tutto ciò fosse ovvio e scontato.<br />Non
cerco assolutamente dei riconoscimenti, è chiaro, non ne ho, faccio
solo il mio dovere, ma alle volte ferisce più l'indifferenza di un
rimprovero o una severa punizione.<br />E come è vero che sono schiavo
fin dentro le ossa!<br />Preferirei uno schiaffo, uno sputo di
disprezzo sul mio viso a questa lontananza che mi pone ormai nel
dimenticatoio.<br />Confinato ai piedi del mio signore come una vecchia
ciabatta.<br />Ma in effetti è proprio così, sono io che ancora mi
emoziono per ciò che è solo un semplice e umile servizio.<br />Come
quando il mio signore bellissimo piscia dentro di me, ormai sono
diventato realmente la sua latrina, non c'è più nulla di speciale.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Per
lui è solamente routine.<br />Ma d'altronde cosa sono io per lui in
quel momento se non uno squallido e lurido pisciatoio?<br />Solamente
io ancora ne associo un privilegio che desidero e aspetto con
trepidante attesa.<br />Mentre, ahimè, sono più che convinto che
nella mente del mio signore, io non sia altro che un tubo di gomma
munito di bocca, da stringere tra le mani e dove riversare il suo
piscio.<br />Una sorta di prolungamento artificiale del suo pene,
capace di svuotare la sua vescica direttamente nel wc.<br />Non ho
un'anima, non ho sentimenti, non ho una vita vera.<br />Per lui sono
solo un tubo di gomma o più in generale uno schiavo.<br />Un oggetto
di plastica che serve ai suoi bisogni.<br />Nulla di più,
giustamente!<br />Ma a volte questa consapevolezza mi uccide.<br />Mi
consuma e mi distrugge.<br />Mi porta ad annullarmi a tal punto da
concepire il sacrificio verso il mio padrone come l'unica scelta di
vita possibile.<br />Tuttavia questa angosciosa realtà non deve
trasparire mai dal mio volto.<br />Io devo essere felice e fiero di
essere consumato e usato fino alla fine per mano del mio
padrone.<br />Perché questo è il mio destino. Perché ciò è già
stato deciso.<br />Mi accingo a terra per iniziare il mio servizio,
quando la sua voce imperante mi sveglia da questi pensieri
deliranti:”schiavo, novità per te!”<br />“Il tuo addestratore ha
finalmente fissato la data del nostro incontro.”<br />“Sei
felice?”<br />Io, con la morte nel cuore rispondo:”se è questo il
mio destino, sia fatta la sua volontà!”<br />E il mio
padrone:”schiavo! Ma come sei tragico oggi!”<br />“Se lo dici
così mi fai sentire come se ti stessi portando al macello!”<br />Forse
una parte di me lo crede davvero, ma cerco di dissimulare la mia
tristezza.<br />“Padrone, mi perdoni, non volevo essere
drammatico.”<br />“Solo che ho il timore che questo incontro possa
significare qualcosa di differente.”<br />“Ma non perda tempo con
le mie stupide parole.”<br />E inizio il mio lavoro succhiando una
per una le saporite falangi dei suoi piedi leggermente sudati.<br />Il
mio padrone quasi con umanità mi dice:”no, no, schiavo!”<br />“È
importante quello che dici!”<br />“Apriti col tuo signore! Te lo
ordinò!”<br />“Padrone”, oso,“ho il timore che questo viaggio
sia l'ultimo e che lei voglia liberarsi di me.”<br />“Forse non è
soddisfatto dei miei servizi.”<br />“Mi perdoni la prego dove ho
sbagliato.”<br />“Io vivo per servire lei e se non potrò essere ai
suoi piedi, ciò decreterà la mia fine.”<br />Sorride il mio padrone
mentre espongo la mia supplica, anche se in cuor suo sa che sto
dicendo il vero.<br />“Tranquillo schiavo!” Mi rassicura.“Non
temere, non ti lascio da lui.”<br />“Ti riporterò a casa e
continuerai a servirmi finché avrai fiato per farlo.”<br />“Sei
diventato troppo utile e per certi lavoretti direi
indispensabile.”<br />Ed i suoi occhi si illuminano di una luce
perversa che mi attraversa.<br />“Solo che questo week end saremo
ospiti del tuo addestratore nella sua casa di Parma.<br />“Te lo
avevo già anticipato mi sembra, non dovresti essere stupito.”<br />“È
vero, padrone, mi perdoni, ma il mio piccolo cervello, ha in mente
soltanto lei.”<br />“Il resto ormai non conta più nulla.”<br />“Pensa
schiavo, il tuo mentore, mi ha mandato anche il programma di
benvenuto che ha in mente per noi.”<br />Ed io simulando:”che
bello, è davvero premuroso.”<br />Il mio padrone mi aggiorna:”ci
vedremo da lui nel pomeriggio di sabato e già ti vuole tutto per se
un'oretta, poi andremo a cena insieme.”<br />“Il giorno seguente io
e il suo compagno saremo liberi di visitare la città, mentre lui
vuole farti provare un nuovo modello di plug anale appena arrivato
dall'America.”<br />“Mi manda anche delle foto, vuoi
vederle?”<br />“Pare che si innesti molto bene, e con quello nel
culo, ti vuole portare a fare una bella passeggiata.”<br />“Ti farà
un po' male inizialmente, ma poi ci si abitua.”<br />“Signore”,
oso mestamente,”alla fine ci si abitua a tutto.”<br />“Parole
sante, caro il mio schiavo!”<br />“Prima di partire ricordati di
depilarti bene pube e capezzoli.”<br />“Immagino tu sappia cosa
voglia da te il tuo addestratore.”<br />Sempre più abbattuto:”si
signore.”<br />E già si riaccendono in me tristi ricordi che speravo
poter dimenticare.<br />Lui invece è entusiasta:”bene! Allora è
tutto deciso!”<br />“Anche se la tua opinione era totalmente
irrilevante, vero schiavo?”<br />“Certamente signore”,
prostrandomi a lui fino ai piedi.<br />Il mio padrone è sereno e
divertito:”ci si prospetta un ottimo fine settimana.”<br />“Era
ora di qualcosa di diverso.”<br />“Vero schiavo?”<br />Al mio
signore:”sono sicuro che il mio addestratore troverà il modo di
divertirla.”<br />E il mio padrone:”qualcosa mi dice che invece
sarai tu a farmi divertire...”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-21421199973685646532016-12-12T10:57:00.003-08:002016-12-12T10:57:59.341-08:00SOTTO LA SCRIVANIA <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
37</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Sto
correndo per la strada a perdifiato per raggiungere l'ufficio dove
lavora il mio signore bellissimo.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Un'ora fa infatti una telefonata
mi ha raggiunto a casa mentre stavo stirando le sue camicie.<br />Lui,
furioso, dall'altro capo della cornetta mi ordina:”schiavo, ho del
lavoro da finire in ufficio, non torno per pranzo.”<br />“Vedi di
darti da fare, preparami qualcosa da mangiare e precipitati qui!”<br />E
riallaccia senza un saluto, nulla.<br />Ma d'altronde è giusto così,
cosa posso aspettarmi, non sono altro che un servo.<br />Così corro e
mi scapicollo per far presto e arrivare da lui il prima possibile,
perché sappia che il suo benessere è la mia priorità.<br />Arrivo
davanti al palazzo della banca, ove il mio signore svolge
un'importante mansione dirigenziale, e già mi sento schiacciato
dalla mole dell'edificio.<br />Io, piccolo schiavo, nullità delle
nullità, davanti ad un colosso del genere e circondato da uomini in
giacca e cravatta ben consci del loro ruolo e della loro importanza
nella società a cui appartengono.<br />E io cosa sono?<br />Neanche una
cacca di cane in confronto a tanta sicurezza così manifesta.<br />Ma
prendo fiato e mi faccio coraggio.<br />Entro nella grande porta
girevole in cristallo col mio sacchetto del pranzo, per portare a
termine la mia missione.<br />E questo pensiero mi da forza e mi
rammenta che la mia esistenza è al servizio del mio signore.<br />Anche
Il mio ruolo è ben definito e chiaro.<br />Non devo confrontarmi con
altri uomini o col mio principe.<br />Sarebbe una bestemmia solo
pensarlo.<br />Io sono fatto di una materia diversa.<br />Io sono uno
schiavo!<br />E questa certezza mi porta a sfoderare tutto il mio
coraggio rivolgendomi alle ragazze dell'accettazione per chiedere
informazioni su come raggiungere l'ufficio del mio padrone.<br />Nel
parlare con loro mi sento ancora più inadeguato e minuscolo.<br />Mi
scrutano dall'alto della postazione e arcigne mi fanno il “quarto
grado” prima di concedermi le indicazioni che invoco.<br />Mi
allontano e le sento bisbigliare e ridere, quasi sapessero di me,
come se avessi scritto in fronte la parola: SCHIAVO!<br />Dopo mille
peripezie tra ascensori e corridoi, raggiungo l'ufficio del mio
signore e il solo vederlo attraverso i vetri, mi ridona la
vita.<br />Prendo un respiro profondo e busso alla porta, anche se ho
già visto che è solo in ufficio.<br />La sua voce è melodia per le
mie orecchie:”Entra!”<br />Anche lui mi ha avvisato.<br />“Finalmente
sei arrivato, volevi farmi morire di fame?” Mi aggredisce.<br />Ed
io:”padrone mi perdoni, ho fatto prima che ho potuto. Mi creda.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
senza ulteriori indugi mi strappa di mano il sacchetto del pranzo e
inizia a mangiare senza troppi complimenti.<br />Mi
ordina:”siediti!”<br />Così, mi avvicino a lui e mi accomodo alla
meglio per terra davanti ai suoi piedi, come
sempre.<br />Contemporaneamente un calcio potente mi stampa sul viso la
suola dei suoi mocassini Prada mentre la sua voce mi ferisce ancora
di più nell'orgoglio:”ma sei deficiente!”<br />“Vuoi che ci
vedano tutti, cazzo?!?”<br />“Ti rendi conto che non siano a casa,
ma nel mio ufficio!”<br />“Io credo davvero che tu non abbia il
cervello in quella testa di cazzo!”<br />Io sommessamente:”mi
perdoni signore, non avevo pensato.”<br />Lui:”ecco vedi il tuo
problema: tu vuoi pensare, ma anche se lo fai, non sei in
grado!”<br />Ancora:”ma sparisci, merda che non sei altro!
Vattene!”<br />Mestamente mi accomiato dal mio signore, sapendo di
aver sbagliato per l'ennesima volta.<br />Sono sulla porta pronto per
uscire, quando la sua voce mi richiama all'ordine:”schiavo, vieni
qui!”<br />Scodinzolo da lui e attendo.<br />Lui ha già finito il
pranzo.<br />È davvero vorace in tutto: nel mangiare, nel vivere, nel
sesso, nell'usare il suo schiavo.<br />Il mio padrone è un uomo che
vive consumando ciò che lo circonda ed impossessandosi di quello che
brama con avidità.<br />Ma lui è un padrone, e ciò fa parte del suo
fascino.<br />Ed io sono orgoglioso di essere parte di quel ciclo
vitale che è destinato a perire per alimentare questo grande
predatore.<br />Mi sento come un piccolo pesce di fronte alle file di
denti aguzzi di uno squalo.<br />E sono certo che prima o poi io stesso
sarò il cibo del mio padrone.<br />Ma queste considerazioni
filosofiche mi portano lontano dal mio bene.<br />“Guarda!” Comanda
il mio signore, mostrandomi sul video del suo portatile un video di
sesso tra due bellissimi uomini.<br />Uno sta penetrando l'altro che
giace nudo sotto di lui con solamente delle bellissime scarpe da
ginnastica ai piedi.<br />Il mio padrone:”schiavo ti stai eccitando?
Lo sai che non ti è concesso provare piacere se io non te lo
permetto.”<br />Rispondo:”signore, lo so bene, ho imparato la
lezione a mie spese.”<br />“Anzi, grazie signore per avermi
illuminato.”<br />Il mio padrone è ironico :”ma prego, schiavo, lo
so che con te bisogna avere pazienza...ma anche pugno di ferro.”<br />E
quello l'ho sperimentato in prima persona.<br />La mano del mio signore
intanto sta toccandosi in mezzo alle gambe e già si intravede un
grosso bozzo, che sotto i pantaloni preme per poter esplodere in
tutta la sua potenza.<br />Il mio padrone si scosta leggermente e mi
ordina severo:”infilati sotto la mia scrivania, svelto!”<br />Ubbidisco
e mi tuffo in uno spazio ove non capisco come sia riuscito a
comprimere il mio corpo.<br />Ma ora, l'unica cosa che importa è la
mia bocca.<br />Il resto del mio essere non serve.<br />Il mio padrone
apre la patta dei pantaloni e vedo uscire il suo membro già
abbondantemente eccitato.<br />Forse è la situazione, forse il porno
in ufficio, oppure io che sono nascosto in quella posizione e pronto
a compiere uno degli atti che rappresenta il sogno proibito ed
irraggiungibile di qualsiasi impiegato, sta di fatto che il pene del
mio padrone è molto più grosso e duro del solito.<br />Ed io posso
constatarlo con sicurezza, poiché lo conosco molto da
vicino.<br />“Succhia schiavo! Voglio venire qui in ufficio!
Veloce!”<br />Questa volta devo mettere da parte tutti i miei
trucchetti per eccitarlo e per portarlo ad un piacere superiore.<br />Oggi
serve solo sborrare e velocemente, prima di fare qualche casino.<br />Così
ingoio il suo grande cazzo in bocca e lo succhio in punta dove è più
sensibile.<br />Alzo gli occhi verso il suo viso e vedo che il mio
padrone è tutto rapito dal porno che stava osservando e di cui
intuisco i versi ed i gemiti di piacere dei due attori.<br />“Schiavo!
Succhia! Succhia!Cazzo!”<br />E io continuo senza nemmeno più
sentire se la mia bocca è stanca.<br />Ciò è irrilevante.<br />Ad un
tratto bussano alla porta ed entra qualcuno!<br />Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Penso, perché non posso parlare...<br />Nel mentre il mio padrone
scivola con la sua poltrona ancor più sotto la scrivania ed io mi
ritrovo completamente spremuto in un angolo ove non so più dove ho
dimenticato le gambe, le braccia, il busto, che per ora è
accartocciato sotto le ruote anteriori della sua poltrona
dirigenziale.<br />Solo la mia testa è ancora al suo posto, poiché
premuta dalle mani possenti del mio padrone contro il pube e la mia
bocca che fermamente ha mantenuto il suo ospite ben protetto.<br />Sento
il mio padrone:”Max, sei tu! Ma non eri a pranzo?”<br />Il
collega:”no anche io ho saltato per colpa di quella maledetta
pratica di rimborso.”<br />Sento che il mio padrone è sollevato
mentre dice:”Max, forse questo inconveniente non è stato una
perdita di tempo.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
collega:”cosa intendi dire?”<br />Il mio padrone è serio:”Max,
ti ricordi di quella volta in cui ti raccontai la storia di quella
famosa birra artigianale che ho fatto assaggiare ad un mio amico?”<br />Il
collega:”certo che mi ricordo quella tua sbruffonata clamorosa,
come dimenticarla?”<br />Il mio padrone:”ecco vedi, oggi sono
convinto che ti dovrai ricredere di quello che stai dicendo.”<br />E
mentre io mi sento un tonno in scatola, praticamente costretto in uno
spazio inesistente per lasciare più agio al mio padrone, sento
aprirsi un cassetto e il mio signore che dice al collega:”Max,
predi questo boccale e vai a fare il pieno di quella birra di cui ti
parlavo e poi torna qui.”<br />Il silenzio mi fa comprendere che il
collega è stupefatto, ma dopo poco chiude la porta e se ne va.<br />Non
capisco, cosa può significare?<br />Vorrei chiedere spiegazioni al mio
signore, ma lui mi anticipa con un colpo sul capo dicendo
severamente:”succhia schiavo e fammi sborrare!”<br />In pochi
istanti ormai il gioco è fatto e il mio padrone, in un sommesso
lamento di piacere, mi riempie la bocca con generosi fiotti di sperma
caldo e avvolgente.<br />Poi comanda:”ingoia subito! Pulisciti! E
siediti sul divanetto.”<br />Nel frattempo ecco ritornare il collega
che un poco spaesato non sa se deve entrare, vedendomi in ufficio.<br />Ha
in mano un boccale da birra bello grande pieno fino all'orlo.<br />E
penso ingenuamente:”ha fatto bene il mio signore ad ordinarne
un'altra, quella che gli ho portato in effetti era piccola per la sua
sete, ma era la sola rimasta in casa.<br />Minimo me la farà pagare
cara questa disattenzione.<br />Il mio signore alza la voce per farsi
sentire dal collega:”entra, entra, Max, tranquillo, siamo tra
amici!”<br />“Max, consegna pure il boccale a Luca!”<br />E
Max:”ma, ecco, vedi...”<br />Il mio padrone:”Max, ora vedrai se
mentivo o ero serio quel giorno in cui ti parlavo del mio
schiavo.”<br />Rivolto a me:”Luca, fai vedere al mio amico come sei
assetato.”<br />E sogghigna il mio padrone, già pregustando la mia
umiliazione.<br />“Su, su, su, non fare complimenti, è tutta per
te!”<br />Lo sguardo del mio signore è severo, mentre quello del suo
collega molto preoccupato.<br />Accosto le mie labbra al boccale che si
ricoprono di schiuma.<br />Ma non è birra, sono le urine, riserva
speciale di Max.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ora
tutto mi è chiaro.<br />Il mio padrone imperante:”Bevi! Schiavo!”<br />A
quel comando il mio corpo risponde ubbidiente e lentamente e senza
sosta mi scolo tutto il boccale di piscia.<br />Mi resta in bocca un
sapore differente da quello delle urine del mio signore.<br />Più
denso, acre, salino e nauseabondo.<br />Ma anche questa è andata e ho
onorato il comando del mio signore.<br />Mi sento vittima di un
raggiro, ma anche Max è abbastanza sconvolto per lo spettacolo a cui
ha appena assistito e non penso fosse complice di questo atto
dimostrativo del mio signore.<br />Il mio padrone con voce delicata e
allusiva:“vedi Max, perché mettere in dubbio la mia parola?”<br />Il
collega è ammutolito, esterrefatto e quasi per scusarsi si rivolge a
