Capitolo
17
Buongiorno
padrone.
Al
mattino è triste il risveglio, quando mi volto e allungo il braccio
nella ricerca del suo corpo bellissimo e non la trovo al mio
fianco.
Poi mi rendo conto che è ora di alzarsi dal letto e lei è
già partito per il lavoro.
Confesso di sentirmi in colpa,
gravemente in colpa essendo io, servo, schiavo, ancora a poltrire,
mente lei, mio signore e padrone già lontano a lavorare.
E vorrei
invertire i nostri ruoli, lavorare per lei, soffrire per lei,
stancare il mio corpo fragile per il suo vantaggio.
Per arricchire
il mio padrone.
Ma forse vi sarà un modo, tra non molto, quando
il mio signore potrà sfruttarmi e farmi consumare da altri uomini
per il loro esclusivo piacere.
Il piccolo tesoro da cui attingere
quella fortuna che farà ricco il mio padrone.
Ma per ora devo
apprendere e imparare.
Non si può vendere ciò che ancora non
vale nulla.
La clientela è esigente e non si accontenta di
piccoli giochetti.
Vuole il corpo e il sangue da uno schiavo.
Esige
tutto da uno servo, senza riserve!
Soprattutto se l'oggetto in
questione è un uomo, poiché a maggior ragione deve pagare la colpa
che porta dentro essendo gay.
I maschi questo non lo accettano e
pretendono di poter essere violenti, crudeli, spietati con chi è
diverso.
Ciò che non possono fare quando sono delicati e
romantici con le loro compagne, lo devono poter riversare sul
malcapitato, pagato apposta per il loro sadico godimento.
Ed io
sono uno schiavo e pertanto con me tutto sarà concesso.
Non ci
sono limiti o pregiudizi.
I maschi si appagano solo quando il
dolore supera livelli disumani.
È questo un piacere tutto
maschile, strano, sadico, maniacale, perverso.
Ed io dovrò
imparare ad accettare e assimilare nel mio piccolo corpo tutto questo
per il mio padrone.
Dovrò accogliere il dolore che mi verrà
servito col sorriso e sopportare ancora, anche quando vorrei piangere
e implorare pietà.
Che tuttavia non avrò mai da loro!
Signore,
prego lei e il mio addestratore, di prepararmi a questo.
Fate di
me un oggetto di piacere, una merce di scambio.
Un bene prezioso e
desiderabile.
Un mezzo capace di sottostare al vostro piacere e
capace di subire in silenzio i soprusi e le torture che mi verranno
inflitte.
Mi inchino ai vostri piedi ove depongo la mia vita come
offerta sacrificale.
Schiavo
Luca
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