Capitolo
15
Buongiorno
mio padrone.
I
giorni trascorrono veloci, mentre i miei pensieri sembrano essere
fermi e concentrati solo sulla sua figura e sul mio compito di
servire il suo piacere.
Così mi trovo silenzioso, solo,
nell'ombra, ma con in testa mille pensieri.
Se chiudo gli occhi
vedo il mio signore bellissimo.
Se lascio che la mia mente si
allontani, ecco sopraggiungere l'immagine sublime delle sue mani che
non mi stancherei mai di contemplare.
Ogni angolatura, ogni piega
se pur insignificante, ne cambiano l'aspetto e riscopro nei suoi
palmi ciò che di più bello e mutevole io conosca.
Come la natura
stessa che non si ripropone mai nelle stesse forme, ma si rinnova
costantemente in un crogiolo di immagini che lasciano i poeti
ammirati e in estasi.
Con gli occhi chiusi mi siedo accanto al mio
padrone, ai suoi piedi ovviamente, non certo al suo livello, ma ciò
mi basta.
Anzi mi rende felice.
I suoi piedi ed il mio volto,
che binomio perfetto.
Poiché chi domina deve far valere il suo
potere anche coi gesti, nei simboli.
Ed i suoi piedi sono il
simbolo della sua regalità.
Il mio viso il simbolo della mia
innocenza e fanciullezza.
Avvicinarli è come tracciare il segno
di quel legame che rende vera e palpitante la mia devozione per
lei.
Mi tolga ogni cosa mio signore, cancelli il mio essere se è
possibile, mi calpesti, mi disprezzi davanti ai suoi pari, ma mi
lasci la consolazione di piangere le mie lacrime sui suoi piedi.
Sarà
ciò che lascerò di mio per lei.
Non tema la mia supplica e il
mio devoto amore.
Lo raccolga mio re, se pur così in basso esso
giaccia.
Ma l'amore del suo servo è per sempre.
L'amore del
suo servo non teme la corruzione del tempo.
L'amore del suo servo
è soltanto per lei.
E per lei e di lei si alimenta e vive ogni
giorno.
Grazie mio signore bellissimo di donare al mio cuore la
capacità di vivere ancora un amore così travolgente e che temevo di
aver perduto per sempre tanto tempo fa.
Schiavo
Luca
Nessun commento:
Posta un commento