me:”mi dispiace, io non potevo sapere. Come ti senti?”<br />Azzardo
a rispondere, ma vengo zittito dal padrone:”taci, schiavo!”<br />Chino
il capo a terra, sono stato umiliato abbastanza.<br />Il mio
padrone:”Max, su sorridi, non è successo niente.”<br />“Guarda
che il mio schiavo è abituato a bere il mio piscio, ormai da mesi e
sta benissimo.”<br />“Anzi, per lui è un premio.”<br />Max:”ne
sei proprio sicuro?”<br />Il mio padrone rivolto a me:”schiavo,
diglielo anche tu!”<br />Io:”certo signore, è un privilegio bere
le sue urine e quelle dei suoi amici.”<br />Il mio tono di voce è
più sul rassegnato che sul convincente, ma tanto basta a riportare
le cose nella norma.<br />Max al mio padrone:”mi hai convinto. Cavolo
che fortuna avere uno schiavo. Che figata!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
il mio padrone sicuro di sé:”puoi dirlo forte!”<br />Max:”a
proposito, stasera ci troviamo dal Toma per la partita.”<br />“Ti
va di unirti a noi?”<br />“Ci sarà un sacco da bere e se porti il
tuo schiavo, sono sicuro che ci sarà da bere anche per lui.”<br />“Ok
contaci”, dice il mio padrone, mentre con una pacca sulla spalla,
mi fa comprendere che la mia serata sarà lunga e laboriosa.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ringrazia
Max dell'invito”, mi ordina il padrone.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Io:”grazie
mille signore. Sarà un piacere servirvi”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-32636130776027981592016-12-11T02:51:00.001-08:002016-12-11T02:51:12.853-08:00LA CASTRAZIONE<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
36</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Oggi
il mio padrone torna a casa presto dal lavoro.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ed ecco infatti le
sue chiavi girare nella serratura ed entrare.<br />“Schiavo”, mi
apostrofa,”mi aspettavi?”<br />“Proprio come un cagnolino?”<br />Ed
io:”signore, mi aveva detto che avrebbe anticipato il rientro, per
cui mi sembrava farle cosa gradita, essere ai suoi piedi appena
entrato in casa.”<br />E così mi inchino a terra e bacio le sue
bellissime Adidas Stan Smith bordate in verde, nuove di zecca e alla
loro prima uscita.<br />In verità le scarpe nuove, non mi hanno mai
dato molta soddisfazione, poiché ancora prive di personalità, ma
certamente il mio signore bellissimo saprà imprimere ben presto su
di esse il suo inimitabile carisma.<br />Intanto il mio padrone mi
parla:”diventi ogni giorno più bravo e ubbidiente.”<br />“Bravo,
oggi mi sento di premiati.”<br />“Di solito non faccio altro che
punire i tuoi errori, ma si vede che a forza di battere, anche il
ferro si piega. Non è vero, schiavo?”<br />“Ha perfettamente
ragione, padrone!”<br />“Ieri sera ti ho lasciato giocare con le
mie vecchie sneakers bianche e che ormai andranno in pensione.”<br />“Ho
deciso di regalartele, perché tu possa sempre trovare in esse il
senso della tua esistenza.”<br />“E vediamo se sei preparato,
schiavo...”<br />“Quale è il senso della tua vita?”<br />“Signore”,
candidamente,”ma è lei il senso della mia vita. E servirla il mio
più grande onore.”<br />Così mi inchino fino ai piedi del mio re,
per significare maggiormente la mia affermazione.<br />Lui è
compiaciuto ed esaltato dal mio remissivo abbandono.<br />Intanto lo
accolgo come se fosse un monarca.<br />Ero in ginocchio ed ora prendo
la sua ventiquattr'ore in pelle e la appoggio amorevolmente in
studio, mentre lui sorridente mi osserva.<br />Nella mia testa penso:
il mio signore deve avere avuto una buona giornata oggi.<br />Che bello
poterlo vedere rilassato. Fosse sempre così!<br />Prendo le sue
ciabatte dalla scarpiera e mi avvicino a lui per compiere il mio
dovere di servo.<br />Ma lui con un cenno mi ferma e mi dice:”prima
ci sono cose più urgenti, è da ore che devo pisciare e adesso è
venuto il momento.”<br />“Schiavo, in ginocchio e apri bene la tua
bocca.<br />Non fiato e pieno di esuberanza mi metto in posizione.<br />Il
mio padrone, apre la patta dei suoi jeans, estrae il suo morbido pene
e lo appoggia sulla mia lingua con delicatezza.<br />Non è profumato,
ma dopo ore di lavoro è normale.<br />E per me è meglio, anzi una
gioia, poterlo prima pulire e poi svuotare.<br />Sono proprio un
“pisciaturo” come mi definisce il mio padrone.<br />Intanto, senza
attendere, il mio re ha già cominciato a urinare nella mia bocca e
velocemente devo provvedere a questo improvviso inatteso.<br />Immaginavo
mi avvertisse, invece il mio padrone si è voluto divertire facendomi
questa sorpresa.<br />Ma sono talmente goloso che non attendevo altro e
la mia gola onora il suo più alto servizio e inizio a tracannare il
liquido prezioso che mi viene offerto generosamente.<br />Ormai questo
momento si consuma rapidamente essendo diventato una prassi
ordinaria.<br />Ma in me rilascia sempre un grande senso di
appartenenza e pienezza.<br />Pienezza che sento anche nel mio stomaco
colmo delle urine del mio padrone.<br />Il mio signore estrae il suo
pene dalla mia bocca e lo sgocciola trastullandolo sulla mia
lingua.<br />Fa per rimetterlo via, quando una strana voglia lo
assale.<br />“Schiavo”, prendendomi la testa tra le sue mani,”che
dici, ti andrebbe anche un po' di sperma?”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
si risponde da solo:” ma certo che ti va!”<br />“Ho una gran
voglia di scoparti la gola!”<br />“Signore”, rispondo
estasiato,”oggi mi vuole portare in paradiso, con tutte queste
attenzioni?”<br />“Certo che lo desidero.”<br />“Grazie mio
signore.”<br />Lui ride, ben sapendo che la sua cortesia era solo
ironica, poiché io gli appartengo e lui può fare di me tutto ciò
che vuole.<br />Così ora è il turno della mia gola.<br />Senza indugio,
il cazzo del mio re è di nuovo sulla mia lingua.<br />Eccito il glande
in modo da farlo diventare ben presto duro e turgido, carnoso e
pieno.<br />Poi lo accolgo nel calore della mia bocca e lo sento che
convulsamente, quasi venisse gonfiato, si ingrandisce e prende corpo
e potenza.<br />Una forza che troverà presto la sua soddisfazione
andando a sfondare la mia gola.<br />Il padrone mi ha schiacciato come
un oggetto contro i mobili della cucina con la testa ancorata al
piano in marmo, da cui non posso muoverla.<br />La posizione è
innaturale e dolorosa, ma mi rendo conto che è ottimale perché la
mia bocca si trovi all'altezza giusta per accogliere il membro del
mio signore.<br />Non conta la mia scomodità, quanto il benestare e il
piacere del mio signore.<br />Che non si fa desiderare.<br />Il suo cazzo
ora è davvero grosso e punta dritto in gola.<br />Scende strisciando
sulla lingua, come se fosse su uno scivolo, fino ad una porta stretta
stretta che avverto nella mia gola frenarne la discesa.<br />Il membro
del mio signore si ferma qualche istante, godendo già della
sofferenza che provocherà lo sfondamento delle morbide mucose che lo
circondano.<br />La mia testa è immobile e non può arretrare.<br />E
questo il mio padrone lo sa fin troppo bene.<br />Un colpo secco e il
glande oltrepassa la gola e scende ancora fino a quando il mio naso
si immerge nella peluria del suo pube.<br />Oltre non è possibile
andare, anche se devo comunque onorare il mio signore in quanto
possiede un sesso di tutto rispetto.<br />Ed ora è interamente dentro
di me.<br />È dolce il mio padrone nel muoversi all'interno del mio
corpo.<br />Forse sa che, essendo totalmente bloccato contro il marmo
della cucina, ogni suo movimento è un trauma per il mio
organismo.<br />Ma questa è una mia pia illusione.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">In
verità il mio signore si sta godendo la mia ospitalità, e lo sento
dai suoi lievi lamenti, per poi muoversi a tempo debito.<br />Ormai
conosco la prassi e le abitudini del mio proprietario.<br />Il suo
ginocchio preme contro il mio stomaco per inchiodare il mio corpo al
muro, mentre il capo è bloccato dalla sua forte mano destra, premuto
sul marmo della cucina.<br />Mi sento quasi come un pollo che verrà
farcito di ripieno, ma che, per il momento, giace su quello che sarà
il suo piano operatorio.<br />Il mio padrone ora è pronto, lo sento
dai suoi muscoli tesi, dal turgore del suo pene nella mia bocca,
dalla voglia che trasuda dal suo sguardo, dal suo odore che sa di
sesso.<br />Io sono imbambolato e con lo sguardo fisso il viso del mio
padrone.<br />Sono tutto suo.<br />Lo amo sopra ogni cosa.<br />E quando si
è così innamorati si è disposti davvero a tutto.<br />Intanto il mio
padrone mi sta penetrando la gola entrando e uscendo
meccanicamente.<br />Ogni movimento diventa sempre più concitato e
violento, tanto che la bocca e il naso iniziano a farmi male per i
colpi inflitti dal bacino del mio signore contro i mio viso.<br />Ma
d'altronde non c'è nulla da fare.<br />Il suo piacere necessita dei
sacrifici: miei logicamente!<br />E io sono fiero di soffrire per il
godimento del mio padrone.<br />Intanto i colpi del mio signore sono
diventati più forti e profondi.<br />Cerco un respiro minimo, ma che a
volte è insufficiente e ansimo convulsamente, come se stessi
ossigenandomi attraverso lo stomaco.<br />Sono in debito di aria,
invoco solo che il mio signore venga rapidamente.<br />E forse la mia
preghiera viene ascoltata.<br />La sua voce è leggera mentre
sento:”Vengo! Vengoooo!”<br />La mia gola si riempie del seme del
mio padrone che grandiosamente mi invade e allaga.<br />Il pene allenta
la sua morsa e lentamente esce.<br />Lo accompagno con un movimento
docile della mia lingua, quasi a pulirlo ulteriormente e poi lo
lascio uscire stringendolo tra le labbra per asciugare eventuali
residui.<br />Il mio padrone è su di me e il suo viso stanco a pochi
centimetri dal mio sottostante.<br />Mi libera il collo dalla morsa
della sua mano e mi accascio a terra ai suoi piedi.<br />Dopo poco
sento la punta delle Adidas del mio padrone farsi strada nel mio
intimo a ricercare il mio sesso.<br />La sua voce mi anima e da
speranza, anche se non capisco che cosa voglia fare di
me.<br />“Spogliati, schiavo!”Ordina.<br />“Voglio vedere il tuo
misero cazzo!”<br />Ubbidisco e sfilo rapidamente calzoncini e
slip.<br />Il mio sesso è bagnato e pieno di liquido spermatico.<br />Il
mio padrone se ne accorge e ride dicendo:”sei proprio una
bestia!”<br />“Ma certe cose vanno fatte per bene, schiavo, non si
può lasciarle a metà.”<br />“Dico male, mezza sega?”<br />“No
signore, ops, si signore...”<br />“Mi scusi signore.”<br />“Ha
ragione signore.”<br />“Distendi a terra quella misera pelle del
tuo cazzo, vedrai che ci penso io a completare l'opera!!!”<br />Non
appena il mio pene è steso al suolo il mio padrone vi poggia sopra
il suo piede dentro le sue nuove Adidas.<br />Lo schiaccia appena, ma
senza farmi male, e inizia così a masturbarmi muovendo il suo piede
sopra il mio membro.<br />Mi dice:”ieri sera su YouTube ho visto
proprio un bel porno e adesso vediamo se riusciamo a metterlo in
pratica anche noi.”<br />“Sono sicuro che poi mi sarai grato,
schiavo.”<br />La suola zigrinata intanto striscia sopra il mio
glande che, dopo il primo giro di giostra, in cui riconosco un vero
piacere, sento che inizia ad irritare la pelle.<br />La masturbazione
continua con la suola che sembra scavare nella mia carne.<br />Il mio
padrone si accorge subito dall'attrito tra suola e pelle che sto
subendo un vero e proprio scorticamento, ma questo non lo ferma, anzi
lo eccita ancor di più.<br />Il dolore è intenso e fortissimo, ma
cerco di resistere per la soddisfazione del mio signore.<br />Lui,
imperterrito continua la sua diabolica tortura e si stupisce del
perché io non sia già venuto con un bello spruzzo di sperma, come
nella clip di YouTube.<br />E mi dice:”schiavo di merda, perché non
vieni? Non ti eccita a dovere il tuo padrone?”<br />Io vorrei
implorare pietà e porre fine a questo supplizio, poiché al dolore e
al sangue, mai potrò eiaculare per il piacere del mio signore.<br />Il
mio viso deve essere una maschera di sofferenza, ma questo non frena
il piede del mio padrone, che mi sta distruggendo muovendosi
furiosamente.<br />Devo escogitare qualcosa e velocemente!<br />Così mi
appello inventando una scusa plausibile.<br />“Signore, signore, la
prego!”<br />“Non riuscirò mai a venire, deve perdonarmi, è colpa
mia!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
sembro credibile in questa mia menzognera interpretazione.<br />Lui:”come
sarebbe a dire, schiavo?”<br />Con le lacrime agli occhi:”si
signore è colpa mia se non riesco a venire, perché mi sono
masturbato da solo ieri sera eccitandomi con le scarpe che mi ha
regalato!”<br />“Lo so, ho fatto una cazzata!”<br />“Non potevo,
non ero autorizzato.”<br />“Mi perdoni la prego.”<br />In questo
momento ho le lacrime agli occhi.<br />Il mio padrone è
furibondo:”dici bene schiavo, non eri autorizzato!”<br />“E sai
che non ti devi toccare... altrimenti...”<br />Al limite delle
lacrime:”Signore, la prego, era così forte la tentazione con le
sue vecchie scarpe nelle mie mani che...”piagnucolo.<br />Il mio
padrone tace.<br />Poi nel silenzio tra noi ordina tonante:”alza quel
cazzo sanguinante dal pavimento! Subito!”<br />Solo toccarlo così
spellato, mi provoca un dolore terribile.<br />“E tienilo ben
sollevato!!! Chiaro!!!”<br />In quel mentre il suo piede destro si
schianta sui miei testicoli centrandoli perfettamente.<br />Grido,
devastato da un dolore che non ha senso.<br />Grido il mio gemito
ferito nel corpo e nell'anima.<br />Grido e la mano del mio padrone mi
tappa la bocca.<br />Grido ancora ma la mia voce si spegne nel palmo
del mio signore.<br />Mentre la suola della sua scarpa sta uccidendo la
mia virilità premendo con una forza inaudita.<br />Il male mi
attanaglia dappertutto. Ho persino la nausea e vorrei svenire per non
sentire il male.<br />Il mio padrone non lascia la presa e penso che
voglia fare esplodere i miei testicoli.<br />Non so cosa troverò là
sotto.<br />Tremo al pensiero.<br />Poi il mio dramma sembra aver
fine.<br />Il mio signore solleva la scarpa lentamente e con essa i
miei testicoli che sono rimasti spiaccicati e incollati sotto la
suola.<br />Ruota il piede lateralmente per vedere la sua opera:”che
schifo, cazzo!!!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Guarda
schiavo, le mie scarpe nuove!!!”<br />E sotto la suola bianchissima
una larga chiazza di sangue riempie le fenditure di gomma e il
marchio Adidas.<br />Chiedo perdono con un ultimo afflato.<br />“Leccherò
via il mio sangue, signore.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Le
sue scarpe torneranno come nuove, può stare tranquillo.”<br />Lui:”spero
ti serva di lezione per una prossima volta!”<br />Poi, guardando
meglio ciò che resta del mio sesso e illuminandosi sprezzante:”se
mai potrai avere una prossima volta!”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-10624848754594425972016-12-10T09:25:00.001-08:002016-12-10T09:25:08.022-08:00LA DEA<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
35</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Suonano
alla porta.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il mio padrone dalla sua stanza, alzando la voce, mi
ordina:”schiavo, apri la porta! È Giada!”<br />Mi interrogo: chi è
questa Giada?<br />Ma la risposta alla mia domanda è presto data.<br />Una
ragazza alta, coi capelli mori, uno sguardo fascinoso ed un abito
attillato che ne disegna un fisico perfetto, si affaccia alla
porta.<br />Davanti a questa dea, mi sento un poppante e non so bene
come comportarmi.<br />Ma ci pensa lei a mettere le cose in chiaro.<br />Mi
dice:”immagino tu sia lo zerbino di questa casa, o mi
sbaglio?”<br />“Come mai non sei sdraiato a terra fuori dalla
porta?”<br />“Immaginavo di poter pulire le mie preziose scarpe su
di te prima di entrare, invece vedo che il tuo signore ti tratta
molto bene.”<br />Resto senza parole, allibito.<br />Invoco l'aiuto del
mio padrone, ma ancora non lo vedo arrivare in mio soccorso.<br />Mi
lancio in una sorta di dialogo, ma il mio sforzo viene ripagato con
uno schiaffo potente che mi infuoca il viso e volta la faccia.<br />“Taci
schiavo! Nessuno ti ha interpellato!”<br />“In ginocchio,
svelto!”<br />Non capisco nulla, ma ubbidisco.<br />Questa ragazza
conosce il mio padrone, pertanto meglio essere rispettosi e umili.<br />Mi
inginocchio davanti a lei e attendo in silenzio.<br />Chino il capo a
terra e resto immobile.<br />Poco dopo sento dei passi virili alle mie
spalle, sono quelli del mio padrone, li conosco molto bene.<br />E poi
la sua voce:”ciao cara, vedo che hai già fatto la conoscenza del
