sabato 12 novembre 2016

IL PRESERVATIVO DEL MIO SIGNORE

Capitolo 16



Buongiorno mio signore.
Il suo schiavetto oggi ha nella testa il suo pene e non riesce in nessun modo a pensare ad altro.
Ma credo sia normale, poiché essendo uno schiavo, una sorta di piccola bestiola ammaestrata, ho come unico pensiero il sesso.
E in questo caso il suo, quello del mio principe bellissimo.
Lei è molto buono, mio padrone, nel lasciare che la mia mente si avvicini così tanto alla fonte del suo piacere.
Come la sera, quando sul divano, io le chiedo umilmente se posso avvicinare il mio viso al suo intimo per respirare i suoi umori maschili.
E oso ciò che non dovrei quando sollevando i suoi slip, lascio fuoriuscire il suo membro poderoso e virile.
Poi la osservo e imploro di poterlo tenere al calduccio nella mia bocca.
Come lo desidero ardentemente!
Lei, mio signore bellissimo, è generoso e buono nel concedermi questo vizio.
Così lascio scivolare sulla mia bocca il suo pene assaporando i suoi umori e odori di maschio.
Altri inorridirebbero a questo effluvio, ma io ho imparato a goderne e a desiderare l'odore del mio padrone.
Detergo delicatamente con la lingua la cappella già turgida e grossa del mio signore.
Non è pulita, ma d'altronde cosa pretendo, è mio compito prendermi cura del corpo del mio padrone ingoiando ciò che lui chiama sporcizia, ma che è per me cibo prezioso.
E così quei piccoli residui biancastri che il mio re definisce sorridendo “formaggella”, diventano il mio dopocena, il mio piccolo premio, il mio dolce conforto serale.
Mentre il mio signore si gusta un fresco gelato, io mi godo il suo pene, che scende nella mia bocca acquosa e li trova il suo nido protetto.
È grosso e ogni tanto si erge vigoroso facendosi sentire.
Io ne godo pienamente, poiché significa che sto facendo bene il mio lavoro e sto donando piacere al mio signore.
La mia bocca è grande e lo ospita abbondantemente, ma voglio dare di più al mio padrone e punto il suo cazzo contro la mia gola e lo agevolo a penetrarmi in modo che scenda in me aprendosi lui stesso una strada attraverso le mie morbide carmi.
E mi muovo per farlo impazzire di piacere, ma lentamente, non voglio percorrere un piacere che sarà il mio padrone a gestire secondo il suo gusto.
Io sono solo uno strumento nelle sue mani.
E mentre mi adopero per il suo godimento, sogno.
Mi illudo di essere come un semplice preservativo attorno al suo membro.
Un nulla in verità, un preservativo vivo con le mie fattezze, ma della misura adatta per essere vestito dal suo cazzo.
Un preservativo fatto di pelle leggerissima, ma vivo attorno al suo membro..
Le sue mani mi aprirebbero dall'ano, facendomi penetrare dal suo pene per tutta la mia lunghezza, con dolore e lacerazione.
Mi attraverserebbe tutto in modo da far poggiare la sua cappella comodamente nel mio cervello, come se fosse un cuscino.
Tutto questo con sofferenza da parte mia, ma estremo piacere da parte sua.
Un preservativo vivo da poter indossare tutto il giorno, perché di pelle e carne; non le creerei irritazioni o fastidio.
Solo la sicurezza di un velo protettivo per il suo prezioso membro.
Una sorta di sacchetto ove lasciar cadere qualche goccia di urina se servisse, o sborrare liberamente se provasse un desiderio improvviso davanti a qualche maschio irresistibile.
Ed io pronto ad ingoiare tutto il suo piacere disciolto nel mio corpo come involucro perfetto.
Nettare prezioso per il suo schiavo che ne farà buon uso poiché di esso si nutriranno le sue misere carni.
Il mio signore vestirebbe così il suo servo interamente dalla mattina alla sera, per poi lasciarmi dopo l'uso in una soluzione disinfettante.

La notte mi vedrei impalato sopra ad un legno a sgocciolare per essere pronto il giorno seguente.
Ora il mio sogno mi riporta alla realtà ove la mano del mio padrone preme la mia testa per terminare il pompino che avevo iniziato poco prima.
Bastano pochi colpi ben assestati e la mia gola si riempie di generosi fiotti di sperma tiepido.
Non ne sento neppure il sapore poiché travalicano la gola e sono nel mio stomaco.
Il mio signore è venuto in me.
Estrae il suo membro ancora eccitato e lo pulisce sulla mia lingua pronta all'uso.
Io resto a guardarlo e sogno ancora.
Io piccolo servo e raccoglitore del nobile seme del mio padrone.




Schiavo Luca

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