venerdì 11 novembre 2016

L'AMORE DOCILE DI UN SERVO

Capitolo 15



Buongiorno mio padrone.
I giorni trascorrono veloci, mentre i miei pensieri sembrano essere fermi e concentrati solo sulla sua figura e sul mio compito di servire il suo piacere.
Così mi trovo silenzioso, solo, nell'ombra, ma con in testa mille pensieri.
Se chiudo gli occhi vedo il mio signore bellissimo.
Se lascio che la mia mente si allontani, ecco sopraggiungere l'immagine sublime delle sue mani che non mi stancherei mai di contemplare.
Ogni angolatura, ogni piega se pur insignificante, ne cambiano l'aspetto e riscopro nei suoi palmi ciò che di più bello e mutevole io conosca.
Come la natura stessa che non si ripropone mai nelle stesse forme, ma si rinnova costantemente in un crogiolo di immagini che lasciano i poeti ammirati e in estasi.
Con gli occhi chiusi mi siedo accanto al mio padrone, ai suoi piedi ovviamente, non certo al suo livello, ma ciò mi basta.
Anzi mi rende felice.
I suoi piedi ed il mio volto, che binomio perfetto.
Poiché chi domina deve far valere il suo potere anche coi gesti, nei simboli.
Ed i suoi piedi sono il simbolo della sua regalità.
Il mio viso il simbolo della mia innocenza e fanciullezza.
Avvicinarli è come tracciare il segno di quel legame che rende vera e palpitante la mia devozione per lei.
Mi tolga ogni cosa mio signore, cancelli il mio essere se è possibile, mi calpesti, mi disprezzi davanti ai suoi pari, ma mi lasci la consolazione di piangere le mie lacrime sui suoi piedi.
Sarà ciò che lascerò di mio per lei.
Non tema la mia supplica e il mio devoto amore.
Lo raccolga mio re, se pur così in basso esso giaccia.
Ma l'amore del suo servo è per sempre.
L'amore del suo servo non teme la corruzione del tempo.
L'amore del suo servo è soltanto per lei.
E per lei e di lei si alimenta e vive ogni giorno.
Grazie mio signore bellissimo di donare al mio cuore la capacità di vivere ancora un amore così travolgente e che temevo di aver perduto per sempre tanto tempo fa.




Schiavo Luca

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