mio schiavo.”<br />La dea seccamente:”ma gli zerbini di solito non
si tengono a terra fuori dalla porta?”<br />E il mio signore:”Giada,
non cambierai mai!”<br />Un calcio nel culo da parte del mio re, mi
spalma a terra davanti a lei, come fossi una pelle d'orso.<br />“Eccoti
accontentata!”<br />“Il tuo zerbino è servito!”<br />E
lei:”finalmente, era ora!”<br />Così senza pensarci un secondo di
più, la sento salire sulla mia schiena e premere col suo peso su di
me.<br />Fortunatamente è una ragazza sottile, anche se le sue
décolleté tacco 12 si sentono distintamente, conficcarsi nella mia
carne dolorosamente.<br />Lei si diverte a camminare sulla mia schiena,
ogni tanto saltellando e aprendo qua e là dei tagli sotto il suo
tacco che ferisce come una lama affilata.<br />Io muoio dal dolore che
è terribile e netto.<br />Come delle punture di calabrone si abbattono
sulla mia pelle, così sento la mia schiena aprirsi sotto il tacco in
tanti piccoli fori sanguinanti.<br />Vorrei gridare dal male, ma mi
lamento silenziosamente, perché so che potrei peggiorare la
situazione.<br />La dea conosce bene questa disciplina e la materia di
cui è fatto uno schiavo, pertanto non accenna ad un minimo di pietà
nei miei confronti.<br />Solo il mio padrone riesce a convincerla a
desistere dal torturarmi ulteriormente dicendole:”guarda che vorrei
poter usare ancora il mio schiavo, quando te ne sarai andata.”<br />“Gli
hai già riempito di buchi la schiena, ma spero tu abbia in mente
altro per il nostro pomeriggio insieme.”<br />“Non vorrai ridurlo
ad un colabrodo?”<br />La dea:”hai ragione, aiutami a scendere.”<br />Il
mio padrone le tende la mano che lei sfiora come se scendesse da un
altare.<br />Poi si accomodano sul divano insieme, come se io non
esistessi.<br />Io, loro novello suddito, li osservo e penso: che bella
coppia, uno degno dell'altra.<br />Il mio padrone e la sua amica si
conoscono da tempo, si capisce dalla loro intimità e dalla comunione
di interessi: il dominio e il potere.<br />Ed io, in questo caso, sono
il giocattolo che li terra' impegnati nel pomeriggio.<br />Immagino il
mio padrone chiamarla al telefono e dirle:”Giada, vuoi venire a
vedere la mia collezione di farfalle?”<br />Questo si diceva in
passato.<br />Oggi le avrebbe detto:”Giada, vieni, ho un nuovo
schiavo da torturare insieme a te.”<br />Non è romantico tutto
ciò?<br />Ed io sono lì per accontentare il loro sadico disegno di
oscuro piacere.<br />Eccoli:belli, vigorosi, snelli, pieni di passione
baciarsi sulla bocca, come a mangiarsi reciprocamente.<br />Ed io che
faccio ora?<br />Quale è il mio ruolo in questo strano ménages à
trois?<br />È facile scoprirlo in verità e ci metto davvero poco a
vedere i miei padroni già nudi avviluppati in un abbraccio ove le
mani del mio padrone già ricercano il sesso carminio della giovane
dea e la sua voce potente e ferma che mi ordina:”schiavo, togli le
scarpe alla padrona e leccaci i piedi!”<br />Non merito altre
indicazioni, è tutto estremamente chiaro.<br />E mentre loro godono
l'uno dell'altra, la mia lingua compie il lavoro per cui è
nata.<br />Sfilo delicatamente le décolleté che fino a poco prima
hanno trafitto la mia schiena e alternativamente ho in bocca i piedi
di Giada e quelli del mio padrone.<br />Come sono differenti, ma allo
stesso tempo deliziosi entrambi.<br />Pensavo di provare ribrezzo a
leccare dei piedi femminili, ma forse, essendo un ordine del mio
signore, ciò ha un non so che di morbosamente piacevole.<br />Lecco e
ingoio sudore, polvere, sporcizia, insomma il cibo di uno
schiavo.<br />Loro non fanno quasi caso alla mia presenza, salvo tra un
gemito e l'altro della dea, ove percepisco un vago lamento di piacere
e un:”la lingua del tuo schiavo mi sta facendo venire.”<br />E in
effetti la sua vagina è umida, lucida e leggermente gonfia di un
vago turgore.<br />Il mio signore bellissimo, che fino a prima la stava
penetrando con due delle sue lunghe dita, lentamente le sfila dalla
fica e me le mette davanti alla faccia grondanti di piacere.<br />Mi
rimprovera:”schiavo, guarda che cosa hai fatto a Giada!”<br />E
ride, sapendo che invece sono state le sue mani a farla godere così
tanto e non certo la mia lingua.<br />Ma capisco che è un loro
giochetto.<br />Li vedo sorridere complici tra loro.<br />Così mi presto
volentieri al loro divertimento, d'altronde io servo a questo.<br />Il
mio signore avvicina le sue dita ricoperte del muco gelatinoso di
Giada alle mie labbra, sfiorandole, spalmando leggermente quel
piacere gelatinoso sulla mia bocca.<br />L'odore che si sprigiona da
quel liquido vitale, mi prende lo stomaco come un pugno.<br />Il mio
padrone ne è ben consapevole e proprio per questo perpetua la sua
nauseabonda tortura.<br />Ordina: “pulisci le mie dita, schiavo!”<br />E
senza ulteriori indugi le infila nella mia bocca con forza, fino in
fondo, fino a sfondare la mia gola, che risponde con un
sussulto.<br />Cerco di non respirare per evitare di sentire l'odore
del sesso della dea.<br />Ma non è facile e presto mi ritrovo la bocca
piena di quell'umore a me estraneo.<br />Le dita meravigliose del mio
padrone sono già uscite da me: pulite e asciutte.<br />Io ho ancora
nella bocca quel grumo di piacere, che altro non può che essere
inghiottito.<br />I miei padroni si sorridono con gli occhi e godono
della mia sudditanza.<br />Il desiderio del mio signore è al massimo
e, non riuscendo a resistere al fascino della dea, la prende con
forza e inizia il suo lavoro di maschio.<br />Una penetrazione
delicata, ma decisa che presto accoglie il membro turgido del mio re,
che scompare nelle carni voluttuose di lei.<br />Godono!<br />Questo lo
capirebbe anche un bambino.<br />Godono e si piacciono al punto da
abbandonarsi ad un piacere non solo fisico, ma mentale, che li
accomuna, che li rende un corpo solo.<br />Giada grida sommessamente,
mentre il mio signore bellissimo continua a perpetrare la ricerca di
quel piacere che io conosco solo per mezzo di ciò che produce.<br />Giada
si lamenta perché fatica a sostenere la foga animalesca del mio
padrone.<br />Lui, in un momento di lucidità mi comanda:”schiavo,
non vedi che la tua padrona ha bisogno di essere aiutata!!!”<br />“Leccale
la fica mentre la sto scopando e vediamo se si lamenta ancora
dopo!!!”<br />Mi intrufolo con la testa tra il bacino del mio signore
e le gambe della dea.<br />I colpi che il mio padrone infierisce nella
poveretta si ripercuotono anche nella mia testa.<br />Ma poco
importa.<br />Per il loro piacere, questo ed altro.<br />Ubbidisco e con
delle generose lappate di saliva, irroro le labbra straziate del
sesso della dea, che pare così rilassarsi.<br />Ciò probabilmente
lubrifica l'atto e rende la penetrazione un piacere per entrambi.<br />Un
po' meno per me, ma cosa importa, io sono solo uno schiavo.<br />Pochi
colpi e il mio padrone esclama:”prepara la bocca schiavo, che tra
poco ti riempio!”<br />E nel dirlo il pene possente e divino del mio
signore esce rapidamente dalla fica di Giada per entrare subito nella
mia bocca con tutto il suo corredo di liquidi vaginali.<br />La mia
bocca ora è una piccola ostrica vischiosa e umida, molliccia e
pronta ad accogliere il seme del mio signore.<br />Colpi impietosi mi
devastano la gola per poi passare oltre ove in un batter d'occhio il
mio padrone riversa il suo piacere convulso in generosi fiotti di
sperma.<br />Non ha senso che spieghi il mio stato d'animo, poiché le
parole a volte non possono esprimere certe emozioni.<br />Esce dalla
mia bocca ancora ben duro, il cazzo del mio signore, mentre mi
dice:”schiavo, oggi è il tuo giorno fortunato.”<br />Ed io:”è
vero padrone, grazie!”<br />Prosegue:”direi che potresti
ringraziare anche Giada, non trovi?”<br />“È tutto merito suo, il
seme che tu ora hai nello stomaco.”<br />Ha ragione il mio padrone,
mentre mi indica la vagina della dea che lascia fuoriuscire il suo
piacere tra i peli neri del pube.<br />“Lecca!!!”<br />Vorrei
vomitare, ma ubbidisco.<br />La mia lingua si immerge in quel marasma
gelatinoso e affonda dentro di lei.<br />Come se baciassi il suo sesso,
bevo e aspiro nella bocca le sue secrezioni.<br />Lei gode al mio
contatto leggero e mugola di piacere.<br />Il mio padrone:”ehi, ehi,
ehi!!!”<br />“Voi due, cosa combinate???”<br />Io non posso parlare
perché la mia bocca è piena del piacere che Giada mi ha
generosamente omaggiato.<br />Lei, scaltramente al mio re:”penso che
il tuo schiavetto abbia delle doti nascoste.”<br />“Ci sa fare con
le donne!”<br />E il mio signore:”vorrà dire che metteremo a
frutto anche questa sua nuova tendenza!”<br />“Schiavo!” A voce
alta:“vuoi diventare un lecca fiche?”<br />Io, ancora con la bocca
impastata:”mio signore, io non posso nulla, ma vorrei servire solo
lei, se posso.”<br />“Lei è il mio padrone.”<br />E il mio
signore:”come immaginavo!”<br />Rivolto a Giada:”mi dispiace
cara, ma vedi bene che il mio schiavo non vuole
lasciarmi.”<br />Lei:”vorrà dire che mi vedrete spesso qui da
voi.”<br />“E tu, schiavo, abbi cura della tua preziosa lingua.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Da
oggi è un poco anche mia.”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-71553513547465339772016-12-09T05:54:00.003-08:002016-12-09T05:54:39.331-08:00INGOIA E BEVI<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
34</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Questa
mattina al mio risveglio ho trovato una novità alquanto strana e un
biglietto del mio padrone con scritto:INGOIA E BEVI!!!</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Così, sul
mobiletto a fianco del wc ecco una pastiglia bianca e un bicchierone
che sembra contenere birra con tanto di schiuma.<br />Ma so già che
non sarà birra, e in questo caso ringrazio il mio signore bellissimo
di questo dono inaspettato.<br />La pastiglia...<br />Quella invece mi
preoccupa.<br />Lo devo ammettere.<br />E piccola e davvero minuscola,
quasi fatico a prenderla tra le dita, ma potrebbe celare di tutto al
suo interno.<br />Una droga, un veleno, un antidepressivo? Cosa?<br />Il
mio signore sa che non sto bene in questo periodo e conosce i miei
turbamenti.<br />Forse è il suo modo per prendersi cura del suo
schiavo devoto.<br />In fondo, mi illudo, io credo di essergli utile,
di rendergli dei servizi necessari, di sgravarlo da pesi che non si
confanno ad un signore.<br />Voglio essere positivo e avere fede
nell'amore che mi lega al mio padrone.<br />E in fondo che alternativa
ho, sono uno schiavo e se il mio signore ordina :INGOIA E BEVI,
quello è il mio destino, qualunque esso sia.<br />Così ingoio!<br />La
pastiglia è tanto piccola che è già scivolata in gola e giù nello
stomaco.<br />La mia gola è già talmente dilatata dalle penetrazioni
orali a cui il mio padrone mi sottopone regolarmente, che la
pastiglia è sparita in un batter d'occhio.<br />Ora resta il
bicchierone da trangugiare.<br />Lo avvicino alle labbra, e come
immaginavo è un calice pieno fino all'orlo delle urine del mio
signore.<br />Ne aspiro l'aroma e sento ancora il lieve tepore
attraverso le pareti del bicchiere di plastica trasparente.<br />Ora la
mia ubbidienza si fa puro piacere e inizio a bere il piscio del mio
padrone, come se fosse la bevanda più preziosa al mondo.<br />E per me
lo è davvero!<br />Bevo e mi soffermo a gustare il sapore acre e
forte, acido e capace di bruciare le mie mucose.<br />Bevo e godo allo
stesso tempo.<br />Bevo e mi ubriaco del piacere che mi invade.<br />Sollevo
il bicchiere controluce per vedere il colore: giallo paglierino,
dorato, limpido, con dei filamenti di sperma e muco che
galleggiano.<br />Lo amo e lo desidero ardentemente.<br />Bevo di un
fiato tutto e rimpiango subito dopo la mia ingordigia.<br />Ma è
fatta.<br />Una parte, se pur uno scarto del suo organismo, è dentro
di me.<br />Ho il cuore che mi batte all'impazzata e non capisco se è
per l'emozione che suscita in me questa illusione, oppure è un
effetto collaterale della pastiglia che ho appena ingoiato.<br />Lavo
il bicchiere e bevo anche l'ultimo residuo di urine che era sul
fondo.<br />Poi...mi sento strano...come accaldato e inizio a sudare
freddo.<br />Le immagini si sdoppiano, il bagno comincia a girarmi
attorno come se fossi nel mezzo di un uragano.<br />Il pavimento
sparisce da sotto i miei piedi sgretolandosi.<br />“Aiutooooo!!!”<br />Strillo
a gran voce, ma nessuno mi sentirà, sono solo a casa.<br />Forse è
solo un'allucinazione, ma io ci sono dentro e devo sopravvivere.<br />I
mobili si staccano dalle pareti e hanno delle facce
orribili.<br />Vogliono divorarmi, strillo, muoio di paura.<br />Con i
piedi cerco di arretrare, ma sono già schiacciato contro la
parete.<br />Il pavimento del bagno pian piano sta scomparendo,
lasciando un vuoto di cui non vedo il fondo.<br />Mi arrampico
aggrappandomi agli elementi appesi alle pareti, ma il vortice è
mostruoso e mi trascina follemente come se fossi dentro a un
tritacarne.<br />Il vento mi strappa i vestiti e mi stanca al punto da
farmi dolere nella presa.<br />Le mani iniziano a sanguinare e temo che
dovrò cedere e lasciarmi inghiottire.<br />Ma senza darmi il tempo di
scansare l'urto, uno dei tanti oggetti per aria, mi colpisce alla
testa e perdo conoscenza.<br />Poi è tutto nero, non ricordo più
nulla salvo il mio risveglio, tramortito e ancora sconvolto per
l'accaduto.<br />Sento delle voci lontane, non distinguo esattamente i
loro discorsi.<br />Ma sono linguaggi familiari, suoni che mi fanno
capire che forse sono al sicuro.<br />...“Te lo avevo detto che
quella roba era pericolosa, abbiamo fatto bene a non fidarci di quel
ricettatore l'altra sera.”<br />...“Guarda come mi ha conciato
quello straccio dello schiavo...potevamo esserci noi al suo posto,
cazzo!!!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">...“Per
fortuna ti è venuto in mente di usare lui come cavia.”<br />...“Cosa
credevi che mi sarei calato quella roba a caso”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">...“Merda!
Merda! Merda!”<br />Tutto è confuso nella mia testa, no, non ricordo
bene cosa sia successo.<br />So soltanto che ho un gran mal di testa e
una ferita sul capo che già sento rimarginata in un grumo di sangue
rappreso.<br />Pian piano riprendo conoscenza e capisco di essere in
bagno.<br />Davanti al mio viso a pochi centimetri dalla mia bocca due
paia di scarpe che conosco molto bene.<br />Le Converse bianche del mio
padrone e i mocassini Tods in pelle scamosciata di Gio, l'amico
fidato del mio signore.<br />Senza troppa fatica riesco distintamente a
sentire i loro differenti umori e profumi.<br />Ma questo momento di
privilegio dura poco, poiché entrambi si sono accorti che ho
riaperto gli occhi e mi sono ripreso.<br />Il mio padrone mi colpisce
leggermente il viso con le sue bellissime Convers e mi chiede come mi
sento e se riesco ad alzarmi.<br />Sento Gio che sottovoce suggerisce
al mio signore che forse dovrebbero aiutarmi ad alzarmi.<br />Ma il mio
signore minimizza:”vediamo prima se ce la fa da solo.”<br />“Non
ho voglia di raccogliere questa pezza da piedi.”<br />“Che si
arrangi!”<br />Così mi alzo con le poche forze che mi restano e mi
metto in ginocchio davanti a loro col capo chino a terra, come di chi
ha commesso un guaio.<br />E chiedo al mio padrone:”signore, cosa mi
è successo?”<br />“Mi sento sottosopra.”<br />Il mio signore
bellissimo è sicuro di se e probabilmente ha già pensato a tutto e
mi risponde:”schiavo, sei svenuto in bagno e cadendo ti sei
tagliato sulla testa.”<br />“Se non ci fossimo stati noi,
probabilmente saresti morto dissanguato.”<br />L'amico del mio
padrone ha uno sguardo sbigottito, ma non ci faccio troppo caso.<br />In
questo momento sto male e ho paura di dover vomitare.<br />Il mio
padrone capisce il mio stato, prende la mia testa con le sue grandi
mani e me la preme nel wc fino sul fondo.<br />Con lo stomaco così
sconvolto a cavalcioni dell'asse del wc, ci metto davvero poco a
rimettere anche l'anima che ho dentro.<br />Ma il mio signore è sadico
e prima di risollevarmi tira lo sciacquone in modo da lavarmi il capo
completamente e farmi rinsavire del tutto.<br />Mi dice:”una bella
rinfrescata non può che farti bene, schiavo!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Puzzi
di vomito, fai schifo.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Io:”mi
perdoni Signore.”<br />Riemergo e mi asciugo, poi guardo distrutto il
mio signore e il suo amico.<br />Oso:”perdonatemi vi prego, non so
cosa mi sia successo.”<br />“Mi rincresce aver creato dei
problemi.”<br />Il mio padrone e il suo amico si allontanano ridendo
tra loro.<br />Sento Gio dire:”sei proprio sadico con quel poveretto.
Ti ha praticamente salvato la vita e tu, dopo averlo quasi ammazzato,
ancora lo torturi.”<br />“Ma che ti ha fatto?”<br />Il mio
padrone:”Gio, ma che cazzo dici.”<br />“Che te ne frega di quella
merda.”<br />“È solo uno schiavo, non è niente!”<br />“Di che
ti preoccupi.”<br />Gio voltandosi verso di me:”ma non vedi come ti
guarda?”<br />“Sembra un cane bastonato.”<br />“E più lo tratti
male più ti ama e ti cerca.”<br />“È pazzesco!!!”<br />Il mio
padrone mi osserva:”hai ragione, non è una cosa
meravigliosa?”<br />“Posso fare di lui tutto quello che voglio. E
lui striscerà comunque ai miei piedi.”<br />Gio:”Stai attento,
perché quel ragazzo è innamorato di te seriamente.”<br />E il mio
signore, ridendo se ne va alzando le spalle.<br />Io mi sollevo, ma
ancora barcollo.<br />Sul lavandino vedo appoggiata una piccola
pastiglia bianca.<br />La mente mi si illumina di colpo: ecco cosa
dovevo fare, ricordo un messaggio:INGOIA E BEVI!!!<br />Ma
certo!<br />Dovevo prendere questa pastiglia, su ordine del mio
signore, ma prima devo essere svenuto, senza riuscire a
ingerirla.<br />Così ubbidiente, ingoio e bevo.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-27304831792550904202016-12-08T07:48:00.003-08:002016-12-08T07:48:35.325-08:00PARAMECIO <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
33</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">È
sera e siamo sul divano.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">O
meglio...</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
mio padrone è comodamente sdraiato sul sofà, mentre io sono in
terra, seduto davanti al pouf ove poggiano delicatamente accavallati
i piedi del mio signore.<br />Il mio viso è a pochi centimetri e le
mie narici e le mie labbra quasi li sfiorano.<br />Il mio padrone è
ormai abituato a questa scena ovvia e non ci fa nemmeno
caso.<br />Chiunque, vedendo la mia umiliazione, si porrebbe delle
domande o quanto meno vorrebbe capire cosa stia accadendo.<br />Ma il
mio signore non si cura di me, anzi è il contrario, proprio perché
sono io che devo prendermi cura dei suoi piedi.<br />“Inizia il tuo
lavoro, schiavo!” Mi comanda.<br />Ecco il segnale che attendevo.<br />E
la mia lingua, ormai ammaestrata a dovere, si muove leccando i piedi
del mio signore.<br />È un lavoro lento e delicato, poiché le falangi
del mio re sono lievi e fragili.<br />La mia lingua si deve fare
sottile sottile per entrare tra di esse per rimuovere il sudore e la
sporcizia che si è accumulata durante la giornata.<br />In estate poi,
tra ciabatte, sabot, infradito e scarpe indossate senza calze, i
piedi del mio signore sono esposti 24 ore su 24 con conseguente
accumulo di molto più ristagno da eliminare.<br />Ed è proprio da qui
che comincia il mio lavoro.<br />Confesso di essere fiero di questo
incarico, anche perché nel tempo, ho avuto la possibilità di vedere
i risultati evidenti di questo mio servizio.<br />I suoi piedi sono più
puliti, freschi, luminosi e sani.<br />D'altronde si sa, la saliva è
un potente disinfettante per cui il mio trattamento serale porta i
suoi frutti.<br />Ed io sono felice di essere il fautore di questo
benessere per il mio signore.<br />Il mio padrone non mi guarda,
“chatta” al cellulare e solo raramente mi sollecita in modo che
la mia lingua insista più in certi punti, piuttosto di altri, ove
magari ha un particolare prurito.<br />Io mi adopero subito per
servirlo e per alleviare il suo fastidio.<br />Fortunatamente sono un
grande produttore di saliva, per cui le mie lappate sotto le sue
piante dei piedi sono generose e lavano via ogni impurità.<br />Passo
più volte la mia lingua che si allarga e si adatta alle pieghe della
pelle chiara del mio padrone.<br />Mentre lavoro, il mio signore mi
parla:”il tuo addestratore dice di comunicarti che tra due
settimane, dovremo recarci da lui perché vuole sapere come ti stai
comportando e per correggere alcuni difettucci che gli ho fatto
notare del tuo comportamento.”<br />Ed io esterrefatto:”ma signore,
cosa ho fatto che non è stato di suo gradimento?”<br />“Perché
non mi ha detto subito i miei errori, perché vi potessi porre
rimedio, invece di farle perdere del tempo?”<br />Sono nel panico
poiché conosco bene i metodi del mio addestratore e soprattutto
sento sulla mia pelle le cicatrici che sono rimaste a fronte dei suoi
insegnamenti passati.<br />Lezioni a cui non è possibile presentarsi
impreparati.<br />Il mio padrone è rilassato alla grande e mi
snocciola le dita dei piedi sulle labbra:”schiavo, schiavo, stai
tranquillo, il tuo addestratore mi sembra una persona così
comprensiva.”<br />“Così amabile...non trovi?”<br />“Mi ha detto
semplicemente che ti dovrò lasciare da lui a Parma per un
pomeriggio.”<br />“Voi due soli, mentre io e il suo compagno,
andremo a farci un giro in città.”<br />“Pensa schiavo, non sono
neppure geloso!!!”<br />“Lasciarti un pomeriggio con quel
bellissimo uomo del tuo addestratore!!!”<br />“Minimo ne sarai
perdutamente innamorato...Mi sbaglio?”<br />“Mio signore”, oso
con un filo di voce,“io sono innamorato solo di lei e per lei
vivo!”<br />“Non ho altro.”<br />“Ah, già...dimenticavo...”<br />E
ride di gusto il mio signore.<br />Ride della mia inquietudine.<br />Ride
perché sa che non sarà una passeggiata, non sarà un corso di
aggiornamento.<br />Ride perché sa bene che il mio addestratore mi
farà a pezzi con le sue mani, per poi riconsegnarmi a lui come
nuovo.<br />Ride perché è lui stesso che gli ha chiesto di darmi una
lezione severa e brutale.<br />Ho commesso degli errori in questo
ultimo mese, errori che vanno corretti e puniti.<br />E questo
significa botte e sofferenza che il mio addestratore sa infliggere
senza lasciare segni esteriori, ma dilaniando le carni da dentro.<br />Il
mio signore intanto procede col suo cellulare e mi dice:”schiavo,
il tuo addestratore, chiede se ti ricordi la vostra parola
d'ordine.”<br />“Cosa significa?”<br />“Dice che sarebbe
sgradevole questa tua dimenticanza!”<br />“Molto sgradevole!”<br />Tra
me e me: ed ora cosa dico al mio padrone?<br />Come posso dirgli una
verità tanto sconvolgente?<br />La verità secondo cui la nostra
parola segreta serviva a implorare che le torture che stavo subendo,
si fermassero poiché stavano superando un limite di dolore
intollerabile?<br />La verità per cui, quando le ferite che mi
venivano aperte nella carne a forza di frustate, sanguinando, non
arrivassero a macchiare il suo tappeto, e avvisando con la nostra
parola ciò non sarebbe accaduto?<br />Ride intanto il mio signore
bellissimo, ignaro del supplizio che ho vissuto per essere consegnato
nelle sue mani, capace di servirlo e ubbidire ciecamente.<br />E non sa
che dietro il volto angelico del mio addestratore, in verità c'è un
carnefice e un sadico.<br />Non sa che poco lontano dalla sua
abitazione, nel fondo del giardino, nascosto dal canneto, c'è un
capanno chiuso a chiave dove l'addestratore mi ha tenuto prigioniero
in gabbia per tre mesi in mezzo ai miei escrementi e col terrore ogni
volta che lo vedevo.<br />Ma è giusto che il mio signore bellissimo
non sappia che esiste un mondo così terribile, dove è possibile
distruggere una mente umana e ricostruirla, col solo scopo di
forgiarne uno schiavo.<br />Il mio padrone ignora tutto questo e si
stupisce quando mi vede capace di compiere delle bassezze tanto
spregevoli.<br />Ma non sa cosa ho vissuto, e non deve saperlo.<br />Non
sa cosa ho nella testa ora e chi ero prima di subire questa
trasformazione.<br />Uno schiaffo mi infuoca il viso e il mio signore
mi aggredisce:”merda di uno schiavo, ma ti sei
rincretinito?”<br />“Sembra che tu abbia visto un fantasma?”<br />“Vuoi
darti da fare con i miei piedi? Non ho mica tempo da
perdere.<br />Lavora!!!”<br />“Ma guarda un po sto scemo...”Bofonchia
il mio signore.<br />Mi ridesto da questo incubo e riprendo a
massaggiare i suoi piedi con una crema che li mantiene belli morbidi
e setosi.<br />Un mio recente regalo per ringraziare il mio padrone
dell'onore di poterlo servire.<br />Lui indifferente ritorna al suo
cellulare.<br />Insiste:”allora?”<br />“Cosa è questa storia della
parola segreta?”<br />“Signore”, oso,”non era nulla, era solo
la parola d'ordine che usavamo quando rientravo dalle
commissioni.”<br />“Non avevo infatti le chiavi di casa del mio
addestratore.”<br />E il mio padrone, infierendo ancora nel terribile
mondo oscuro dei miei ricordi:”dunque quale sarebbe questa parola
misteriosa?”<br />“Confessala al tuo signore! Ora!”<br />“Te lo
ordino!”<br />Non parlo per la vergogna che provo.<br />Il mio padrone
perde la pazienza e mi strattona per il collo della camicia come se
fossi una bambola di pezza.<br />Sottovoce al mio
padrone:”paramecio.”<br />“Scusa, schiavo, non ho
capito?”<br />Alzando un poco la voce:<br />“PARAMECIO, signore.”<br />“E
che cazzo sarebbe sto paramecio, schiavo?”<br />Col viso e lo sguardo
a terra per la vergogna affermo:”sono io mio padrone.”<br />E lui
stupito:”come sei tu?”<br />Continuo:”il paramecio è un
organismo primitivo e monocellulare, come un'ameba.”<br />“Un
niente mio signore, una nullità!”<br />Ed io cosa sono, se non un
essere che non vale nulla?<br />“Anche lei spesso lo dice che non
valgo niente e non sono niente!”<br />E il mio padrone scoppia in una
risata incontenibile esclamando:”PARAMECIO !!!”<br />“Ma sai
schiavo che mi piace!”<br />“Da oggi sarai il mio primo paramecio,
così facciamo contento anche il tuo addestratore.”<br />E penso: si
lo faremo contento... ma solo quando potrà mettermi le mani addosso
e farmi a pezzi.<br />“Ti vedo pensieroso, schiavo”, dice il mio
signore.<br />“No”, lo rassicuro,“non si preoccupi per me, è
tutto a posto, non merito tanta premura.”<br />“È vero, schiavo,
sei soltanto un paramecio!!!”<br />Ride il mio padrone!!!</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-60362676291503477902016-12-07T10:23:00.003-08:002016-12-07T10:23:45.817-08:00I DUBBI DI UNO SCHIAVO <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
32</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Sono
drogato.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Solo oggi, mi accorgo che il mio corpo è drogato, la mia
mente è drogata, la mia vita è drogata.<br />Mi guardo allo specchio
e provo pietà di me.<br />Per la prima volta nella mia vita, mi rendo
conto realisticamente che vivo una dipendenza ostinata e prepotente e
dalla quale non riesco a divincolarmi neppure volendo.<br />Sono un
debole ed un vizioso!<br />E certamente uno schiavo che non riesce a
fare a meno delle scarpe del suo padrone per sopravvivere.<br />Così
ecco confessata la mia droga, la dipendenza che mi porta a
disprezzare ogni fibra di me stesso tanto da consegnare la mia vita
intera ad un padrone perché la sfrutti e la consumi fino alla
fine.<br />Mi rendo conto che non sono degno di vivere una mia
esistenza.<br />Drogato! Mi accuso!<br />Drogato e degenerato!<br />Drogato,
degenerato e perverso!<br />Come posso definire me stesso uomo, o anche
solo essere vivente, se per vivere, respirare, sognare, provare
piacere e godere nella carne, devo leccare le scarpe di altri
uomini.<br />Ingozzarmi di sudiciume, ingoiare fango, polvere, asfalto
e tutto ciò che posso trovare sotto la suola lurida di un uomo.<br />E
leccare ciò che più è sporco e immondo.<br />La mia lingua diventa
nera e ricoperta di una patina melmosa come una spugna usata o uno
zerbino.<br />Eppure non ne posso fare a meno, neppure pensando che
proprio da questa droga assassina giungerà la mia morte.<br />Lo sento
e aborro me stesso e il mio atto osceno, ma lo compio e mi condanno
da solo.<br />Ma altrettanto sono consapevole che questo mio gesto
segreto, questo mio delirio, deve essere confessato al mio padrone,
il quale deve sapere sempre tutto di ciò che faccio e penso.<br />Così
mi arrovello su come avvicinare il mio signore bellissimo e provare a
denunciare la mia colpa.<br />Ma il mio signore sa tutto e comprende il
mio stato di ansia, ancor prima che io possa arrivare a lui.<br />Il
mio padrone ha un'intelligenza superiore.<br />Mi chiama a se, sdraiato
sul divano e mi ordina di accomodarmi ai suoi piedi, ma senza
leccarli: vuole parlarmi.<br />Mi preoccupo. E faccio bene!<br />Certamente
ho commesso qualche errore e dovrò essere punito.<br />“Schiavo”,
rivolto a me,”mi spieghi cosa hai per la testa in questi giorni?”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ti
vedo distratto!”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ecco,
signore, vede...” Balletto e cerco di prendere tempo.<br />Non è da
me, quando di solito sono sempre pronto per il mio signore.<br />“Insomma
schiavo!” “La pianti di tergiversare e sputi il rospo?”<br />“O
preferisci sentire il sapore del tuo sangue e un bel pugno sulla
faccia.”<br />Il mio padrone sa essere convincente e così mi libero
del mio tormento.<br />“Vede padrone, sto male in questi giorni.”<br />“Lo
so che non le può interessare, ma lei mi sta interrogando ed è mio
dovere essere sincero e trasparente.”<br />“Certo schiavo, te l'ho
detto chiaramente che tu devi essere trasparente, come una medusa, di
cui si può vedere ogni organo vitale.”<br />“La tua vita per me
deve essere altrettanto; io devo poterti aprire e rivoltare come un
calzino usato ogni volta che lo desidero.”<br />“Devo poter
scrutare dentro di te, come nel fondo di un burrone senza fine.”<br />“Io
posso gettare dentro di te ogni mia più orrenda perversione ed
essere sicuro che sarai all'altezza del tuo compito.”<br />“Tuttavia
vedo che in questi giorni hai la testa confusa.”<br />“Cosa
succede?”<br />“Confessa la tua colpa al tuo padrone!”<br />“Cosa
hai combinato?”<br />“Questa volta non ti giudicherò e cercherò
di essere comprensivo.”<br />Lo dice con uno strato sorriso, ma
voglio credere nell'amore che mi lega a lui.<br />Inizio:”Vede
padrone, è da giorni che mi sono reso conto che non potrei più
esistere senza di lei.”<br />“Da quando ha minacciato di disfarsi
di me, non vivo più.”<br />“Sono disperato signore.”<br />“E
pensare di non poterla più servire mi uccide.”<br />“Vede padrone
io dipendo da lei e sono drogato dei suoi piedi e delle sue scarpe
che venero come delle sacre reliquie.”<br />“Come potrei vivere un
solo giorno senza poter poggiare la mia lingua sotto la suola delle
sue scarpe?”<br />“Signore, lo so che non è logico, ma io devo
nutrirmi di quello che lei calpesta.”<br />“Io sono disperato
signore mentre vedo me stesso, consumarmi sotto le sue suole.”<br />“Che
cosa sono, mio signore?”<br />“Che essere spregevole sono?”<br />“Ma
nonostante tutto, non sono capace di resistere e muoio pian piano,
ingoiando quel veleno che so che prima o poi mi ucciderà.”<br />“L'unica
cosa che mi consola è che morirò per lei.”<br />Il mio padrone
sembra turbato dal mio discorso sconnesso.<br />Mi guarda pietoso, col
mio viso sempre vicino ai suoi piedi e mi dice:”schiavo, ma io ero
convinto che tu provassi piacere nell'essere umiliato e
calpestato.”<br />“Ed infatti è così mio signore”,
rispondo.<br />Lui:”non capisco allora!”<br />Riprendo:”padrone, io
morirei senza di lei, ma vorrei, anche per un giorno solamente, non
essere schiavo, ma uomo libero.”<br />“Un uomo che possa guardare i
suoi simili negli occhi e pensare: non ho nulla meno di loro!”<br />Il
mio padrone:”ma lo sai che quello che chiedi è impossibile!”<br />“Tu
sei uno schiavo, cosa ti dice la testa?”<br />“Non sarai
malato?”<br />“Sembra un delirio quello che stai dicendo.”<br />“Sei
servo, mi adori e vuoi leccare le mie scarpe, ma poi mi dici che vuoi
essere riscattato e liberato.”<br />“Ti rendi conto che è un
controsenso!”<br />Io:”mi perdoni signore, mi perdoni davvero, non
so più quello che dico.”<br />“È che...”<br />“Lasci stare mio
signore, non so cosa dico, davanti a lei non capisco più
niente.”<br />“Vedo, schiavo!”<br />“Vedo che sei confuso!E molto
direi!”<br />Mi ucciderei con le mie stesse mani per quello che ho
detto!<br />“Adesso massaggiami i piedi, sono chiusi nelle scarpe
tutto il giorno”, comanda il mio signore.<br />E mentre le mie mani
si adoperano per alleviare la fatica del mio padrone, mi
parla.<br />“Domani parto per un week end in Toscana con Diego e
Gio.”<br />“Signore...ma”...oso...<br />“Taci schiavo!”<br />“Tu
non verrai, Gio non ti vuole in mezzo ai piedi.”<br />“Andiamo a
fighe e non abbiamo bisogno di uno schiavo inutile.”<br />“Tu resti
a casa e vedrai che avrai modo di riflettere.”<br />“Ho giusto in
mente un simpatico giochetto per schiariti le idee.”<br />Il mattino
seguente il mio padrone è quasi pronto per partire, col suo trolley
già presso la porta.<br />Ritorna sui suoi passi e mi ordina:”schiavo,
nudo!”<br />Mi spoglio totalmente.<br />Il padrone ha in mano una corda
con la quale mi lega i polsi dietro la schiena.<br />Poi mi trascina in
ginocchio ponendo il mio viso appiccicato allo stipite della
porta.<br />Tolta la sua ciabatta di gomma blu da sotto il suo
bellissimo piede, la incastra tra il mio viso e il legno della
porta.<br />Il peso del mio corpo, leggermente inclinato in avanti,
tiene ferma la ciabatta in equilibrio.<br />Mi dice:”schiavo, la tua
faccia è dove io appoggio il mio piede, le tue labbra baciano il mio
sudore rappreso e le tue narici aspirano i miei umori.”<br />“Per
due giorni rimarrai in questa posizione immobile, annusando per bene
il mio odore maschile”,”ciò che tu non sei e non sarai
mai!”<br />“Sono certo che al mio ritorno, avrai le idee molto più
chiare circa il tuo futuro.”<br />“Ti suggerisco di non fare cadere
la ciabatta, anche perché poi non potresti più ritornare in
posizione senza un aiuto. E il tuo destino sarebbe
segnato.”<br />“Immagino tu abbia compreso a cosa mi
riferisco?”<br />“Allora schiavo, pensi di potercela
fare?”<br />“Mmmiooo ,puadr, ppooosss”<br />“Schiavo, scusa ma
non capisco, dicevi?”<br />Riprovo, ma la mia bocca non può
articolare suoni sensati, perché sorregge tremolante la ciabatta del
mio signore.<br />“Ok, lo prendo per un si!!!”<br />Il mio padrone
sadico, ride della mostruosità che è riuscito a fare del suo servo
e di come io mi sottopongo a questa lenta tortura.<br />Una fotografia
per Facebook e poi via per il week end.<br />“Addio schiavo, fa' il
bravo e difendi la casa del tuo padrone.”<br />Il Signore mi sigilla
in quella che sarà la mia tomba per due giorni, anche se mi ha
lasciato un piccolo spiraglio di luce per cui posso rendermi conto
del tempo che scorre.<br />Ma due giorni sono lunghi ed in queste
condizioni, infiniti.<br />Avrei così tanti lavori da terminare per il
mio signore, tanto che questo tempo mi sembra davvero sprecato.<br />Ma
probabilmente l'insegnamento che sto vivendo vale molto più di tanto
cieco operare.<br />Intanto i dolori alla cervicale e alla schiena
iniziano a farsi sentire.<br />E già dopo poche ore mi sento bloccato
come una statua di pietra.<br />L'unica consolazione è la ciabatta
davanti alla bocca che esala il profumo delizioso del piede del mio
padrone.<br />La sete, il timore di perdere l'equilibrio, il sonno
perduto, tutto mi sta devastando.<br />Ma capisco davvero che il mio
solo desiderio è servire il mio signore bellissimo.<br />Non voglio
altro, qualunque sia il suo prossimo comando.<br />Non è vita, la mia,
senza il mio padrone.<br />Non esisto se non appartenendo al mio
re.<br />Sono allo stremo quando sento girare le chiavi nella toppa
della porta.<br />È il mio signore bellissimo.<br />È tornato. Sono
salvo e ho tenuto fede al compito assegnato.<br />Si avvicina, mi
guarda e ride.<br />Lo sento alle mi spalle che sghignazza di me e
della mia miseria.<br />Io non posso ancora vederlo, farei cadere la
ciabatta.<br />Ed ora sarebbe imperdonabile.<br />Il mio signore mi
libera il viso che sembra paralizzato.<br />Mi volto verso di lui e
sono all'altezza del suo intimo.<br />“Schiavo”, mi dice,“hai
ubbidito e sei stato fedele al mio comando.”<br />Mentre mi preme con
la mano contro il suo membro odoroso e turgido.<br />“Goditi questo
premio, schiavo devoto.”<br />“Annusa, inspira bene, riempiti del
tuo padrone.”<br />Mi immergo e sono in paradiso.<br />Mi dice:”penso
tu abbia sciolto i tuoi dubbi, vero schiavo?”<br />Mugolo, annuendo
col viso.<br />Poi il mio re si allontana in un'altra stanza senza dire
altro.<br />Mi gira la testa, sono debole e assetato, non ho bevuto per
due giorni.<br />Vacillo, poi svengo cadendo con la faccia a terra.<br />Il
tonfo è leggero, il mio signore non si è accorto.<br />Forse più
tardi, quando non mi vedrà sistemare il suo bagaglio.<br />Ma ora
giaccio a terra, vicino alle scarpe del mio padrone.<br />Quello è il
mio posto, i miei dubbi sono svaniti.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br /></span></span></span>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-4270189791437608862016-12-06T11:12:00.004-08:002016-12-06T11:12:50.514-08:00SERATA ALCOLICA <div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
31</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br /></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Questa
sera il mio signore è uscito con i suoi amici per una di quelle che
ama definire “serate alcoliche” a base di fumo, donne e
ovviamente tanto alcool.</span></div>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sono i soliti tre amici “palestrati”
quelli con cui si accompagna: Diego, il bello del gruppo e che ha
sempre un sacco di “fighe” nel suo carnet, Fabio, bruttino in
verità, ma a detta del mio padrone, pieno di soldi e Gio, il
silenzioso, ma che credo sia quello che a fine della serata, si porti
a casa sempre una bella pollastrella con cui spassarsela.<br />Una
nuova ogni volta, s'intende!<br />E poi il mio padrone, a completare i
tre moschettieri.<br />Sarò di parte, ma il mio proprietario è
ovviamente il più signore di tutti. E il più bello
ovviamente!<br />Sempre raffinato, elegante, profumato e con quella
pettinatura che farebbe girare la testa a chiunque.<br />È ancora in
bagno a darsi un'ultima occhiata quando mi apostrofa:”schiavo, cosa
ne pensi? Sono abbastanza figo?”<br />“Da quello che vedo agitarsi
tra le tue gambe, direi di sì!”<br />E se la ride di gusto, per
questa mia ennesima umiliazione.<br />Mentre io, coprendo con le mani i
genitali per celia, lo osanno di mille complimenti.<br />Si guarda allo
specchio e si piace.<br />Poi si volta verso di me dicendo:”sei
proprio uno schiavo fortunato!”<br />Poi, mentre sono ancora
inebriato dalla sua bellezza, mi schiaffeggia con le sue grandi
mani:”servo, corri a prendere le mie scarpe! Veloce!”<br />Scodinzolo
e ritorno portando con la bocca le sue Converse bianche che, abbinate
al suo completo, mi fanno impazzire.<br />L'aroma che esse sprigionano,
mi caricano degli umori maschili del mio padrone, che risvegliano i
miei ormoni di schiavo.<br />“Bravo cagnolino”, mi dice.<br />Poi mi
porge il piede destro davanti alla faccia perché lo baci e lo calzi,
per poi annodare le stringhe e farle scomparire all'interno della
scarpa. Non si devono vedere!<br />Idem col piede sinistro, mentre io
credo di essere al limite di un piacere fisico che potrebbe essere
molto pericoloso.<br />Sistemo i suoi calzoni facendoli cadere alla
perfezione sulle Converse e contemplo il mio dio, quasi fossi in
estasi.<br />“Bacia le mie scarpe”, mi ordina!<br />Ed io mi accuccio
a terra come un piccolo fagotto dimenticato e appoggio le mie labbra
umide e carnose sulle punte in plastica delle sue sneakers.<br />Bacio
con passione le scarpe del mio padrone.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Anche
le suole, pezza da piedi”, mi parla con asprezza.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
in quel momento solleva un piede da terra quanto basta perché la mia
faccia possa strisciare al di sotto per questo ulteriore bacio di
sottomissione estrema.<br />Intanto il telefono impazza di messaggi.<br />Il
mio padrone lo impugna e per umiliarmi ulteriormente mi scatta
qualche foto, già pubblicate sulla sua pagina Facebook, dove ormai
sono diventato lo zimbello dei suoi 2500 amici.<br />Ma d'altronde
anche questo per la gloria del mio padrone.<br />Dal telefono due
messaggi vocali richiamano il mio signore.<br />“Lascia quella merda
di schiavo a leccare il pavimento e raggiungici, non sai quello che
ti stai perdendo.”<br />E l'altro:”guarda che le “fighe” stanno
chiedendo che fine hai fatto, ti aspettano. Molla un calcio in faccia
al tuo schiavetto del cazzo e vieni a godertele. Sono già tutte
bagnate!”<br />Il mio padrone non può resistere al richiamo di un
corpo femminile, figuriamoci se sono tante e lo stanno
aspettando.<br />Senza neppure vedermi, mi calpesta e mi supera per poi
avviarsi a grandi passi verso la porta di casa.<br />Prima di uscire si
volta e mi ordina:”schiavo, pulisci tutto, chiaro!?”<br />Ed
io:”certo signore, non si preoccupi e...buona serata.”<br />Lui
sprezzante guardandosi attorno:”buona serata a te, schiavo!”<br />Ora
che sono solo vedo con chiarezza il porcile che è rimasto da
pulire.<br />È tutto sottosopra.<br />Impiegherò davvero parecchie ore
per riordinare e rassettare.<br />Ma è il mio compito di servo e sono
già al lavoro.<br />Sistemo la camera riponendo tutti i vestiti
lasciati sparsi, lo studio con tutti i suoi oggi personali,
riportando la casa all'ordine.<br />Poi è la volta del bagno.<br />Credo
che a volte il mio padrone lo faccia apposta per mortificarmi, non
tirando l'acqua dello sciacquone e lasciandomi i suoi escrementi da
ammirare.<br />Oppure è una prova di forza per vedere se ho il
coraggio di nutrirmi delle sue feci.<br />Confesso che la tentazione è
forte, e forse prima o poi cadrò in questa sua trappola, ma per ora
mi salvo tirando l'acqua e togliendomi questo pensiero dalla
testa.<br />Pulisco tutto, ma quando arrivo alla doccia mi fermo a
guardare.<br />Lo specchio interno porta nel mezzo una striscia
abbondante di sperma che, ancora incollato, sta colando lentamente
verso il basso.<br />Il mio padrone si deve essere segato mentre si
rilassava in doccia.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Lui
è sempre molto generoso nell'eiaculazione, ma così non avevo mai
ammirato.<br />Devo essere veloce, altrimenti tutto sarà
perduto.<br />Incollo la mia lingua allo specchio e lecco d'un fiato
tutto quel boccone gelatinoso che ora è al sicuro nella mia
bocca.<br />Mi basta un secondo per.... Puah, sputo tutto, non è
sperma, ma il suo nuovo bagnoschiuma che ha una consistenza e un
colore molto simile.<br />Che orrore, ho la bocca
disgustata.<br />Basta!<br />Devo finire di sistemare e poi forse potrò
concedermi del riposo, magari pulendo le ciabatte del mio padrone o
leccando le suole delle sue scarpe da vela che devono essere pronte
per la regata di sabato.<br />Ancora un ricordino...<br />Il mio padrone
ha lasciato i suoi slip sporchi in corridoio.<br />Li raccolgo, ma
prima di riporli nella biancheria da lavare, li annuso per bene,
proprio in quei punti ove vedo delle macchie di urina e delle strisce
marroni.<br />L'odore è pungente e acido, mi penetra e avviluppa.<br />Mi
inebria e mi innamora.<br />Il mio padrone...che maschio
virile!<br />Stravolto mi abbandono per terra a fianco degli slip del
mio re e mi addormento come un angioletto stanco, ma felice e
sorridente.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">...</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br />Degli
strani rumori mi svegliano di soprassalto.<br />Il mio padrone è
rientrato.<br />Guardo l'ora, sono le cinque del mattino, mio dio, è
già giorno ormai.<br />Dal corridoio dei versi disumani mi fanno
capire che il mio signore sta vomitando tutto ciò che ha in
corpo.<br />Mi avvicino per aiutarlo, ma quando arrivo si è già
ripreso e sembra stare meglio.<br />“Signore”, oso avvicinandomi al
suo corpo stupendo,”come si sente?”<br />“Le ho già preparato il
letto e deve solo andare a riposare ora.”<br />Lui:”aiutami a
svestirmi, schiavo!”<br />Le sue parole sono biascicate, ma il mio
appellativo di schiavo non viene mai a mancare, nemmeno ora che il
mio signore è nel bisogno.<br />Ma che illusioni mi faccio...<br />Il
mio padrone è ubriaco:”stupido schiavo, non vedi che devi prima
togliermi le scarpe?”<br />Ed io:”certo signore, ma gliele ho già
sfilate un secondo fa.”<br />Tace e mi permette di terminare la
svestizione.<br />Lo lascio nudo con solamente gli slip, a coprire il
suo intimo, come solitamente lo vedo andare a riposare.<br />E infatti
eccolo incamminarsi verso il letto.<br />Ma, prima di coricarsi, si
volta verso di me:”schiavo, poi non dire che hai fame...”<br />“Sul
pavimento dell'ingresso ti ho lasciato tutta la mia cena.”<br />“Buon
appetito!”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-37394472864381381022016-12-04T07:05:00.003-08:002016-12-04T07:05:40.925-08:00MOCASSINI PRADA
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
30</span></span></span><br />
<br /><br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Il
mio padrone si avvicina mentre a terra sono impegnato nel lucidare i
suoi mocassini Prada nero focato, con la mia morbida lingua.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">È un
compito molto delicato perché le scarpe del mio signore sono
preziose e davvero bellissime.<br />Sono usate, ma ancora splendide, la
pelle morbida e lucida tanto da specchiarsi.<br />Dei mocassini davvero
meravigliosi e profumati di cuoio grasso e di quel lieve umore che
amo proveniente dai piedi del mio signore.<br />E poi, ancora più
belle per il fatto che sono le sue e ora le posso toccare con le mie
piccole mani di servo.<br />Il mio signore bellissimo si ferma
compiaciuto ad osservare la scena e sembra quasi incuriosito dalla
mia tecnica nel cercare di rimuovere del sudiciume rimasto incollato
sotto le suole.<br />Non dice nulla e continua ad osservarmi con
attenzione.<br />Chissà, penso io, forse è ammirato dal mio lavoro,
oppure, più realisticamente gli faccio pena.<br />Propendo per la
seconda ipotesi, è più in linea con il carattere fiero e dominante
del mio signore.<br />Come può abbassarsi al mio livello di
inferiore!<br />Si domanderà infatti: ma che razza di essere può
desiderare umiliarsi così, arrivando a leccare le scarpe di un altro
uomo? È pazzesco!<br />Alzo appena lo sguardo verso di lui e subito un
colpo in testa dato dal suo piede mi riporta con la bocca sulle sue
suole.<br />Mi dice:”vai avanti con quello che stai facendo,
schiappa!”<br />“Non ti distrarre!”<br />“lo sai vero che hai per
le mani delle scarpe di Prada che costano più di 500 euro,valgono
molto più della tua stessa vita?”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;">“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Che
peraltro non vale niente!”<br />“Le voglio perfette e
lucidissime!”<br />“E cosa è quella schifezza incollata sotto la
suola?!?”<br />“Mio signore”, oso con un filo di voce,”sto
tentando di rimuoverla con la mia lingua, ma non riesco!”<br />Saggiamente
il mio padrone suggerisce:”usa i tuoi incisivi per sollevarla, ma
stai attento a non rigare la suola! Altrimenti poi sarò io a rigare
te!!!”<br />Seguo il suo consiglio. Il mio padrone è davvero
intelligente.<br />Avvicino la scarpa alla bocca in corrispondenza del
grumo di sporcizia.<br />Sento un vago odore di menta, deve essere una
gomma da masticare che il mio padrone ha calpestato, ed a cui poi si
è attaccato di tutto.<br />Nel grumo, ormai nero di sporco e asfalto,
distinguo peli, un lungo capello, un mozzicone di sigaretta
e...<br />Meglio non guardare oltre.<br />Il mio padrone sopra di me
attende, ma la sua pazienza ha un limite:”schiavo, vuoi fare
sparire quella merda da sotto le mie scarpe!”<br />“Cosa aspetti,
cazzo!”<br />“Mi perdoni signore, provvedo subito!”<br />Avvicino
la bocca, che con le labbra lambisce il grumo sudicio, e con i denti
comincio a scalzarlo.<br />Si solleva per intero, come suggerito dal
mio re, ma con i filamenti tipici di una gomma già masticata da
tempo, anche se è rimasta ben incollata sotto la suola dei mocassini
del mio padrone.<br />E poi precipita, con tutto il suo corredo di
schifezza sulla mia lingua, che lo attende rassegnata.<br />Osservo la
suola della scarpa che è tornata perfettamente pulita e anzi, più
limpida delle zone circostanti.<br />“Ingoia!!!” Ordina il mio
padrone.<br />Mentre un pugno dolorosissimo si schianta nel mezzo della
mia schiena, lasciandomi senza fiato.<br />Ho le lacrime agli occhi, ma
nascondo il mio viso per non essere visto.<br />Cerco in bocca di
produrre saliva sufficiente per ingerire il triste boccone poi, al
momento opportuno, lo lascio cadere verso il fondo della gola e via
dentro di me.<br />Subito un conato di vomito mi percorre tutto il
corpo, ma per fortuna riesco a ricacciarlo indietro, in
profondità.<br />Il mio padrone:”hai visto che non era poi così
difficile, merda che non sei altro?!?”<br />“Sono certo che sia
stato di tuo gusto!”<br />Ride il mio signore della sua battuta e
ancor più del potere che ha su di me.<br />Io annuisco e ringrazio del
cibo che mi è stato offerto.<br />“E adesso vai avanti a leccare le
scarpe, domani ho una riunione e devono essere splendenti.”<br />“Certo
mio signore, la ringrazio per questo generoso compito”,
oso...<br />“Schiavo, lo vedo bene che ti sto facendo un grosso
regalo facendoti leccare le mie Prada.”<br />“Il tuo cazzo parla da
solo.”<br />E in quel momento un calcio degno di un rigore termina la
sua corsa tra i miei testicoli.<br />Mi sembra di svenire dal male.<br />Il
mio padrone si accorge che il mio capo vacilla e mi prende la testa
con la mano spingendola contro lo stipite della porta e
schiacciandola contro la sua gamba per tenermi in piedi.<br />Resto
interdetto alcuni istanti, poi mi riprendo.<br />Il mio corpo è
percorso da brividi e ho un profondo senso di nausea, ma per il mio
signore bellissimo fingo che sia tutto sotto controllo.<br />E dico
sottovoce:”va tutto bene signore. Mi perdoni.”<br />“Lavora
schiavo!” Mi sento apostrofare.<br />“Tira fuori quella tua lingua
cenciosa e vedi di far risplendere le mie scarpe a dovere.”<br />“Sei
fortunato che stasera hanno sospeso l'allenamento di calcetto,
altrimenti più tardi avresti avuto da pulire anche le mie scarpette
infangate.”<br />“E con il tempo piovoso di questi giorni...”<br />“Ti
avrei portato a casa un bel dessert a base di fango.”<br />“Povero
schiavo, che vita infame, non è vero, piccolino?”<br />Il mio
signore è canzonatorio e si prende gioco del suo suddito.<br />E così
continua a schernirmi.<br />“Ma in fondo te la sei scelta tu questa
vita, nessuno ti ha obbligato o sbaglio?”<br />“È anche vero però
che se uno nasce schiavo, non può certo pensare di poter vivere
diversamente.”<br />Abbasso a terra lo sguardo pietosamente , mi
vergogno di me stesso davanti a lui.<br />Sono davvero un
miserabile.<br />Il mio padrone se ne accorge e infierisce ancora sulla
mia debolezza.<br />“Schiavo, hai forse sete?”<br />“Con tutta la
sporcizia che stai ingoiando, avrai sete di sicuro?”<br />Ed io
ingenuamente:”signore, grazie, un bicchiere di acqua sarebbe la mia
salvezza.”<br />“Schiavo...schiavo...mi risponde, farò di meglio
per te!”<br />E severamente mi comanda:”apri la bocca che devo
pisciare!”<br />Resto deluso, credevo in un gesto umano del mio
signore.<br />Ma sono anche ammirato nel vedere il membro possente del
mio re, che si appoggia sulle mie labbra e presto viene premuto nella
mia bocca.<br />Pochi secondi e un fiotto di urine calde mi invade e
inizio a ingollare il prezioso liquido.<br />Ormai sto diventando
esperto e quasi trovo piacevole quel getto che stuzzica la mia gola
facendola bruciare ad ogni sorso.<br />Il mio signore ha quasi
terminato.<br />Finito, fa uscire il suo pene appoggiandolo sulle mie
labbra ove cadono ancora alcune gocce di urina.<br />Le lecco via con
la lingua.<br />Le assaporo fino all'ultimo.<br />Poi il mio padrone
asciuga il suo membro umido sulla pelle della mia faccia per poi
rimetterlo nei suoi slip.<br />Io avvicino il viso a quella forma che
emerge dal suo intimo e simula il suo cazzo eccitato e vigoroso.<br />Lo
sfioro, lo bacio, annuso il suo aroma di maschio.<br />Poi, più triste
che mai, abbasso a terra lo sguardo e col viso fisso il pavimento.<br />E
sento le lacrime salirmi agli occhi perché penso:”ma perché non
posso essere un semplice amico per il mio padrone, piuttosto che
subire tutta questa umiliazione, solo per potergli stare
accanto?”<br />“Perché vivo in questo modo?”<br />“Perché sono
uno schiavo?”<br />Il mio signore bellissimo si accorge che qualcosa
non va, forse le mie lacrime hanno bagnato i suoi nobili piedi
impunemente.<br />Il suo palmo solleva il mio viso, ma i miei occhi non
hanno il coraggio di guardarlo e restano verso il basso, a terra.<br />Lui
mi ordina di guardarlo negli occhi subito.<br />Io ubbidisco,
riluttante a farmi vedere in lacrime.<br />E il mio padrone:”schiavo,
stai piangendo?”<br />Io:”no signore, è solo stanchezza.”<br />“Non
dire cazzate servo! Tu non puoi essere stanco! Cosa sono quelle
lacrime? Cosa c'è che non va?”<br />“Non è tutto perfetto?”<br />“Io
ti comando e tu mi servi devotamente.”<br />“Io ordino e tu
esegui.”<br />“Io ti punisco e tu subisci.”<br />“Cosa puoi
desiderare di più?”<br />“Sei una merda e comunque io ho dato un
senso alla tua esistenza.”<br />Vorrei scomparire sotto terra davanti
al mio re, poiché so che il mio padrone ha ragione.<br />Ma non è
possibile e il mio signore attende una risposta.<br />Come spiegargli
le mie lacrime.<br />Come fargli capire che il mio dolore non ha un
inizio e una fine.<br />Come sperare in un gesto che mi possa
consolare.<br />Provo a improvvisare una risposta, ma le mie parole non
hanno voce.<br />Il mio padrone alto e gagliardo sopra di me, ora mi
scruta con aria compassionevole.<br />La sua mano si posa sul mio capo
come se fossi un bambino ferito.<br />Anche lui non parla, ma il nostro
silenzio è molto eloquente.<br />Il tempo sembra essersi fermato fino
a quando il mio signore bellissimo sospira pesantemente e si lascia
sfuggire queste parole:”lo sapevo che prima o poi saresti
scoppiato.”<br />“Non vali davvero nulla. Cazzo! Con tutto quello
che ho fatto per te!”<br />“Schiavo, raccogli le tue cose che ti
riporto da chi ti ha venduto.”<br />Ed io singhiozzante:”signore
no!”<br />“La prego, mi perdoni! Non accadrà mai più.”<br />“La
prego, mi perdoni!”<br />“Mi uccideranno se sapranno che ho
fallito.”<br />“Nessuno vorrà più un servo come me.”<br />“E se
non mi uccideranno loro, sarò io a togliermi la vita.”<br />“Che
senso avrei?”<br />Il mio signore è scuro in volto:”così dovrei
tenerti io, schiavo incapace.”<br />“Signore”, invoco,”mi tenga
con se, farò tutto ciò che vorrà.”<br />“Ubbidirò a qualsiasi
comando.”<br />“Io non ho più senso se lei mi getta via.”<br />“La
prego.”<br />Il mio padrone si divincola dalla mia presa disperata e
si allontana.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ma
prima di lasciarmi solo, la sua voce mi rianima:”schiavo, continua
il lavoro che stavi facendo...”<br />E la mia lingua ricomincia a
leccare i mocassini Prada del mio signore.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-72112045924915982292016-12-03T10:13:00.003-08:002016-12-03T10:13:25.108-08:00IN PALESTRA
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
29</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Il
mio padrone è nervoso oggi, mentre io cerco di capire cosa stia
succedendo.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ma sono solo un povero servo e ovviamente non m'è
dato capire cose così importanti.<br />Il mio signore è
alterato.<br />Telefona, aggredisce chi risponde.<br />Capisco tuttavia
che c'è un problema sul lavoro, nella palestra di sua proprietà,
qualcosa di grosso e da risolvere rapidamente.<br />Così, in relazione
al mio ruolo di schiavo, mi avvicino ai suoi piedi. Piccolo come
sono, neanche al pari di una sua scarpa, prendo coraggio e mi
propongo:”mio signore, cosa accade? Posso forse esserle utile?”<br />Al
ché il mio padrone si volta e abbassa lo sguardo a terra per capire
chi lo chiama.<br />E nel momento stesso in cui mi vede, mi sferra un
calcio potente con le sue scarpe eleganti a coda di rondine, così
forte da schiantarmi contro la parete, spiaccicato come una
gelatina.<br />E mi rimbrotta:”ma che cazzo vuoi fare, schiavo di
merda?”<br />“Non vedi che non vali niente?”<br />“Sei miserabile
e piccolo come un giocattolo!”<br />“Vattene dalla mia vista prima
che mi incazzi sul serio!”<br />Striscio sul pavimento per
allontanarmi silenziosamente e per scomparire dalla sua vista.<br />Credo
di aver già fatto troppi guai.<br />Nel silenzio sento il mio signore
al telefono:”forse ho risolto il problema, arrivo tra poco, tu non
toccare nulla.”<br />E cerco ancora di allontanarmi, ma mi accorgo
che i miei movimenti sono bloccati.<br />Qualcosa sopra il mio piccolo
corpo mi tiene premuto a terra.<br />L'ombra che mi sovrasta è ben più
ampia di me e pesa sul mio esserino.<br />Solo ora capisco che giaccio
sotto la suola della scarpa del mio padrone, che nel frattempo mi
schiaccia al suolo.<br />La riconosco poiché l'ho pulita più volte
con la mia lingua e so bene come è fatta, soprattutto ora che mi sta
spremendo a terra.<br />Il mio padrone mi parla:”schiavo, forse
qualcosa di utile puoi farla davvero per me.”<br />“Preparati
perché vieni con me in palestra.”<br />“Ma non per allenarti, stai
tranquillo.”<br />“Ho in mente per te qualcosa di più
eccitante.”<br />Salgo sulla sua Audi Q5 nuovissima e mi arrampico
fino a trovare un piccolo spazio nel posacenere.<br />Da questa
posizione ammiro devotamente il mio signore bellissimo che, al posto
di guida, già sta accelerando nel traffico, rendendo difficile la
mia presa.<br />Intanto mi parla in tono più cordiale, ma sempre
deciso e risoluto.<br />“Schiavo”, afferrandomi con la sua grande
mano quasi fossi di pezza, “mi sembra di ricordare che sai nuotare
molto bene, non è vero?”<br />Ed io: “certamente mio
signore.”<br />“Ecco vedi, in palestra abbiamo un problema, si sono
otturate le docce degli spogliatoi maschili e si è creato un piccolo
lago.”<br />“Tra poche ore arriva la nazionale di rugby che ha
prenotato i locali per fare allenamento prima della partita e tutto
deve essere a posto, non so se mi spiego.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Io:
“capisco mio signore”.<br />Continua: “Lo spogliatoio ora è
allagato e l'idraulico è in ferie.”<br />“Ed io ovviamente non
posso permettermi di fare brutta figura e soprattutto perdere del
denaro.”<br />Io mi bevo tutto quello che dice.<br />È il mio vangelo,
è la sola verità a cui io possa prestare fede.<br />È il mio
padrone: lui comanda, io ubbidisco.<br />Continua:”schiavo, appena
arriviamo in palestra, ti spogli nudo e ti calo nell'acqua stagnante
delle docce fin dentro il sifone.”<br />“Probabilmente è intasato
da qualche cretino che avrà buttato giù qualcosa.”<br />“Non è
la prima volta, cazzo!”<br />“Tu devi rimuoverla,
assolutamente!”<br />“E soprattutto velocemente!”<br />“Non
ammetto errori, sei piccolo e sai nuotare per cui non puoi e non devi
sbagliare.”<br />Questa missione mi ricorda le imprese impossibili di
007.<br />Forse il mio padrone non ha pensato che se dovessi riuscire a
sgorgare il tubo, potrei rischiare di morire risucchiato dalle
acque.<br />Provo ad accennare timidamente il mio dubbio al mio
signore, ma subito vengo investito da una sequela di
insulti.<br />“Schiavo del cazzo!” Mi urla rabbioso:“cosa me ne
frega se hai paura di annegare!”<br />“Ti ho detto che ti terrò
legato!”<br />“Non farmi ripetere le cose due volte, non sei
stupido!”<br />“E soprattutto non mi fare incazzare che questa
mattina è già comunicata male.”<br />Taccio e mi arrovello circa
quello che mi aspetta.<br />Arrivati in palestra, la segreteria,
ovviamente invaghita del mio padrone, lo accoglie come se avesse
visto il Messia.<br />La odio, brutta puttanella, ma non posso dire
nulla e lascio che ci guidi per i corridoi verso il luogo del
delitto.<br />In effetti le docce degli spogliatoi sono allagate.<br />Ci
sarà almeno una spanna di acqua e, ovviamente, la poltiglia nella
quale mi dovrò tuffare è un liquame puzzolente in cui galleggia
ogni miasma più fetido.<br />I maschi della palestra infatti hanno
continuato ad usare le docce nonostante fossero già intasate.<br />Il
mio padrone spiega il suo piano alla segreteria che, con occhi
illuminati cinguetta:”ma è un'idea stupenda! È perfetto! Lei ci
salverà!”<br />Intanto il mio padrone mi lancia un'occhiata che
parla da sola:”spogliati e buttati in acqua!”<br />Ubbidisco e mi
trovo a galleggiare in un liquido tiepido, corrotto, sudicio,
gelatinoso a tratti.<br />Tra capelli e peli, schiuma che forma degli
isolotti e altro che non oso immaginare, mi avvicino nuotando al
centro della stanza, dove il mio signore mi indica esserci lo
scarico.<br />La segreteria nel frattempo ha rimediato uno spago che il
mio padrone mi lancia comandandomi di legarlo in vita bello stretto
perché poi, se dovessi riuscire nella mia impresa, la corrente nel
sifone sarà molto forte in confronto alla mia piccolezza.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Pertanto
sarà lui a tirarmi fuori per mezzo della corda.<br />Più di così la
mia vita non potrebbe essere nelle sue mani.<br />Ho il cuore che mi
batte all'impazzata.<br />Non ho idea di cosa troverò nel sifone e se
avrò aria a sufficienza.<br />Il mio padrone intanto da bordo vasca mi
grida di darmi da fare e di inabissarmi nella fogna.<br />Il tempo
stringe.<br />Lui certamente non mi aiuta, né tanto meno pensa ad
entrare nell'acqua per calarmi più da vicino e rendere più sicuro
il mio lavoro.<br />Ma è ovvio, chi vorrebbe entrare in quella
porcheria?<br />È sufficiente che ci nuoti lo schiavo, poi, se
sopravviverà tanto meglio, altrimenti...la cosa importante è
liberare la condotta.<br />“Insomma ti muovi!”<br />“Che aspetti
ancora! Muoviti!!!”<br />Prendo un respiro profondo e scendo a
candela verso il basso.<br />L'acqua è torbida, non si vede
nulla.<br />Dopo poco tocco il pavimento e trovo la grata che porta nel
sifone.<br />Tutto bloccato, non si muove un filo d'acqua.<br />Ritorno
in superficie per riprendere fiato e inabissarmi nuovamente.<br />Mi
sento puzzare da vomito, ma non è questo il momento di fare gli
schizzinosi.<br />Arrivato alla grata, la supero infilandomi in uno
spazio attraverso delle lamiere già contorte e sono nel sifone.<br />Qui
è tutto nero, tocco le pareti che sono gelatinose, forse il sapone,
forse altro...<br />Al centro un bastone scende verso il basso ed è
coperto di peli, certamente quelli dei maschi che frequentano la
palestra.<br />Un piede mi resta intrappolato in un anello metallico,
ma questo non può essere la causa dell'ostruzione.<br />L'aria sta
terminando, devo risalire e rapidamente.<br />Il mio padrone vedendomi
riemergere chiede subito se ho risolto.<br />Non ha importanza se sto
male o se ho bisogno di aiuto.<br />Nella sua mente esiste solo: deve
farcela!<br />Lo schiavo deve farcela!<br />Cerco di spiegare cosa ho
visto, ma il padrone mi interrompe bruscamente:”non me ne frega un
cazzo di cosa c'è in quella merda di sifone, voglio che lo
liberi!”<br />“E subito!”<br />“Vado mio signore, vado subito, mi
perdoni.”<br />Mi immergo per la terza volta.<br />Ormai la strada è
chiara.<br />Arrivato da basso, mi accorgo che sul fondo del sifone c'è
uno strano strato di plastica appiccicosa.<br />Sollevandone un lembo,
ecco che l'acqua inizia a defluire rapidamente.<br />Ho capito!</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Ecco
cosa ostruisce lo scarico.<br />Mi fermo un attimo e penso: nel momento
in cui solleverò tutto questo strato, l'acqua mi travolgerà e solo
la corda a cui sono legato mi potrà salvare.<br />Penso al mio padrone
e so che c'è la sua mano all'altra estremità.<br />Ciò mi da
coraggio o la rassegnazione di morire per lui.<br />Sollevo con tutte
le mie forze la plastica e un vortice inizia a roteare nel
sifone.<br />L'acqua scorre veloce e io vengo aspirato verso il
basso.<br />Un fiume melmoso mi sta uccidendo e il mio corpicino va a
fondo schiacciato dalla pressione.<br />Stringo tra le mani la plastica
che ostruiva per far si che l'acqua scorra via ed il mio signore si
accorga del gorgo in superficie, perché è ora di estrarmi da quel
pozzo di morte.<br />E spero, e prego il mio signore che faccia questo
miracolo.<br />L'acqua intanto mi sommerge ed inizio a bere, annego e
sono sbattuto nel sifone come se fossi in un frullatore.<br />Poi non
ricordo più nulla se non il mio risveglio sul pavimento dello
spogliatoio.<br />Il mio padrone, possente e bellissimo, mi sta
schiacciando il ventre gonfio sotto il suo piede per farmi vomitare
la poltiglia che ho ingerito.<br />Tossisco e sputo acqua, respiro a
fatica, ma forse sono vivo.<br />Vedere il mio signore bellissimo mi
ridà il sorriso perché significa che sono riuscito nella mia
impresa.<br />Il mio padrone libera il mio corpo da sotto la suola
della sua scarpa e dall'alto mi osserva e mi dice:”hai visto che ce
l'hai fatta?”<br />“Lo sapevo che per certi lavori sporchi ci
vogliono i tipi come te! Se non fosse che sei lurido ti stringerei la
mano.”<br />“Ma sei sporco da fare schifo.”<br />La segreteria,
inebetita dal potere ammaliatore del mio signore, lo osserva ammirata
e gli sussurra:”se non fosse stato per lei, avremmo passato un bel
guaio con la squadra di rugby.”<br />“Ci ha davvero salvato!”<br />La
odio! La odio! La odio!!!<br />Io intanto giaccio a terra in una
pozzanghera indescrivibile.<br />Il mio padrone è furibondo e
distrattamente mi parla.<br />“Era un preservativo usato che bloccava
lo scarico!”<br />“Quei figli di puttana, non è la prima volta che
capita.”<br />“Culattoni di merda che si scopano in palestra!”<br />“Se
li becco li inculo io a sangue e senza preservativo!”<br />“Sai
schiavo, si vede che è il tuo destino, quando ti ho estratto dal
sifone, ti sei salvato perché sei rimasto imprigionato dentro al
preservativo, dove probabilmente si era conservata una bolla di
aria.”<br />“Io al tuo posto non lo racconterei in giro, anche
perché, quando ti ho lasciato a terra, galleggiavi in un mare di
sperma e non escludo che te lo sia pure bevuto.<br />“So che ne sei
goloso!”<br />Intanto l'acqua si è ritirata e le docce sono
finalmente libere.<br />“Buono”, dice il mio signore,“anche per
oggi abbiamo fatto il nostro dovere, vero schiavo?”<br />”Visto che
tra poco arriva la delegazione di rugby, che ne dici di dare una
bella pulita?”<br />“E magari, visto che ormai sei pratico, svuota
per bene anche il sifone, immagino ci sia parecchia schifezza là
sotto.”<br />“Avrai fame dopo la nuotata che ti sei fatto!!!”<br />Ride
il mio padrone della sua battuta, anche se in cuor suo sa che
ubbidirò alla lettera.<br />“Vengo a riprenderti tra un'ora, ma vedi
di essere puntuale, non vorrei essere al tuo posto se i giocatori di
rugby dovessero trovarti qui.”<br />E il mio signore bellissimo,
mettendo la sua mano sul sedere della segreteria se ne va,
lasciandomi solo, proprio come un pesce fuor d'acqua.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-31472024079422307452016-12-01T12:00:00.003-08:002016-12-01T12:00:36.073-08:00COSÌ TUTTO EBBE INIZIO
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
28</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Eccomi
al mio padrone, al mio signore che amo e a cui voto la mia
esistenza.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il mio signore veglia sul suo piccolo schiavo, ne sono
consapevole e sento la sua mano grande che mi difende e vigila sui
miei passi.<br />Oggi non potrei più vivere senza questa concreta
certezza che mi rassicura.<br />E le sue parole, i suoi gesti, anche
solo gli sguardi, mi guidano e correggono laddove il mio errore mi
porterebbe a fallire.<br />Ma sono solo un piccolo schiavetto mio re,
cosa pretendere da un così minuto essere, che ha avuto la sua più
grande fortuna nel trovare in lei il suo padrone e a lei rassegnarsi
completamente?<br />È vero, una fortuna immensa e di cui ancora non mi
capacito.<br />Tuttavia mi rendo davvero conto di quanto sono
sciocco.<br />Come ho potuto essere tanto stupido da non riconoscere
subito in lei i segni della sua grandezza e potenza.<br />Oggi è tutto
ovvio certo, non potrebbe essere altrimenti, ma lei, mio re, mio
bellissimo e splendido signore, sa bene che il suo schiavo ha
commesso un grande errore, che ancora non è stato completamente
pagato.<br />E immagino ciò che potrebbe essere una giusta punizione
per questa mia colpa infame.<br />Un contrappasso equo al mio
sbaglio.<br />Una condanna adatta, tale da lasciare un segno indelebile
sul mio corpo e nel mio cervello.<br />Un marchio stampato a fuoco
nella mia anima.<br />Lei, mio signore, ricorderà certo quando le sue
mani mi hanno strappato con forza dalla colpa che stavo perpetrando
alle sue spalle.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E
in quel momento, le assicuro che ho temuto di morire.<br />Una morte
inutile e vile, che non aveva senso.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Una
morte che mi avrebbe salvato dalla vergogna di aver tradito la sua
fiducia.<br />Ma il mio padrone ha reputato opportuno darmi una seconda
possibilità.<br />Una sorta di resurrezione dalla polvere nella quale
ero sprofondato.<br />Fortunatamente il mio signore sa bene che sono
solo uno schiavo e pertanto dalla polvere da cui mi ha raccolto, mi
ha gettato nel fango.<br />Il fango del disprezzo e della
rassegnazione, da cui non otterrò mai il suo perdono.<br />Ciò è
giusto data la mia colpa e grande è la mia fortuna, nel poter ora
essere almeno il suo servo.<br />Quello è il mio destino!<br />Ero uno
schiavo e ciò resto.<br />Il mio corpo passa come un oggetto di mano
in mano.<br />Prego solo la sorte di poter restare per sempre al
servizio del mio padrone, poiché non solo mi possiede, ma mi
permette di amarlo.<br />Anche se all'inizio tutto è stato
differente.<br />Io, schiavo ribelle e stolto, ho creduto in un falso
ideale.<br />Mi sono illuso di poter fare della mia vita quello che
volevo.<br />Ho scelto di servire il mio egoismo.<br />Ma il mio padrone
ha compreso la mia arroganza e con un colpo di mano fulmineo l'ha
repressa e schiacciata.<br />Mi ha strappato come una bambola di pezza
dalle mani di chi aveva osato usurpare il suo possesso.<br />E dopo
avermi gettato lontano dal mio errore, ed aver minacciato chi aveva
osato sottrarmi a lui, ora la sua ira si sarebbe abbattuta sul vero
colpevole.<br />Io, servo maledetto e disobbediente avrei pagato ben
caro il mio fallace tentativo di evasione.<br />Piccolo, infermo e
perduto in un labirinto mentale senza uscita, giacevo a terra davanti
al mio padrone, rassegnato, pronto a pagare con la mia stessa vita
quell'affronto.<br />Ma il mio signore sapeva bene che la sua vendetta
si sarebbe consumata lentamente e con sofferenza da parte del suo
servo ribelle.<br />Una vendetta che il suo schiavo avrebbe portato
impressa nelle sue carni per lungo tempo.<br />Il mio padrone, alto,
forte e potente torreggiava su di me che in quel momento, giacendo
per terra ai suoi piedi, ero poco più grande del suo palmo.<br />La
sua mano forte e vigorosa stringeva in pugno una pietra raccolta dal
suolo e dai contorni taglienti e acuminati.<br />Quando l'ho venduta,
subito ho pensato alla mia fine, immaginando la vendetta più atroce
e la mia morte ormai vicina.<br />Quella roccia si sarebbe abbattuta
sulla mia testa sfracellandola con una forza immane, data dalla
rabbia che il mio padrone aveva nel cuore.<br />Io avrei atteso
immobile quel momento, consapevole che quella condanna sarebbe stata
la giusta pena scelta dal mio signore per ripagarlo della mia
offesa.<br />Un solo istante di dolore orribile e poi sarei piombato
nella notte senza fine per mano sua.<br />Col mio capo sotto quella
scheggia di pietra a versare fino all'ultima goccia del mio sangue
colpevole.<br />Ma non fu così!<br />E se allora pensai ad un gesto di
carità e perdono, oggi mi rendo conto che la sua punizione ancora
brucia la mia carne e consuma la mia anima.<br />Così la sua mano,
stringendo quella pietra, invece di maciullare il mio cervello, si
conficco' con una rabbia ed una violenza inaudita nel mio petto,
andando a squarciare il mio torace fino ad un soffio dal cuore.<br />Il
mio respiro sembrava doversi interrompere in quanto la pietra e la
mano del mio signore erano penetrate nel mezzo dei miei polmoni.<br />Ma
il colpo era stato studiato scientemente dal mio padrone, in modo
tale da provocare in me un dolore terribile, ma lasciandomi in
vita.<br />Respiravo appena, con un fiato invisibile che mi teneva
appeso ad un filo inesistente alle mani del mio signore.<br />I miei
occhi pieni di panico cercavano aiuto in quelli del mio signore, che
invece in quel momento stavano gustandosi compiaciuti il mio tributo
di sangue.<br />E quando il dolore sembrava essere divenuto
tollerabile, perché ormai facente parte delle mie carni, ecco il mio
re, premere il suo pugno di pietra ancor più dentro me, ruotandolo
crudelmente per ritagliare nella mia pena un varco ancora più
doloroso.<br />La mano del mio signore scomparve nel mio petto tanto in
esso era sprofondata e la pietra ormai era diventata un nuovo organo
che avrebbe pesato per sempre sul mio cuore.<br />Una sorta di tumore a
comprimere tutto il mio organismo ed a ricordarmi per sempre la
gravità del mio errore.<br />Nonostante il fiume di sangue in cui mi
trovavo, il mio signore ha fatto in modo che non perdessi mai
coscienza di ciò che mi stava accadendo.<br />Lentamente la sua mano,
ormai soddisfatta della mia sofferenza, riemerse dal mio corpo
sfigurato.<br />Il mio petto ora presentava un buco grande come il suo
pugno ed in fondo ad esso potevo scorgere la pietra che ormai aveva
trovato il suo posto nelle mie carni, proprio sopra il mio
cuore.<br />Anche il battito stesso aveva mutato il suo ritmo,
schiacciato sotto quel sasso che lo avrebbe torturato per sempre.<br />I
miei occhi pieni di terrore cercavano un soccorso in quelli del mio
padrone.<br />Lui, ormai pago del suo sadismo, mi guardo' con
compassione dicendo:”tra pochi giorni la ferita sarà rimarginata,
ma quella pietra resterà per sempre dentro di te.”<br />“Sarà la
pietra della tua vergogna e lentamente e dolorosamente ti porterà
alla morte.”<br />“Io sarò con te fino alla fine.”<br />“Sono io
ora il tuo padrone e tu il mio schiavo finché avrai fiato per
servirmi.”<br />“Non avrai mai il mio perdono per ciò che hai
commesso e puoi reputarti fortunato se da oggi ti permetterò di
sopravvivere nutrendoti dei miei scarti.”<br />“Soffri schiavo,
soffri!”<br />“E prova pietà di te stesso, per ciò che
sei.”<br />“Ricordalo bene! Stampalo a fuoco nel tuo cervello!”<br />“Tu
non sei nulla.”<br />“E se vali qualcosa è perché sono io a dare
un senso alla tua squallida esistenza.”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-28521731433883138512016-11-26T05:35:00.000-08:002016-11-26T05:35:00.292-08:00UN NUOVO GIOCO PER IL MIO SIGNORE
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
27</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br /></span></span></span>
<br /><span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Oggi
il mio signore mi ha chiamato a se dopo pranzo e senza mezzi termini
mi ha detto che aveva intenzione di scoparmi e di prepararmi
opportunamente perché mi voleva perfettamente pulito dentro e
fuori.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">E infatti, dopo circa mezz'ora eccolo avvicinarsi
minaccioso e possente, con quel suo petto muscoloso e virile
scoppiare dalla canotta, a mettere in risalto il suo fisico
massiccio.<br />Lo ammiro è vero!<br />Ne sono innamorato!<br />Lui lo sa
molto bene e sfrutta questa mia debolezza.<br />“Schiavo”, mi
apostrofa, “in posizione!”<br />“Ho proprio voglia di culo
oggi!”<br />“Ho voglia di sfondartelo, di farti male e di godere
alla grande!”<br />“E sono sicuro che il tuo culo non vede l'ora di
servirmi, non è forse vero?”<br />Io, piccolo come una formica ai
suoi piedi, rispondo:”padrone, il suo piacere è il mio unico
pensiero.”<br />“Faccia del mio corpo quello che desidera.”<br />“Bravo
schiavo, mi piace la tua rassegnazione, anche se comunque so bene che
posso fare quello che voglio di una merda come te.”<br />“Ho una
fila lunga un chilometro di schiavi che vorrebbero il tuo
posto.”<br />“Cosa credi, appena ti avrò consumato del tutto, ti
getterò da parte e dovrai istruire il tuo successore a dovere.”<br />“Poi
non servirai davvero più a nulla.”<br />“Ma per ora sei tu il mio
servo e vedi di non fare cazzate.”<br />“Altrimenti sei
finito!”<br />Stringendomi la sua mano intorno al collo, come se
fossi una bestiola pronta per il macello, mi getta sul letto e mi
tiene sul bordo, supino e con violenza apre le mie gambe, chiuse per
vergogna.<br />Davanti al mio padrone un poco mi irrigidisco
sessualmente, poiché so bene di essere un nulla in confronto a lui e
di non valere niente.<br />Quando poi sono tra le sue mani non ho più
il controllo del mio cazzo, che sembra vivere una vita propria e si
eccita in modo irriverente e inappropriato.<br />Vorrei non averlo,
vorrei essere senza sesso per il mio signore bellissimo.<br />Vorrei
essere come una bambola forgiata per il solo fine di dare piacere al
mio signore.<br />Un eunuco senza palle e membro come quelli presenti
negli harem.<br />Il mio padrone è violento oggi, mi tratta come se
fossi uno straccio senza vita.<br />Mi tiene fermo sul materasso,
premendomi il collo con la sua grande mano.<br />Ansimo perché il mio
padrone mi concede solo un filo di aria sotto la sua presa virile.<br />Ma
vivo per dare piacere al mio re, che in questo momento mi sta
osservando come per escogitare un nuovo gioco con cui umiliarmi e di
conseguenza godere.<br />Io gli appartengo per cui devo sottostare ad
ogni suo desiderio, senza possibilità di nessuna obiezione.<br />Ora
sono davanti a lui e il suo sguardo è illuminato da una strana luce
perversa e che mi inquieta.<br />Non vedo cosa sta succedendo, lui
torreggia su di me, ma sento che le sue gambe si muovono.<br />Poi,
dando un senso al sogghigno disegnato sulle sue labbra, vedo che la
sua mano destra impugna la ciabatta, come se volesse usarla per
percuotermi.<br />E forse lo farà.<br />Ma mi sembra un gioco un po'
troppo lieve per gli standard di dolore a cui mi ha abituato il mio
padrone.<br />Il suo piacere in genere prende forma quando il mio corpo
inizia a manifestare i segni delle ferite che subisco, come ad
esempio il sanguinare dei miei capezzoli o il rossore delle mie mani
calpestate furiosamente sotto le sole delle sue scarpe.<br />Ed in
effetti la sua voce da conferma alle mie paure:”schiavo”, tuona,
“preparati ad un dolore nuovo!”<br />“Sposta il tuo miserabile
cazzo e lascia bene in vista le tue palle!”<br />“Vedrai che adesso
ci divertiamo!”<br />Ride il mio signore, ride del suo nuovo, sadico
progetto.<br />Tengo tra le mani il mio pene, che nel frattempo è
grosso e turgido e attendo ciò che temo di aver irrimediabilmente
compreso.<br />La ciabatta, nel pugno dal mio signore, si alza sopra la
sua testa e mentre la osservo, immagino il dolore che provocherà
sulle mie fragili palle.<br />La forza del mio padrone e la rincorsa si
schiantano sui miei poveri testicoli, accompagnate da un suono di
pelle percossa.<br />Il dolore che vivo non si può esprimere, mi
dilania le palle e, come una scossa elettrica mi percorre il corpo
fino nel cervello e ancora si riflette nel mio occhio sinistro che
sembra esplodere dal male.<br />Vorrei gridare e urlare, ma al mio
signore da fastidio che mi lamenti, per cui cerco di ingoiare il
dolore che mi è stato servito.<br />Il mio padrone ride e si compiace
di questa nuova tortura che sto subendo per lui.<br />Intanto la
ciabatta del mio padrone riprende la posizione di lancio per un
secondo colpo.<br />Come una paletta per uccidere le mosche, la impugna
con cattiveria inaudita, pronto a ferirmi.<br />E cosa sono io infatti,
se non un insignificante insetto in confronto alla potenza del mio
signore?<br />La mano del mio signore è bella e sul polso reca il
bracciale in pelle e acciaio che gli ho donato mesi addietro in segno
della mia sottomissione.<br />Vederlo mi eccita e bagna nell'intimo
che, così esposto, si scioglie con una leggera bava di sperma, come
la scia di una lumaca.<br />“Godi, schiavo? Ti bagni il cazzo se ti
massacro vero?”<br />“Ti accontento stai tranquillo!”<br />E la
ciabatta compie il suo tragico viaggio, schiantandosi rabbiosa sulle
mie palle già rosso fuoco.<br />Mi sento svenire e penso:quanti colpi
avrò meritato?<br />Quanto dolore desidera infliggermi il mio
padrone?<br />Cerco istintivamente di chiudere le gambe, ma non
posso.<br />Le sue, divaricate, mi impediscono ogni movimento.<br />“Non
ci provare! Troia!” Ruggisce<br />La ciabatta...intanto...<br />La
ciabatta del mio signore che ho baciato, laccato, pulito con la mia
lingua fin sotto la suola.<br />La ciabatta che ho amato e onorato, ora
diventa lo strumento della mia pena.<br />La mia tortura!<br />E giaccio
senza respiro davanti al mio re, che intanto mi percuote
ancora,selvaggiamente.<br />Non conto più i colpi subiti.<br />Sono
troppo rapidi, in successione sfrenata.<br />Chiedo umilmente
pietà.<br />Invoco una tregua.<br />Ma la mano del mio padrone non è
soddisfatta e continua a picchiare la suola di gomma rigida sui miei
testicoli.<br />E dentro me penso: magari dopo tutto questo, perderò
l'uso del mio sesso.<br />Un poco questo pensiero mi consola: sapere
che per mano del mio signore potrei non essere più uomo.<br />Intanto
il mio padrone vuole immortalare il suo gioco con un paio di foto
alle mie palle infuocate e massacrate.<br />Probabilmente le inoltrerà
ai suoi amici master, sadici e crudeli, per dimostrare la sua potenza
e ridere di me.<br />Almeno a questo pensiero mi sento fiero di essere
stato percosso dolorosamente dal mio padrone, per dare luce alla sua
gloria.<br />La ciabatta ora viene gettata a terra e il mio padrone mi
sta aprendo per penetrarmi.<br />Tutto è molto rapido e violento.<br />Il
mio signore sa che sono delicato e proprio per questo mi sventra con
un unico colpo secco e terrificante, per il quale sento scendere le
lacrime dai miei occhi.<br />Il male mi invade tremendo, ma non ho più
forze per pensare di reagire.<br />Mi abbandono al dolore che mi viene
servito e arrivo quasi ad amarlo, poiché frutto della crudeltà del
mio signore.<br />Pochi colpi ancora, capisco benissimo ormai i tempi
del piacere del mio padrone.<br />Con un verso disumano e un'ultima
penetrazione devastante, viene in me.<br />Poi una montagna di carne si
abbatte sul mio piccolo corpo.<br />Il mio padrone si è lasciato
cadere stanco morto su di me.<br />Io giaccio sotto di lui,
immobile.<br />Il suo membro è ancora turgido dentro il mio
sedere.<br />Lentamente lo sento sgonfiarsi, ma vorrei non mi lasciasse
mai.<br />Il mio padrone respira pesantemente sul mio viso col suo
alito caldo e maschile.<br />Sembra riposare, forse dorme.<br />Il suo
cazzo intanto scivola fuori dal mio ano troppo dilatato
rapidamente.<br />Mi sento solo, mi sento perduto, mi sento morto.<br />Il
peso del mio signore grava ancora su di me, ma per poco.<br />Alzandosi,
sfila dal suo cazzo il preservativo che è pieno del suo generoso
sperma.<br />Lo ammiro, lo venero, lo desidero.<br />Oso l'impossibile e
con un filo di voce:”signore, posso bere il suo seme?”<br />Lui,
disgustato, mi guarda scuro in volto e senza una parola mi getta
addosso il suo preservativo che si appiccica al mio viso.<br />Avidamente
lo porto alle labbra e ne verso il contenuto ancora tiepido in bocca,
riempiendola.<br />Ingoio!<br />Il mio padrone intanto non ha mai smesso
di guardarmi.<br />Voltandosi mi dice:””schiavo, mi fai
vomitare!”<br />“Dovrei pestarti a sangue per una cosa del
genere.”<br />“Ma in questo momento mi fai troppo schifo!”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-14280506815327718802016-11-24T10:15:00.004-08:002016-11-24T10:15:32.293-08:00SOGNO DI UNA NOTTE
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
26</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br /></span></span></span>
<br /><span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Ieri
sera il mio signore mi ha davvero stupito con una delle ultime pazzie
sul web.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Mi chiama al suo computer ove mi avvicino e mi
inginocchio, baciando la sua mano appoggiata sul mouse.<br />Lui mi
accarezza la testa dolcemente quasi fossi un cucciolo di cane e mi
dice:”schiavo, guarda questi matti di cinesi cosa si sono
invitati.”<br />E mi mostra sul video dei portachiavi di gomma
trasparente con all'interno delle piccole tartarughe vive in una
bolla di acqua.<br />Il mio padrone alle volte è un po crudele, e vedo
nel suo sorriso una piega di sadico divertimento.<br />Io, forse
immedesimandomi nella povera tartarughina senza speranza di
sopravvivenza, mi sento di dire che così, non c'è possibilità che
viva se non un giorno o al massimo due.<br />Il mio padrone è
divertito e guardandomi mi dice:”non trovi sarebbe bello avere te
al posto della piccola e innocente tartaruga?”<br />E ride, poiché
sa bene che se fosse possibile farei tutto per lui, anche solo per
dargli un divertimento di poche ore.<br />Soltanto per lui e per il suo
piacere.<br />Confesso che un poco mi rincresce non poter accontentare
il suo, se pur folle disegno.<br />E sarà per questo motivo che
stanotte ho sognato e posso raccontare i pensieri che ho maturato nel
sonno.<br />Il mio padrone grande, alto e potente, tenendomi, piccino
come sono, stretto nel suo pugno, mi deposita sul bancone di un
negozio dai contorni inquietanti.<br />Alle pareti sono appesi altri
piccoli individui come me, inchiodati al muro sopravvivendo a
stento.<br />Giaccio sul tavolo in mezzo a coltelli, forbici, altri
strumenti di lavoro e la mano grande del mio padrone, che sola mi da
una flebile speranza e a cui mi aggrappo terrorizzato, come se fosse
uno scoglio sicuro in mezzo alla tempesta.<br />E il suo palmo mi copre
quasi fossi in una grotta al buio, in modo che non possa comprendere
ciò che sta per accadere.<br />Il mio padrone discute ora col
negoziante e distinguo solamente poche parole:”faccia un buon
lavoro e per favore me lo restituisca vivo.”<br />Così un'altra mano
virile e forte mi strappa dal mio proprietario e mi solleva per aria
osservandomi come se fossi un fantoccio di pezza.<br />Il negoziante
risponde:”con un essere umano non lo abbiamo mai fatto, ma non
dovrebbero esserci problemi.”<br />Il mio padrone puntualizza
ridendo:”è solo uno schiavo...sono sicuro che farà un ottimo
lavoro.”<br />“È piccolo, ma resistente.”<br />Grido e strillo di
terrore invocando il mio padrone, mentre lo vedo allontanarsi.<br />E
tra le lacrime penso: alla fine mi ha venduto.<br />Ho deluso il mio
signore!<br />Cosa sarà di me ora? Che senso ha la mia vita senza il
mio signore?<br />Vorrei uccidermi, ma una mano mi afferra e mi getta
in una scatola.<br />Dopo non ricordo più nulla.<br />Il mio risveglio,
è accompagnato da forti rimbombi come ovattati, come se fossi
sott'acqua.<br />Il viso bellissimo del mio padrone mi osserva da
vicino, ma è come dilatato, come in un incubo terribile.<br />Mi tiene
nel palmo della sua grande mano e con un dito mi martella il volto
per svegliarmi.<br />Mi riprendo e cerco di afferrare le sue dita
meravigliose, ma c'è una barriera trasparente tra noi, e tutto il
mio corpo è immerso in un liquido gelatinoso.<br />Cosa sta
succedendo? Dove sono?<br />Il palmo del mio signore mi scuote e il
liquido mi sommerge e affoga.<br />Sento la sua voce lontanissima che
dice:”finalmente si è svegliato!”<br />E un'altra voce:”cerchi
di non sbatterlo troppo. Non durerà molto!”<br />Capisco solo ora
cosa è successo.<br />Ho fatto la fine delle tartarughine cinesi e il
mio padrone alla fine è riuscito a fare di me un portachiavi.<br />E
infatti dopo poco ecco arrivarmi addosso le sue chiavi di casa.<br />Mi
colpiscono in volto, forse l'ha fatto apposta per svegliarmi
definitivamente.<br />Il dolore è forte e mi rintrona la testa per la
botta ricevuta.<br />Ma è solo l'inizio, me ne aspettano molte
altre.<br />Il mio signore ora parte in auto e ogni poco vengo colpito
e sbattuto qua e là, con dolore da tutte le parti.<br />Così provo
nel mio corpo ciò che vivono quelle povere tartarughe sfortunate.<br />Ma
almeno io ho la consolazione di fare qualcosa di speciale per il mio
padrone.<br />Arriviamo casa ove mi getta sul tavolo e mi ritrovo a
testa in giù.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sto
annegando perché il liquido non mi da scampo e l'unica bolla di aria
ora si trova ai miei piedi.<br />Il gel in cui sono immerso mi riempie
la bocca e se oso respirare sarà la mia fine.<br />Fortunatamente il
mio re decide di volersi divertire col suo nuovo giocattolo, visto
che sa che ha il tempo davvero contato.<br />Mi stacca dalle chiavi e
inizia a usarmi come se fossi la tastiera di un cellulare.<br />Le sue
dita bellissime e lunghe mi premono all'interno della mia gabbia di
plastica.<br />Mi schiacciano dilatando il mio corpo, che sotto la sua
pressione assume forme strane e divertenti.<br />Mi allargo a destra e
poi il suo pollice mi preme sul petto che si apre nel mezzo entrando
prepotentemente nel mio corpicino.<br />Poi il suo indice inizia a
torturare la mia faccia, come rimescolandone i connotati.<br />E il suo
dito ruota sul mio viso e lo preme crescentemente.<br />Sento la mia
bocca, il naso, gli occhi, tutto si trasforma e si mescola.<br />Il
dolore è fortissimo, ma non posso gridare.<br />Non servirebbe a
nulla, non potrebbe sentirmi nessuno e peggio ancora rischierei solo
di bere e soffocare.<br />Poi il mio signore inventa tanti piccoli
giochi per farmi male: come cadere accidentalmente su di me e
comprimermi o testare la mia resistenza sotto le suole delle sue
scarpe.<br />Ogni gioco mi costa una sofferenza fisica altissima, ma è
per lui, per il mio signore.<br />Ciò rende tutto più sopportabile e
sadicamente bello.<br />La notte trascorre veloce e al mattino il mio
padrone, mi vuole mostrare ai suoi colleghi.<br />Maschi forti e
possenti, eterosessuali puri con alle spalle moglie e figli.<br />Sportivi
e con corpi meravigliosamente scolpiti in muscoli turgidi e
lucidi.<br />Mi passano di mano in mano lasciandomi.<br />Inizialmente
soltanto incuriositi poi, su sollecitazione del mio signore, prendono
confidenza, cominciando, ciascuno a suo modo, a spremermi quel poco
di vita che ancora mi resta.<br />Mani grandi e virili, forti e
potenti, mi stritolano non consapevoli della loro potenza che diventa
brutalità nei confronti della mia fragile vita.<br />Mani come delle
tenaglie che premono, schiacciano, amputano, sfibrano le mie
carni.<br />Mi rendo conto che manca davvero poco alla fine.<br />Così,
nelle loro mani, attendo solo il peggio e tremo di paura.<br />Vorrei
rivedere almeno ancora una volta il mio signore bellissimo.<br />Ma
chissà dov'è?<br />L'ho perduto per sempre. Non lo vedo tra loro.<br />Poi
precipito, qualcuno mi ha fatto cadere perdendo la presa.<br />Ma il
liquido mi ha protetto, solo un forte scossone e la botta a
terra.<br />Sono vivo, ma per poco, nessuno mi ha visto e...c</span></span></span><span style="color: #545454;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">iack</span></span></span><span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">!<br />Una
suola ha decretato la mia fine e sotto quel piede la mia prigione
d'acqua e insieme il mio corpo e la mia testa sono scoppiati in una
piccola pozzanghera sul pavimento.<br />Mi sveglio di soprassalto, come
se stessi annegando, senza aria.<br />Annaspo, poi mi accorgo che è
solo un sogno.<br />Mi tocco nell'intimo: sono venuto!<br />Sono tutto
bagnato!<br />Chiedo perdono al mio signore per questa eiaculazione non
autorizzata.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;"><br /></span></span></span>
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span>Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-54717335777919069722016-11-23T08:23:00.001-08:002016-11-23T08:23:03.180-08:00UNA GIORNATA DIFFICILE
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
25</span></span></span><br />
<br /><span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Signore
bellissimo buona giornata.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Il
mio risveglio è al suo fianco, sorridente e felice poiché la mia
giornata inizia vedendo il mio bene primario.<br />E ancora so di
essere fortunato poiché molti servi al mio pari dormono per terra,
sul freddo e duro pavimento, con la faccia schiacciata sulle ciabatte
del padrone ad annusarne gli umori.<br />Ecco questo è l'unico
rincrescimento del non essere a terra, anche se più volte nella
giornata ho la possibilità di nutrirmi di questa essenza
preziosa.<br />Ma ora la osservo, mio principe ancora
addormentato.<br />Quanto è bello il mio signore!<br />Piccoli movimenti
del suo corpo e i suoi occhi si aprono debolmente.<br />Poi si stira la
muscolatura e alla fine mi osserva.<br />“Schiavo”, mi dice, “che
cazzo vuoi appena sveglio?”<br />Abbasso lo sguardo e chiedo
scusa.<br />Ormai le mie richieste di perdono sono un gesto automatico
non appena i miei occhi incrociano il suo sguardo.<br />Rialzo il viso
ed in quel momento un pugno in piena faccia mi travolge, come un
treno in corsa contro un muro.<br />E non capisco, resto interdetto e
senza parole.<br />Perché? Cosa ho fatto?<br />Il volto del mio padrone
è nero di rabbia, spesso il suo risveglio non è facile.<br />Ma
questa volta è colpa mia!<br />Tuona:”cosa cazzo ti sei fatto questa
notte che hai tutto il pigiama sporco di sangue!”<br />E guardo la
mia maglia che in corrispondenza dei capezzoli presenta delle grosse
macchie ematiche rapprese.<br />In quel momento capisco il suo rancore
e il mio errore.<br />Con tono perentorio mi sgrida:”lo sai che solo
io posso ferire i tuoi capezzoli!”<br />“Quante volte te lo devo
dire!”<br />“Sono io il padrone! Io ti faccio male! E decido io
quando fartelo, come fartelo e quanto fartelo!”<br />“Tu non sei
niente e devi ubbidire! Smettila di fare di testa tua! Smettila,
altrimenti mi incazzo sul serio e poi ti faccio male davvero!”<br />“Mi
perdoni signore”, sussurro.<br />“Mi perdoni, mi perdoni”<br />“È
l'unica cosa che sai dire! Sei patetico!”<br />“Alzati la maglia e
fammi vedere cosa hai combinato!!!”<br />Ubbidisco e sotto il pigiama
i miei capezzoli sono incollati al tessuto che nel sollevarsi strappa
la leggera crosticina che li aveva rimarginati, facendoli così
sanguinare lentamente.<br />La punta del capezzolo diventa sempre più
rossa fino a creare una piccola goccia di sangue che in un rivolo mi
segna, fermandosi tra i peli neri del petto.<br />Il mio padrone ancora
con il capo poggiato sul guanciale mi osserva e tace.<br />L'atmosfera
è pesante tra noi.<br />Non so bene cosa succederà, perché so bene
di aver combinato un casino.<br />Ma il mio re è un signore e vuole
capire il perché di questa mia necessaria ricerca
autolesionista.<br />Ora che il sangue ha smesso di macchiare il mio
seno, le sue dita mi sfiorano proprio dove prima le mie unghie si
sono accanite fino alla carne viva.<br />Mi parla con dolcezza:”mi
spieghi perché lo fai? Che necessità c'è di farti così male? Non
ti bastano le umiliazioni che subisci per me? Ieri sera ti ho
pisciato in gola, non ti basta questa punizione?”<br />Ma io ragiono
diversamente e oso:”ma signore, quello è un premio!”<br />A questo
punto uno schiaffo mi ridesta.<br />La sua mano si è abbattuta per la
seconda volta sul mio viso che ora brucia la mia pelle.<br />“Che
bisogno hai di tanto dolore?”<br />“E arrivare fino al sangue?”<br />Non
so cosa rispondere.<br />So soltanto che la notte, prima di
addormentarmi ho sentito il dovere di soffrire.<br />Una sofferenza
che, crescentemente, da una leggera pressione sui capezzoli, quasi
piacevole, è diventata una morsa dolorosa e insanguinata, sotto le
mie stesse dita.<br />E più strizzavo i miei sensi devastandoli, più
sentivo di pagare un tributo che è insito nel mio essere.<br />Dove
trovare il coraggio per confessare al mio padrone questa verità
sconcertante?<br />Lui in fondo alle volte sembra volermi proteggere,
in primis da me stesso.<br />Lo guardo e chiedo perdono ancora una
volta.<br />A questo punto le sue dita, che fino ad ora carezzavano i
miei capezzoli delicatamente, ora li stringono in una morsa che io
non sono riuscito neppure a concepire ieri sera.<br />I miei capezzoli
sembrano esplodere sotto le sue dita.<br />Il sangue ora scorre veloce
anche perché le due ferite sono appena rimarginate e basta poco a
riaprirle.<br />Vorrei gridare per il dolore che mi attanaglia, ma non
posso.<br />Ci mancherebbe pure questo, poi sarei finito!<br />Il mio
padrone, sempre impugnando i miei capezzoli e con le dita macchiate
di sangue mi tira a se di peso e penso di svenire per il male che
provo.<br />Mi guarda negli occhi e mi dice:”non provarci mai
più!”<br />Poi mi lascia.<br />“Lecca via questo sangue schifoso
dalle mie dita!” mi ordina.<br />La mia lingua setosa pulisce il mio
stesso sangue ferroso ingoiandolo.<br />Il mio padrone si alza dal
letto e si volta verso di me rabbioso.<br />”Allora!!!”<br />“Intendi
strisciare ai miei piedi merda? O pensi di stare a letto tutto il
giorno?”<br />Mi tuffo ai suoi piedi e li bacio con amore.<br />Gli
porgo le ciabatte e lo aiuto ad indossarle.<br />Il mio signore si alza
ed è sopra di me grandioso.<br />La sua mano si avvicina alla mia
testa e la accarezza.<br />Poi inaspettatamente la afferra come se
fosse una palla da bowling e la schianta contro il muro a pochi
centimetri.<br />Il botto è furioso e sento tremare la casa.<br />La
testa rimbomba e mi sembra scoppiare dal male.<br />Il mio signore si
interroga ad alta voce:”ma che cazzo hai dentro questa testa di
merda?”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-27649626218328749432016-11-22T09:02:00.003-08:002016-11-22T09:02:27.992-08:00UN OCCHIO DELLA TESTA
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
24</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Ritorniamo
in hotel dopo la giornata al mare.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Oggi è l'ultimo giorno del
nostro soggiorno e domani si rientra a casa e alla vita di tutti i
giorni.<br />In camera il mio signore, stanco dal sole, si sdraia sul
letto e impugna il suo cellulare.<br />Mi dice:”schiavo, ci pensi tu
ai bagagli vero?”<br />“So che ci tieni tanto a mettere le mie cose
belle in ordine.”<br />Sogghigna e intanto vede che mi abbasso al
fondo del letto per sfilargli dai piedi le sue bellissime slip-on che
odorano di un sudiciume strano.<br />Un misto di sudore, sabbia, acqua
di mare, salsedine, asfalto e chissà cosa...<br />Mescolato il tutto,
ecco dove appoggiano ora le mie labbra in segno di
sottomissione.<br />Bacio le sue scarpe e le suole che sono rivolte
verso di me, poiché il mio padrone è prono.<br />Le sfilo dai suoi
piedi delicatamente e ne aspiro l'umore caldo che ne fuoriesce.<br />Un
profumo inebriante e deciso.<br />Il maschio che il mio signore
bellissimo esprime in ogni sua essenza.<br />E io me ne cibo, mi nutro
di questa malia incantatrice.<br />Assaporo questa fragranza quasi
fosse palpabile.<br />Un leggero calcio in faccia mi riporta alla
realtà.<br />Il mio padrone infatti mi vuole al lavoro:”schiavo, ti
ricordo che domani si parte! Datti da fare!”<br />Miagolo:”mi
perdoni mio signore.”</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Inizio
a fare le borse.<br />Trovo in bagno, all'interno di un sacco, gli
indumenti usati dal mio padrone.<br />Lo apro e vengo investito da
un'altra ondata di umori virili.<br />Vorrei segarmi e sborrare con
ogni singolo calzino o slip dai quali emana una vitalità inattesa
per essere stati chiusi lì dentro.<br />Ma devo fare ordine, altro che
pensare al mio piacere.<br />Ritorno in camera e mi piovono in faccia
le mutande che il mio signore indossava poco prima.<br />Mi
dice:”merda, metti a lavare anche queste, puzzano!”<br />“Hai
visto che bravo...ho fatto centro!”<br />Ed io:”grazie
signore.”<br />Procedo e mentre lavoro il mio re mi parla:”sai che
sul sito ci ha contattato un tipo che ti vuole usare?”<br />“Finalmente
qualcuno ha capito che non ti ho pubblicato per concederti
gratis.”<br />“Deve essere uno coi soldi, perché se ti porto da
lui ci dà 200 euro.”<br />“Anzi...Mi dà 200 euro!”<br />“Gli è
piaciuta un casino la foto in cui ti metto il mio cazzo nell'occhio.
Mi chiede se fai pompini così o è un fotomontaggio.”<br />“Dice
che non gli è mai capitato di sfondare un occhio col suo cazzo.”<br />“Ed
è bello grosso dalle foto che mi manda.”<br />“E ti assicuro che
non è un fotomontaggio.”<br />Sprezzante ribatte:”se la cosa va in
porto, penso che avrai un bel problemino da gestire.”<br />“Ma
fortunatamente sarà solo un tuo problemino...”<br />“Non mi dicevi
di aver trovato un collirio miracoloso???”<br />Se la ride di gusto
il mio padrone.<br />Io invece sono preoccupato, non lo nego.<br />L'ultima
volta di una cosa del genere per un amico del mio signore, mi è
costata il distacco parziale dalla retina e non so che altro.<br />Ma
per fortuna poi la cosa si è sistemata praticamente da sola.<br />Questa
volta non so se sarò così fortunato, ma il mio padrone sembra aver
già deciso.<br />Che posso fare se non ubbidire?<br />Non oso chiedere
di vedere le foto del membro mostruoso che dovrò ospitare
nell'orbita del mio occhio.<br />Spero solo ci ripensi o che sia un
macabro scherzo del mio signore per prendersi gioco di me.<br />Passano
i minuti e intanto termino i bagagli.<br />Nel frattempo vibra il
telefono tra le mani del mio padrone.<br />Eccitato, non mi guarda
neppure e commenta:”come siamo fortunati, è libero martedì
sera!”<br />“Finite le ferie servo, si torna al lavoro!”<br />“Occhio
a quello che fai!”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-22545585162336273992016-11-21T11:39:00.004-08:002016-11-21T11:39:19.555-08:00BUON APPETITO SIGNORE
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
23</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Ora
di pranzo e dalla spiaggia, insieme al mio padrone, ci dirigiamo
verso il chiosco per mangiare qualcosa.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Io qualche passo indietro
per onorare comunque e sempre il mio signore.<br />Anche se a volte
ancora lo anticipo per spianare la sua strada e rendergli le cose più
semplici.<br />Ma mai con l'intento di mancargli di rispetto.<br />Il mio
padrone oggi è generoso col suo piccolo schiavetto e mi
dice:”schiavo, oggi ti offro il pasto!”<br />Mi sento inadeguato a
questa sua cortesia e cerco di rifiutare senza offenderlo, perché so
che gli fa piacere ed è parte del suo essere signore.<br />Alla fine,
nonostante non meriti questo suo gesto, accetto e lo ringrazio di
cuore, con la vana illusione di aver fatto qualcosa di buono per lui
in questa vacanza.<br />Vedendo i tavoli del ristorante, osservo, già
seduto, un ragazzo americano che il mio padrone mi aveva fatto notare
per il fisico davvero ragguardevole.<br />Insomma per dirla in poche
parole: un “figo” da paura, bello, possente e con un corpo che
non passa inosservato.<br />Così, per ricambiare il favore del mio
padrone, ma che comunque sarebbe stato un mio obbligo, sorridendo gli
dico:”mio signore, io invece lascio a lei la scelta del tavolo e
del suo posto regale.”<br />“Mi raccomando però, lo individui
saggiamente.”<br />Entrambi sorridiamo per l'intesa...<br />E non so
perché, ma pensare che il mio signore bellissimo possa provare
piacere nel vedere altri uomini, mi eccita, invece che
ingelosirmi.<br />Ma che dico!!!<br />Alle volte mi accorgo di
straparlare!!!<br />È normale, io sono solo il suo schiavo, è ovvio
che pensi al suo esclusivo benessere.<br />In ogni senso, soprattutto
in ambito sessuale.<br />Il mio padrone è un uomo grande e potente e
il suo sesso mi è più caro della mia stessa vita.<br />Io non conto
in questo caso, come potrei?<br />E poter creare io stesso
l'opportunità per un'intesa che lo soddisfi, è puro piacere anche
per il servo, che in questo caso si piega e sottomette volentieri per
il suo signore.<br />Sediamo al tavolo e il mio padrone è proprio
davanti a questo maschio divinamente bello e affascinante.<br />Io e la
compagna che è a pranzo con lui è come se non esistessimo.<br />E
nella mia piccola testa di schiavo penso:”magari anche lei è la
sua slave...”<br />Il mio re intanto ordina per noi e io sorrido al
cameriere per ringraziarlo della sua gentilezza.<br />Il mio padrone è
preso da altro, non perde tempo con gli inferiori.<br />Già con me, a
volte, mi rendo conto che faccia fatica.<br />Ma d'altronde io sono suo
e almeno gli offro tutta la mia vita e ogni servizio possibile e
impossibile se mi è concesso.<br />Il mio principe bellissimo intanto
si sta gustando la vista...<br />E mi dice:”che corpo perfetto, con
quei bicipiti e le vene, che a fil di pelle tracciano quei disegni
sinuosi.”<br />“Vedi schiavo, quando uno è bello, non servono
tatuaggi!”<br />Ed io:”padrone,lei ha perfettamente ragione.”<br />E
lui:”stranamente poi non ha solo un fisico pauroso, ma ha anche un
bel viso.”<br />Io:”ha ragione, signore, proprio un bel viso.”<br />Io
rubo qualche occhiata verso il ragazzo americano, immagino si senta
già abbastanza osservato.<br />Ma non osservo il suo volto.<br />Io sono
un servo e guardo in basso, non mi è concesso altro.</span></span></span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Sotto
il tavolo intravedo le sue infradito e i suoi piedi.<br />Come le mani
sono molto curati con unghie perfette, quasi ritagliate e un
abbronzatura che li rende irresistibili.<br />Sicuramente ha un numero
di scarpe basso perché i suoi piedi non sono grandi, inoltre non è
alto di statura.<br />Forse un 41 di piede massimo.<br />Anche le sue
infradito Adidas, in morbida gomma azzurra, leggermente consumate
sotto la suola in corrispondenza dell'alluce, sotto il tallone e nel
mezzo, fanno proprio pensare a un piede piccolo, minuto, ma molto
sexy.<br />Come è vero che sono un servo nell'anima.<br />Mentre il mio
padrone gode del piacere del suo corpo, io, schiavo da piedi, mi
pongo tutte queste domande e non oso alzare lo sguardo da
terra.<br />Arrivano le nostre portate.<br />Auguro buon appetito al mio
re di cui oggi sono suo indegno ospite.<br />Dovrei infatti mangiare
per terra, in una ciotola, invece mi onora permettendomi di stare al
tavolo in sua compagnia.<br />Lui, mi guarda un attimo e dice:”io
invece ti augurerò buon appetito stasera quando ti verrò in
gola.”<br />“Preparati, perché intendo scopartela furiosamente e
se potessi lo farei ora.”<br />“Credo tu abbia già capito a chi
penserò mentre ti sfonderò”.<br />“Immagino sia bello anche per
te, ogni tanto, sapere da dove viene il seme che ingoi.”<br />Io,
sottovoce, ringrazio il mio signore.</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2467383938117040915.post-65270275661905132962016-11-20T10:21:00.004-08:002016-11-20T10:21:27.421-08:00IL MIO GIORNO FORTUNATO
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Capitolo
22</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 13pt;">Buongiorno
mio signore e padrone.</span><br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">La
mia fedeltà verso lei e in obbligo alle sue esigenze stanno
diventando sempre più la mia priorità di vita.<br />E se fino a ieri,
ancora anteponevo alcune mie necessità, oggi mi accorgo che penso
non più con la mia testa, ma come se avessi nel cervello i suoi
pensieri e le sue richieste.<br />So infatti, ad esempio, che il mio
principe ama il buon cibo e mangiare abbondantemente.<br />Per cui è
mio impegno fargli trovare dei ristoranti e dei pasti che siano
all'altezza delle sue aspettative.<br />Addirittura a volte sono ben
felice di rinunciare io stesso a parte del mio piatto, quando il mio
signore ha ancora appetito o la sua porzione è più piccola della
mia.<br />Così dopo i primi bocconi, quando lui ha già terminato, gli
offro il mio pranzo, guardandolo mangiare.<br />Ma ciò avviene sempre
con felicità, non è un sacrificio rinunciare per lui.<br />È un
dono!<br />Il dono di me stesso, completamente!<br />E mi accorgo che più
mi dono a lui, più rinuncio per lui, più mi spendo per lui, più
arricchisco lui e svilisco me stesso, maggiormente alimento l'amore
che mi lega a lui.<br />Pertanto non sono un povero schiavo, ma quello
più ricco e felice al mondo.<br />È proprio vero che donando, si
ottiene mille volte di più di ciò che si possiede.<br />Ora guardo il
mio padrone, che è impegnato in una “chat” con altri uomini per
trovarne uno con cui potermi usare a dovere, e lui reagisce
dicendomi:”schiavo ora non scocciare che ho da fare!”<br />“Non
vedi che non ho tempo da perdere!”<br />Gli chiedo perdono, ma vorrei
solo poterlo osservare.<br />In fondo a volte l'amore si ciba davvero
di poco.<br />Il mio re è infastidito, non ama essere guardato e mi
getta lontano con disprezzo.<br />Così metto in ordine le sue cose e
non nego un certo piacere nel poter maneggiare i suoi indumenti
profumati del suo umore maschile.<br />Ovviamente il mio intimo
risponde a questo richiamo e si bagna di piacere.<br />Tocco la sua
maglietta che sotto ascelle odora leggermente di sudore e mi
eccito.<br />I bermuda e il costume da bagno sanno di quel seme vitale
che spesso il mio signore bellissimo riversa nella mia gola.<br />Ma
qui ha impregnato il tessuto e io ne aspiro avidamente l'aroma.<br />Trovo
anche le sue ciabatte da mare, ancora umide e piene di sabbia.<br />Come
vorrei lavarle nel mio stomaco e ridarle a lui come nuove.<br />Ma ciò
non è possibile, posso solo attendere che siano asciutte per poi
pulirle.<br />Infine le sue sneakers slip-on che indossa sempre senza
calze e che adoro devotamente.<br />Sono bellissime e quando le calza
gli donano un aspetto sportivo, ma anche elegante.<br />Sul plantare
ormai ospitano una leggera patina indurita di sudore, misto ad acqua
di mare, polvere e sabbia.<br />Vorrei avere una lingua tanto lunga per
potervi entrare e leccare quella fanghiglia rappresa.<br />Scioglierla
con la mia saliva e assaporarla nella mia bocca.<br />Gemo di
piacere.<br />Godo nella testa e nel corpo.<br />Sento l'odore dei piedi
del mio padrone nelle mie narici e non resisto.<br />Proprio non
resisto e mi perdo...<br />Inizio a masturbarmi nascosto in un angolo
del bagno, senza farmi sentire.<br />I miei gesti sono veloci e rapidi
con la mia mano che freme sul mio membro già al limite.<br />Cerco un
piacere clandestino, non autorizzato, ma che è necessario.<br />Sto
quasi per venire, per terra, come una bestia.<br />Cos'altro sono, se
non un animale in confronto al mio re.<br />Alzo lo sguardo e vedo il
mio padrone che si sta godendo la scena.<br />Il mio signore osserva
curioso la mia miseria e il suo volto assume un aspetto
sprezzante.<br />Io tremo...<br />Il terrore mi assale.<br />Cosa ho
combinato!!!<br />Adesso so che mi punirà', come minimo!<br />Me lo
dovevo aspettare.<br />Sono uno stupido, solo uno stupido!<br />Ma il mio
signore ha un sorriso strano questa sera.<br />Mi guarda e sembra
comprendete il mio stato di sottomissione totale.<br />Mi guarda e
ancora si gode la mia pochezza.<br />Lui non si abbasserebbe mai a
masturbarsi, quella è una cosa da sfigati.<br />E poi il mio padrone
ha la mia bocca e il mio culetto per soddisfare i suoi piaceri.<br />A
cosa serve masturbarsi?!?<br />Poi, prima di lasciare il bagno pietoso
mi dice:”che poveraccio che sei!”<br />“Ma non vedi come sei
ridotto!”<br />“Ti ecciti con il puzzo dei miei piedi? Mi fai
pena!”<br />Ha pietà di me, forse non vuole punirmi questa
volta...<br />Dalla camera la sua voce mi raggiunge:”segati dai, ma
veloce perché poi mi serve la tua bocca, devo pisciare!”<br />Resto
senza parole. Oggi è il mio giorno fortunato.<br />“Grazie signore”,
sussurro.<br />“Faccio in un attimo e sono subito da lei.”</span></span></span><br />
<br /><br />
<br />
<span style="color: #222222;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-size: 13pt;">Schiavo
Luca</span></span></span><br />
<br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/05859317176825783769noreply@blogger.com0